Il Sole 24 Ore

Bp triplica utile trimestral­e ma pesa il debito del Golfo

- Nicol Degli Innocenti

pL’anno è cominciato bene per Bp: il gruppo petrolifer­o britannico ha annunciato ieri risultati superiori alle previsioni per il primo trimestre 2017. Gli utili sono quasi triplicati, salendo a 1,5 miliardi di dollari dai 532 milioni dello stesso periodo dello scorso anno e oltre gli 1,26 miliardi stimati dagli analisti. Il titolo è salito del 3% per poi chiudere in rialzo dell’1,6% alla Borsa di Londra.

Come i rivali ExxonMobil e Chevron, che la settimana scorsa avevano annunciato risultati migliori delle aspettativ­e, Bp dimostra l'impatto positivo della risalita dei prezzi del petrolio. Il greggio è salito del 35% nel primo trimestre dell’anno e dell’80% dai minimi toccati a inizio 2016. Secondo le previsioni di Bp il prezzo resterà tra i 50 e i 55 dollari al barile per il resto dell'anno.

La produzione è aumentata del 5% nel trimestre a 3,5 milioni di barili al giorno, mentre il cashflow operativo è salito del 47% a 4,4 miliardi di dollari, escluse le spese per Deepwater Horizon. Con questi risultati positivi Bp spera di voltare definitiva­mente pagina consegnand­o al passato il ricordo del disastro ambientale del 2010, che è costato al gruppo 62 miliardi di dollari tra multe, opere di risanament­o e risarcimen­ti.

Il dividendo agli azionisti è rimasto invariato a 10 centesimi per azione, ma il debito netto è salito dai 30 miliardi di dollari di un anno fa a 38,6 miliardi sempre a causa dei costi relativi al disastro.

«Abbiamo archiviato un buon trimestre ma è solo un trimestre e non intendiamo riposare sugli allori, - ha detto ieri Brian Gilvary, chief financial officer di Bp. – Abbiamo ancora molto lavoro da fare e grandi progetti da portare a compimento».

Bp, che per pagare i danni relativi a Deepwater Horizon aveva ceduto asset pari a un quarto della produzione del gruppo, ha da poco ceduto la sua quota del 50% della Shanghai Secco Petroleum Company al suo partner cinese Sino- pec per 1,68 miliardi di dollari.

Quest’anno però sette nuovi progetti diventeran­no operativi, un record per il gruppo. «Prevediamo che i nuovi progetti, uno dei quali a Trinidad è già operativo e tre sono quasi finiti, porteranno a un netto migliorame­nto del cash flow nella seconda metà dell'anno», ha detto ieri Bob Dudley, chief executive del gruppo. Il gruppo prevede anche un aumento della produzione di 800mila barili al giorno entro il 2020, ha detto il Ceo.

«Nonostante i numeri all’apparenza solidi ci sono ancora ragioni per preoccupar­si, - ha commentato ieri Chris Beauchamp, chief market analyst di IG. – Il debito continua a salire, mentre il dividendo tanto esibito non è coperto dagli utili. La speranza è che l’Opec decida nuovi tagli alla produzione, come le ultime dichiarazi­oni sembrano indicare, ma la performanc­e di Bp, nettamente inferiore al rivale Shell, dovrebbe far scattare i campanelli d'allarme». Shell presenterà i risultati domani.

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