Dalle Entrate le lettere a chi ha omesso il modello Iva
Le Entrate mettono nel mirino i modelli 2017 omessi o presentati solo con il quadro VA
L’anticipo rispetto al passato nella presentazione della dichiarazione Iva taglia anche i tempi per l’invio delle lettere della compliance. Così con un provvedimento diramato ieri (85373/2017) l’agenzia delle Entrate lancia l’operazione per avvisare i contribuenti poco “attenti” o che hanno fornito informazioni insufficienti sull’opportunità di mettersi in regola a stretto giro sfruttando sanzioni ridotte e non mettendosi in condizione di ricevere controlli e accertamenti nel prossimo futuro.
Come anticipato è l’effetto della scadenza anticipata della dichiarazione Iva, che si è staccata da quello che fino l’anno scorso si chiamava Unico (e ora Redditi) e doveva essere trasmessa telematicamente entro il 28 febbraio scorso (poi dal 2018 si cambia di nuovo con la deadline fissata al 30 aprile).
L’input per l’Agenzia è rappresentato dalla presenza di una partita Iva attiva e dalla presentazione della dichiarazione Iva
relativa all’anno d’imposta 2015. In questo caso sono due le anomalie che possono presentarsi: e la mancata presentazione della dichiarazione 2017 (quella appunto relativa all’anno d’imposta 2016); r la presentazione della dichia- razione 2017 con la compilazione esclusivamente del quadro
VA, ossia quello sui dati analitici generali e sui dati riepilogativi relativi a tutte le attività.
Da qui l’invito dell’Agenzia che viaggia attraverso una comunicazione con posta elettronica certificata (Pec) e all’interno della quale sono contenute una serie di informazioni: 1 codice fiscale e denominazione o cognome e nome del contribuente; 1 numero identificativo della comunicazione e anno d'imposta; 1 dichiarazione Iva presentata relativa all’anno d’imposta 2015; 1 dichiarazione Iva presentata relativa all'anno d'imposta 2016; 1 protocollo identificativo e data di invio delle dichiarazioni.
Naturalmente qualora la dichiarazione Iva 2017 non sia stata trasmessa risulta dalla comunicazione inviata qualora il contri- buente interessato fosse ancora in attività al 28 febbraio scorso.
E chi non ha volutamente presentato il modello ha la chance di mettersi in regola entro il prossimo 29 maggio (il provvedimento parla i nfatti di «90 giorni decorrenti dal 28 febbraio 2017) con il versamento delle sanzioni in misura ridotta. Mentre chi ha presentato solo il quadro VA può regolarizzare errori e omissioni commesse beneficiando di uno sconto sulle sanzioni in base al tempo trascorso dalla violazione.
Si tratta, quindi, di un nuovo capitolo della strategia degli alert lanciata ormai da due anni anche grazie alle modifiche sul ravvedimento operoso introdotte dalla legge di Stabilità 2015 (legge 190/2014). Nel 2016 i tassi di risposta sull’Iva sono stati molto elevati: su 60.478 lettere inviate i soggetti che hanno presentato il modello o corretto il tiro sono stati 43.628, ossia il 72,1 per cento. Ed è la percentuale più alta sulle comunicazioni di compliance che hanno fatto registrare complessivamente un indice di risposta di poco inferiore al 42 per cento.
Ed è proprio dall’Iva che è cominciata la campagna di invii 2017 con le 28.440 anomalie emerse dall’incrocio dei dati indicati al Fisco con quelli risultanti dallo spesometro in riferimento alle operazioni 2014. Un chiaro segnale che il contrasto all’evasione punta decisamente alla riduzione in primo luogo del Vat gap (tra l’altro già “tagliato” di 3.5 miliardi rispetto a due anni fa), come testimoniano anche gli ultimi interventi della manovrina (si vedano gli articoli in basso).