Fabbisogni standard, trasferimenti bloccati in 2.500 Comuni
pNon basta nemmeno il taglio dei viveri a smuovere la macchina amministrativa dei Comuni nella risposta ai questionari della Sose per aggiornare i «fabbisogni standard» , cioè le basi di calcolo di quel che dovrebbe essere il prezzo giusto delle funzioni fondamentali.
A mostrarlo è il nuovo censimento appena pubblicato dal ministero dell’Interno, che a tre mesi dalla scadenza per l’invio dei dati mostra ancora quasi 2.500 Comuni in ritardo all’appuntamento. Un ritardo, appunto, che non è gratis, perché blocca le erogazioni di fondi « a qualsiasi titolo» agli enti locali non in regola. Al blocco sono sfuggiti solo gli 1,3 miliardi di anticipi Imu riconosciuti il 9 marzo scorso, in base al meccanismo pensato dal decreto enti locali di due anni fa (articolo 3, comma 1 del Dl 78/ 2015) per evitare buchi di liquidità negli enti locali: trattandosi di «risorse proprie» dei Comuni, le cui anticipazioni vengono recuperate dall’agenzia delle Entrate dopo che a giugno arrivano in cassa i gettiti degli acconti versati dai contribuenti, sono state escluse dallo stop che riguarda però tutti gli altri versamenti ai Comuni, a partire dalle rate dei 4,8 miliardi del Fondo di solidarietà comunale.
In questo quadro, assume un rilievo particolare il fatto che il gruppone degli inadempienti si assottiglia con grande lentezza, dal momento che solo 500 enti sono usciti dall’elenco negli ultimi due mesi. È probabile, a questo punto, che il ritmo rimanga questo fino a giugno, quando il versamento della prima maxi-rata del fondo di solidarietà e il conseguente blocco nei confronti di chi non ha inviato i questionari, spingerà proba- bilmente molte amministrazioni a superare l’inerzia di questi mesi.
I dati in arrivo dai Comuni sono del resto fondamentali nella distribuzione di risorse e richieste fra le amministrazioni, dal momento che i nuovi numeri servono ad aggiornare
TRE MESI DI RITARDO Resta alto il numero degli enti locali che non inviano i dati dei questionari elaborati dalla Sose
il quadro dei fabbisogni standard che insieme alla «capacità fiscale» (cioè al gettito dei tributi propri ad aliquota standard) decidono la geografia di una quota crescente del fondo di solidarietà.