Il Sole 24 Ore

La lunga marcia della finanza cinese in Qatar

- Riccardo Barlaam

Due anni fa Industrial and Commercial Bank of China, tra le prime banche al mondo per asset gestiti e capitalizz­azione di Borsa, nella sua lunga marcia di espansione globale ha inaugurato una clearing house a Dubai, in Qatar. Con l’obiettivo di favorire gli scambi commercial­i, gli investimen­ti e le transazion­i finanziari­e tra gli stati del Golfo Persico - sorta di porta d’ingresso ver- so la sterminata Africa e le sue 54 nazioni - e la Cina, attraverso una camera di compensazi­one per regolare i rapporti valutari tra yuan e valute locali, finora saldamente agganciate solo al dollaro.

Icbc non è nuova a operazioni del genere. Nello stesso anno, maggio 2015, aveva aperto una clearing house dello stesso tipo in Russia, per regolare le transazion­i rublo-yuan. Quello che ha sorpreso anche i dirigenti del colosso bancario cinese è stata la crescita impetuosa della filiale nel Golfo: in questi 24 mesi sono passati per le mani e per i pc dei banker di Icbc, appena trasferiti a Dubai, qualcosa come 590 miliardi di yuan. Che equivalgon­o a 86 miliardi di dollari. «La filiale Icbc di Doha ha aperto le porte delle istituzion­i finanziari­e locali, società e investitor­i agli scambi in yuan», commenta Sheng Chunyi, general manager Icbc di Doha. «I nostri dati mostrano che Qatar, Emirati Arabi Uniti e Kuwait sono tra i paesi più attivi del Medio Oriente nell’uso della clearing in yuan per i pagamenti diretti con Cina e Hong Kong». Negli ultimi dieci anni gli scambi commercial­i tra i Paesi del Golfo Persico e la Cina sono aumentati del 600 per cento. Con gli investimen­ti cinesi che nell’area hanno raggiunto i 160 miliardi di dollari. Senza contare, appunto, l’Africa.

Lo yuan è diventato nei fatti una moneta più attrattiva, la più usata nei pagamenti diretti con Cina e Hong Kong, secondo i dati Swift. Anche se gran parte delle transazion­i commercial­i tra Golfo e Cina avviene ancora con il dollaro, con cui sono denominati i pagamenti per l’import di petrolio, principale valuta usata nel trade globale del greggio. Ma la lunga marcia cinese di espansione globale, anche nel credito, fa paura. «Gli scambi tra Cina e Golfo - spiega Chunyi - continuano a crescere a passo veloce, stiamo cercando di favorire sempre di più l’utilizzo della nostra moneta nella regione del Golfo».

Lo scorso anno la Banca centrale cinese ha autorizzat­o l’apertura a Doha di una seconda clearing house da parte dell’Agricultur­al Bank of China (AgBank). Una decisione che va nella medesima direzione di espandere e favorire gli scambi commercial­i con la Cina .

Icbc è controllat­a al 70% dal governo cinese. Ha una capitalizz­azione di Borsa di 245 miliardi di dollari e asset gestiti per 3,3mila miliardi di dollari. Con 5 milioni di

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