La lunga marcia della finanza cinese in Qatar
Due anni fa Industrial and Commercial Bank of China, tra le prime banche al mondo per asset gestiti e capitalizzazione di Borsa, nella sua lunga marcia di espansione globale ha inaugurato una clearing house a Dubai, in Qatar. Con l’obiettivo di favorire gli scambi commerciali, gli investimenti e le transazioni finanziarie tra gli stati del Golfo Persico - sorta di porta d’ingresso ver- so la sterminata Africa e le sue 54 nazioni - e la Cina, attraverso una camera di compensazione per regolare i rapporti valutari tra yuan e valute locali, finora saldamente agganciate solo al dollaro.
Icbc non è nuova a operazioni del genere. Nello stesso anno, maggio 2015, aveva aperto una clearing house dello stesso tipo in Russia, per regolare le transazioni rublo-yuan. Quello che ha sorpreso anche i dirigenti del colosso bancario cinese è stata la crescita impetuosa della filiale nel Golfo: in questi 24 mesi sono passati per le mani e per i pc dei banker di Icbc, appena trasferiti a Dubai, qualcosa come 590 miliardi di yuan. Che equivalgono a 86 miliardi di dollari. «La filiale Icbc di Doha ha aperto le porte delle istituzioni finanziarie locali, società e investitori agli scambi in yuan», commenta Sheng Chunyi, general manager Icbc di Doha. «I nostri dati mostrano che Qatar, Emirati Arabi Uniti e Kuwait sono tra i paesi più attivi del Medio Oriente nell’uso della clearing in yuan per i pagamenti diretti con Cina e Hong Kong». Negli ultimi dieci anni gli scambi commerciali tra i Paesi del Golfo Persico e la Cina sono aumentati del 600 per cento. Con gli investimenti cinesi che nell’area hanno raggiunto i 160 miliardi di dollari. Senza contare, appunto, l’Africa.
Lo yuan è diventato nei fatti una moneta più attrattiva, la più usata nei pagamenti diretti con Cina e Hong Kong, secondo i dati Swift. Anche se gran parte delle transazioni commerciali tra Golfo e Cina avviene ancora con il dollaro, con cui sono denominati i pagamenti per l’import di petrolio, principale valuta usata nel trade globale del greggio. Ma la lunga marcia cinese di espansione globale, anche nel credito, fa paura. «Gli scambi tra Cina e Golfo - spiega Chunyi - continuano a crescere a passo veloce, stiamo cercando di favorire sempre di più l’utilizzo della nostra moneta nella regione del Golfo».
Lo scorso anno la Banca centrale cinese ha autorizzato l’apertura a Doha di una seconda clearing house da parte dell’Agricultural Bank of China (AgBank). Una decisione che va nella medesima direzione di espandere e favorire gli scambi commerciali con la Cina .
Icbc è controllata al 70% dal governo cinese. Ha una capitalizzazione di Borsa di 245 miliardi di dollari e asset gestiti per 3,3mila miliardi di dollari. Con 5 milioni di