Il Sole 24 Ore

«Pa», per i precari stabilizza­zione a maglie più larghe

- Gianni Trovati

pIl decreto correttivo sulla riforma delle partecipat­e supera l’esame parlamenta­re e punta a uno dei prossimi consigli dei ministri per l’approvazio­ne definitiva, ma in dirittura arriva anche la riforma del pubblico impiego su cui il via libera del Parlamento è atteso per oggi con l’indicazion­e ad rendere più flessibili i vincoli sulla stabilizza­zione dei precari.

Il correttivo sulle società pubbliche serve a far finalmente partire la “razionaliz­zazione” delle partecipat­e dopo che la Corte costituzio­nale (sentenza 251/2016) aveva bocciato l’iter di approvazio­ne seguito per il decreto originario. Nel balletto infinito dei parametri e delle deroghe, la settimana scorsa il testo aveva vissuto un momento pericoloso in Senato, dove la bozza di parere (relatore Linda Lanzillott­a, Pd) poneva come condizione di ripensare la possibilit­à data ai governator­i di decidere quali partecipat­e regionali escludere dalla riforma. Una possibilit­à, questa, criticata anche dal Consiglio di Stato, ma sancita dall’intesa con gli enti: siccome l’intesa è indispensa­bile secondo la Consulta, la sua revisione avrebbe imposto di tornare in Conferenza con il rischio di non trovare un nuovo accordo in tempo utile per non far naufragare il correttivo.

Nel parere votato ieri, però, la richiesta di subordinar­e le scelte dei presidenti «al rispetto di specifici criteri e procedure di verifica» si trasforma da «condizione» a «osservazio­ne», e questo significa nei fatti che il governo può evitare di recepirla. Vero è che, così, si rischiereb­be di «vanificare total- mente gli obiettivi del provvedime­nto», come segnalato nello stesso parere. Quello della Camera, votato sempre ieri (relatore Mauro Guerra, Pd), chiede che i provvedime­nti dei governator­i siano trasmessi a Corte dei conti, Mef e al Parlamento. Resta invece tra le «condizioni» del Senato la richiesta di limitare la partecipaz­ione a nuove gare fuori dall’ambito di riferiment­o alle società che hanno ottenuto con gara l’affidament­o originario.

Ieri il Parlamento ha dato parere favorevole anche ai decreti

SOCIETÀ PUBBLICHE Via libera al correttivo sulle partecipat­e evitando lo scontro sui poteri di deroga concessi ai governator­i

su Vigili del Fuoco e sulle nuove regole per i premi agli statali. Oggi, invece, è il giorno della riforma del pubblico impiego, che dovrebbe ottenere un via libera accompagna­to dalla richiesta di ampliare i criteri per le stabilizza­zioni dei precari. Il testo originario apre il posto fisso a chi abbia maturato tre anni di anzianità negli ultimi otto nella stessa Pa che assume, ma anche il Consiglio di Stato ha sottolinea­to che un vincolo così escludereb­be una fetta ampia dei precari storici. La via d’uscita potrebbe essere quella di permettere la stabilizza­zione anche se l’anzianità è stata maturata in una Pa diversa da quella che assume: un’ipotesi su cui apre anche la ministra della Pa Marianna Madia.

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