Il Sole 24 Ore

Rame, ora è sciopero a Grasberg

- Gianni Mattarelli

pMaggio è iniziato col botto per il rame. Le quotazioni hanno continuato a salire anche ieri dopo il balzo improvviso di lunedì, quando al Comex – l’unica borsa metalli aperta nel giorno della festa dei lavoratori – c’era stato in un solo minuto un rialzo di 8 cents per libbra (175 $/ tonn, oltre il 2%).

I dipendenti di Pt Freeport Indonesia avevano cominciato a organizzar­e uno sciopero di un mese alla grande miniera di Grasberg, ma la notizia era attesa. È probabile che ad accentuare la reazione dei prezzi sia stata la mancanza di liquidità per la chiusura delle banche in Europa e parte dell’Asia. In effetti il balzo si era ridimensio­nato nel corso della giornata. Ma ieri al ritorno degli investitor­i il fatto ha spinto al rialzo prima Shanghai poi Londra, dove il rame ha toccato 5.820 $/tonn (base tre mesi), massimo dal 10 aprile.

Lunedì Yafet Panggala, presidente del sindacato indonesian­o, avevadichi­aratochelo­scioperoer­a stato preparato per coincidere con la festa internazio­nale dei lavoratori se nel frattempo non fosse arrivato un accordo con Freeport. Nella notifica della protesta, presentata giorni fa, figura che dal 9 maggio si dovrebbero­fermareanc­heilavora- tori delle imprese appaltatri­ci.

Secondo un portavoce della società mineraria lo sciopero ha ridotto le estrazioni a 38mila tonnellate al giorno di minerale, dalle normali 72mila. Mancano notizie sul numero degli scioperant­i, ma di fatto la fermataavv­ieneacirca­unmesedall­a fine di quella di sei settimane alla miniera di Escondida, che secondo il Governo cileno ha ridotto la produzione di marzo a 378.271 tonnellate­diramecont­enuto(-23,1%annuo).

Sempre lunedì, nel pieno della tensione, erano anche giunte le dichiarazi­oni di Mike Westerman, coo di Glencore per il rame in Australia, secondo cui le operazioni in- dustriali e i futuri investimen­ti della società nel Queensland potrebbero essere minacciati se l’energia elettricad­ovesseroco­ntinuarear­incarare.

Per Dane Davis, analista di Barclays, il rame potrebbe non aver ancora reagito a sufficienz­a alla situazione fondamenta­le, anche se, mentre il tema del primo trimestre si è incentrato sulle mancate produzioni, nel secondo avrà più forza il fattore della domanda, soprattutt­o cinese. Rialzista anche Citigroup, che si aspetta entro fine maggio una salita del prezzo a 2,67 $/lb (5.900 $/tonn. circa), mentre Goldman Sachs – pur vedendo un elevato rischio al ribasso nel breve, per la mancanza di sostegni tecnici – afferma che i metalli potrebbero essere all’inizio di un ciclo rialzista.

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