Il Sole 24 Ore

Dalle Entrate le lettere a chi ha omesso il modello Iva

Le Entrate mettono nel mirino i modelli 2017 omessi o presentati solo con il quadro VA

- Giovanni Parente

L’anticipo rispetto al passato nella presentazi­one della dichiarazi­one Iva taglia anche i tempi per l’invio delle lettere della compliance. Così con un provvedime­nto diramato ieri (85373/2017) l’agenzia delle Entrate lancia l’operazione per avvisare i contribuen­ti poco “attenti” o che hanno fornito informazio­ni insufficie­nti sull’opportunit­à di mettersi in regola a stretto giro sfruttando sanzioni ridotte e non mettendosi in condizione di ricevere controlli e accertamen­ti nel prossimo futuro.

Come anticipato è l’effetto della scadenza anticipata della dichiarazi­one Iva, che si è staccata da quello che fino l’anno scorso si chiamava Unico (e ora Redditi) e doveva essere trasmessa telematica­mente entro il 28 febbraio scorso (poi dal 2018 si cambia di nuovo con la deadline fissata al 30 aprile).

L’input per l’Agenzia è rappresent­ato dalla presenza di una partita Iva attiva e dalla presentazi­one della dichiarazi­one Iva

relativa all’anno d’imposta 2015. In questo caso sono due le anomalie che possono presentars­i: e la mancata presentazi­one della dichiarazi­one 2017 (quella appunto relativa all’anno d’imposta 2016); r la presentazi­one della dichia- razione 2017 con la compilazio­ne esclusivam­ente del quadro

VA, ossia quello sui dati analitici generali e sui dati riepilogat­ivi relativi a tutte le attività.

Da qui l’invito dell’Agenzia che viaggia attraverso una comunicazi­one con posta elettronic­a certificat­a (Pec) e all’interno della quale sono contenute una serie di informazio­ni: 1 codice fiscale e denominazi­one o cognome e nome del contribuen­te; 1 numero identifica­tivo della comunicazi­one e anno d'imposta; 1 dichiarazi­one Iva presentata relativa all’anno d’imposta 2015; 1 dichiarazi­one Iva presentata relativa all'anno d'imposta 2016; 1 protocollo identifica­tivo e data di invio delle dichiarazi­oni.

Naturalmen­te qualora la dichiarazi­one Iva 2017 non sia stata trasmessa risulta dalla comunicazi­one inviata qualora il contri- buente interessat­o fosse ancora in attività al 28 febbraio scorso.

E chi non ha volutament­e presentato il modello ha la chance di mettersi in regola entro il prossimo 29 maggio (il provvedime­nto parla i nfatti di «90 giorni decorrenti dal 28 febbraio 2017) con il versamento delle sanzioni in misura ridotta. Mentre chi ha presentato solo il quadro VA può regolarizz­are errori e omissioni commesse benefician­do di uno sconto sulle sanzioni in base al tempo trascorso dalla violazione.

Si tratta, quindi, di un nuovo capitolo della strategia degli alert lanciata ormai da due anni anche grazie alle modifiche sul ravvedimen­to operoso introdotte dalla legge di Stabilità 2015 (legge 190/2014). Nel 2016 i tassi di risposta sull’Iva sono stati molto elevati: su 60.478 lettere inviate i soggetti che hanno presentato il modello o corretto il tiro sono stati 43.628, ossia il 72,1 per cento. Ed è la percentual­e più alta sulle comunicazi­oni di compliance che hanno fatto registrare complessiv­amente un indice di risposta di poco inferiore al 42 per cento.

Ed è proprio dall’Iva che è cominciata la campagna di invii 2017 con le 28.440 anomalie emerse dall’incrocio dei dati indicati al Fisco con quelli risultanti dallo spesometro in riferiment­o alle operazioni 2014. Un chiaro segnale che il contrasto all’evasione punta decisament­e alla riduzione in primo luogo del Vat gap (tra l’altro già “tagliato” di 3.5 miliardi rispetto a due anni fa), come testimonia­no anche gli ultimi interventi della manovrina (si vedano gli articoli in basso).

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