La riforma del terzo settore riscrive la disciplina dei controlli sulle agevolazioni
Nella disciplina degli enti non commerciali, il sistema dei controlli diretti a verificare l’effettiva sussistenza dei requisiti che consentono l’attribuzione di tale qualificazione soggettiva assume un ruolo di indubbia centralità. L’efficacia dei relativi meccanismi è, infatti, fondamentale per assicurare che ai regimi “di vantaggio” previsti per questo settore accedano solo coloro che lo meritano, in ragione delle loro finalità e dell’assetto organizzativo effettivo attraverso il quale le perseguono. Per contrastare gli (ancora molto frequenti) abusi che, insieme, pregiudicano il terzo settore (sottraendo le sempre più limitate risorse disponibili e “appannandone” l’immagine presso l’opinione pubblica) e le stesse imprese (per la concorren- za sleale di coloro che sfruttano in modo improprio i benefici), occorrono norme chiare e di semplice applicazione sia per i gli operatori che per la Pubblica amministrazione.
La legge 106/2016 contenente la delega per la riforma del terzo settore punta a «semplificare la normativa vigente, garantendone la coerenza giuridica, logica e sistematica» ( articolo 2, comma
1 lettera d) accentrando la vigilanza, il monitoraggio ed il controllo sugli enti del terzo settore ( articolo 7).