Eni vince gara di Gnl in Pakistan
Il gruppo garantirà oltre 11 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto per i prossimi quindici anni La fornitura sarà assicurata dal campo indonesiano di Jangkrik
pU n carico al mese per i prossimi quindici anni. Tradotto: oltre 11 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto che Eni garantirà al Pakistan dopo essersi aggiudicata una gara internazionale per la fornitura. I volumi venduti annualmente corrisponderanno al 25% delle importazioni totali di Gnl nel 2016 per il Pakistan che rappresenta uno dei mercati di gas naturale liquefatto più importanti e a maggiore tasso di crescita a livello mondiale. In questo modo, il gruppo guidato da Claudio Descalzi potrà consolidare la propria presenza nel paese, con cui la cooperazione è cominciata nella metà degli anni sessanta con lo sviluppo del settore ingegneristico e dove oggi le attività sono prevalentemente focalizzate nell’esplorazione e produzione con l’azienda in una posizione di leadership nella produzione di gas naturale domestico: i principali permessi partecipati da Eni sono Bhit/Badhra (Eni 40%, opera- tore), Sawan (Eni 23,68%) e Zamzama (Eni 17,75%).
Quanto al contratto annunciato ieri, il Gnl arriverà per buona parte dal campo indonesiano di Jangkrik, che entrerà in produzione fra meno di due mesi, con un time to market (tempo di commercializzazione) di soli tre anni e mezzo dalla decisione di inve- stimento finanziario, grazie alla strategia di esplorazione “near field” indirizzata su attività a elevato valore che consentono un rapido sviluppo delle scoperte attraverso le infrastrutture già esistenti. Il gas di Jangkrik, che sarà destinato anche al mercato cinese, verrà consegnato presso una nuova unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione ormeggiata a Port Qasim, sulla costa del mar Arabico.
Lo schema è molto simile a un altro contratto, siglato a ottobre, da Eni con Bp Poseidon Ltd, società controllata da Bp Plc, per la vendita del Gnl prodotto dall’impianto galleggiante Coral South nell’offshore del Mozambico. Quell’intesa, sottoscritta da Eni, attraverso Eni East Africa, e dai suoi partner nell’area 4 (Galp, Kogas e Enh), prevede la vendita per oltre vent’anni dell’intero ammontare di Gnl prodotto da Coral South, che avrà una capacità produttiva annuale di oltre 3,3 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto.
A questi due tasselli, poi, si affianca anche il memorandum firmato a fine marzo da Eni e Gazprom che, se da un lato schiude possibilità di cooperazione nell’ambito dello sviluppo del corridoio sud di importazione del metano russo, dall’altro, però, apre a un possibile asse anche nel settore del Gnl. Dove il colosso moscovita, deciso a consolidarsi altresì nel Gnl di piccola taglia, può rappresentare un interlocutore strategico per l’Eni.
Il cui futuro, come ha spiegato il ceo Descalzi a inizio marzo, a Londra, in occasione della presentazione del piano industriale alla comunità finanziaria, passa anche per un cambio di pelle nel gas & power. Qui, infatti, l’Eni è intenzionata a trasformare il suo ruolo, passando da leader europeo a player nel marketing globale del gas e del Gnl. L’idea di fondo è quella di massimizzare il ritorno del gas prodotto in casa e di sviluppare un portafoglio Gnl competitivo, giocando su una sempre più forte integrazione con il settore dell’upstream. L’obiettivo, in altri termini, è quello di valorizzare la produzione equity sfruttando, come nel caso di Jangkrik, lo schema di esecuzione accelerato che ha consentito di arrivare alla commercializzazione del gas in tempi record.
LA DIREZIONE Il contratto s’inserisce nella nuova strategia del G&P con l’azienda intenzionata a proporsi come player nel marketing globale