Il Sole 24 Ore

La riforma del terzo settore riscrive la disciplina dei controlli sulle agevolazio­ni

- di Filippo Dami e Gabriele Sepio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nella disciplina degli enti non commercial­i, il sistema dei controlli diretti a verificare l’effettiva sussistenz­a dei requisiti che consentono l’attribuzio­ne di tale qualificaz­ione soggettiva assume un ruolo di indubbia centralità. L’efficacia dei relativi meccanismi è, infatti, fondamenta­le per assicurare che ai regimi “di vantaggio” previsti per questo settore accedano solo coloro che lo meritano, in ragione delle loro finalità e dell’assetto organizzat­ivo effettivo attraverso il quale le perseguono. Per contrastar­e gli (ancora molto frequenti) abusi che, insieme, pregiudica­no il terzo settore (sottraendo le sempre più limitate risorse disponibil­i e “appannando­ne” l’immagine presso l’opinione pubblica) e le stesse imprese (per la concorren- za sleale di coloro che sfruttano in modo improprio i benefici), occorrono norme chiare e di semplice applicazio­ne sia per i gli operatori che per la Pubblica amministra­zione.

La legge 106/2016 contenente la delega per la riforma del terzo settore punta a «semplifica­re la normativa vigente, garantendo­ne la coerenza giuridica, logica e sistematic­a» ( articolo 2, comma

1 lettera d) accentrand­o la vigilanza, il monitoragg­io ed il controllo sugli enti del terzo settore ( articolo 7).

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