Atlantia-Abertis, la holding stringe sul maxi prestito
Consorzio in fase di definizione
pA un paio di settimane dalle prime voci circa una possibile mossa straordinaria di Atlantia su Abertis, si va componendo il mosaico dei tasselli chiave dell’operazione. In particolare, in queste ore, la holding guidata da Giovanni Castellucci sarebbe al lavoro per definire la composizione del consorzio che dovrà preparare il maxi finanziamento. Al tavolo sono state invitate circa una decina di banche che starebbero organizzando gli ultimi dettagli per firmare il contratto di confidenzialità che permetterà loro di avere accesso alle carte del delicato dossier. Passaggio fondamentale per poter poi definire al meglio le condizioni del prestito. La stessa stampa spagnola nelle scorse ore ha sottolineato che «la trattativa prosegue»: nessuno stop ma neppure nessuna accelerazione improvvisa anche se la volontà sarebbe di trovare la quadra nel più breve tempo possibile, per togliere ogni elemento di incertezza al mercato. I contatti, quindi, proseguirebbero in maniera fruttuosa, complice il fatto che La Caixa sarebbe pronta a replicare lo schema già impiegato quando ha passato il controllo di Agbar a Suez, diventando di fatto azionista finanziario. Su Abertis, quindi, l’istituto sarebbe disposto a fare altrettanto. Certo, i termini economici dell’accordo rappresentano l’aspetto chiave per il buon esito dell’offerta. Atlantia, il cui ceo ha ricevuto preciso mandato dal board di proseguire nei contatti per definire l’eventuale contenuto dell’intesa, ha già fatto sapere di non essere disposto a “strapagare” l’asset. Allo stesso modo La Caixa intende comunque preservare un ruolo cruciale nella compagine azio- naria della nuova entità che nascerà a valle della proposta.
Sullo sfondo, poi, non va dimenticato il dossier Cellnex. Abertis controlla il 34% della società delle torri e secondo la legislazione spagnola Atlantia potrebbe essere obbligata a promuovere un’offerta anche su Cellnex proprio come conseguenza del cambio di azionista di riferimento. Questo, salvo che la holding italiana non scenda al di sotto del 30% del capitale della compagnia delle torri nei tre mesi successivi al riassetto. La vicenda Cellnex, dunque, è un passaggio da tenere in debita considerazione. Tanto più mentre si tirano le fila del maxi finanziamento e dopo aver raccolto, con la cessione di un 10% di Autostrade per l’Italia, circa 1,5 miliardi di euro. L’idea sarebbe quella di accedere a una maxi linea di poco inferiore ai 10 miliardi, stante una manovra che, secondo i rumor fin qui circolati, prevede una proposta attorno ai 15 miliardi di cui circa 11 miliardi in contanti e il resto sottoforma di azioni. In corsa ci sarebbero, come detto, diversi istituti: oltre agli advisor, Mediobanca, Citi e Credit Suisse, sarebbero della partita anche Intesa Sanpaolo e UniCredit, Bnp Paribas, Société Generale e Santander. Ciascuno si dovrebbe impegnare per circa 1 miliardo di cui metà come finanziamento a cinque anni e il resto come bridge to bond. Ma come detto schema e numeri dell’operazione saranno più chiari nelle prossime ore. Intanto, all’interno di questo scenario, Edizione, oggi azionista di controllo di Atlantia con il 30%, vedrebbe diluita la propria posizione a circa il 25%.