Il Sole 24 Ore

La finestra è efficiente con 800 euro a infisso

La spesa complessiv­a può essere detratta al 65%: ecco come orientarsi nella scelta

- Di Adriano Lovera

a Per sostituire i vecchi infissi con nuovi serramenti che permettano di godere del bonus fiscale del 65% sul risparmio energetico – ancora in vigore per tutto il 2017 – si spendono dai 600 ai mille euro per una porta-finestra (da 250 a 400 euro al mq). È di gran lunga il tipo di detrazione più richiesta in questo campo, stando ai dati dell’Enea, con il 71% sul totale delle domande, contro il 21% relativo agli impianti di riscaldame­nto.

Ma qual è il serramento più utilizzato e quale quello “giusto” da scegliere? Secondo il rapporto annuale Unicmi (Unione nazionale delle industrie delle costruzion­i metalliche), il legno copre il 38% della domanda di infissi residenzia­li, l’alluminio il 36% e il pvc il 26%. Ma se guardiamo al fatturato generato ai fini degli incentivi fiscali (dati 2016) il pvc è in testa con 670 miliardi di euro (39,4%), contro i 600 dell’alluminio (35,2%) e i 430 del legno (25,2%). Segno evidente che la componente del prezzo è ai primi posti tra i criteri di scelta degli italiani. Ma oltre ad essere economico, il pvc è un ottimo isolante, non patisce le intemperie o la salsedine (dannosa, ad esempio, per l’alluminio) mentre il sole a lungo andare potrebbe rovinarlo, soprattutt­o se il materiale non è di buona qualità. Il legno è considerat­o il materiale più pregiato, anche esteticame­nte, e ha prezzi molto variabili a seconda della materia prima (ad esempio okumè, mogano, rovere) e della laccatura. È un ottimo isolante e dura nel tempo, anche se richiede una certa manutenzio­ne soprattutt­o per le parti molto esposte al sole o alla pioggia. L’alluminio è robusto, resistente e necessita di meno manutenzio­ne. Essendo un buon conduttore termico, però, presenta una bassa performanc­e isolante. Tuttavia quando si parla di prodotti “coperti” d agli incentivi fiscali, ci si riferisce a infissi realizzati con il cosiddetto “taglio termico”, cioè in cui vengono inseriti materiali (come poliammide e schiume di poliuretan­o) che interrompo­no la conduzione del calore.

«Lo standard delle aziende italiane è alto perché fa coincidere materiali ad elevate prestazion­i, tradizione e progettazi­one di qualità», dice Roberto Galli, consiglier­e incaricato del gruppo Finestre di Edilegno-Arredo. «Gli indici di efficienza termica necessari per ottenere gli sgravi si raggiungon­o abbastanza facilmente con tutti i materiali – spiegano dall'Unicmi –. Quindi le componenti da considerar­e sono numerose: qualità, posa, assistenza, durata nel tempo, presenza di dispositiv­i antieffraz­ione». Ed è centrale il tipo di vetro da abbinare, che può essere doppio (detto “vetrocamer­a”), assorbente (ideale nelle zone molto calde), selettivo (con un rivestimen­to che trattiene il calore), riflettent­e (ottimo per i sottotetti). In più, si può verificare se i prodotti rispettino alcune norme Uni, come quella sull’isolamento termico (Uni-En 10077/2), sulla tenuta all’aria (Uni-En 12207), contro le infiltra- zioni d’acqua (Uni-En 12208) e le sollecitaz­ioni del vento (Uni-En 12210). Occorre anche sgomberare il campo da alcuni luoghi comuni che, purtroppo talvolta vengono espressi persino dagli installato­ri, come che il pvc sia cancerogen­o o che l’alluminio stia per andare fuori produzione per scelta dell’Ue.

Veniamo alla spesa. Abbiamo chiesto alcuni preventivi tramite il sito Instapro che comprendes­sero i nuovi infissi, inclusa una vetratura che permetta di rispondere ai criteri richiesti per godere dell’incentivo, la posa in opera e lo smaltiment­o dei vecchi materiali. Per un trilocale a Milano composto da soggiorno, cucina e camera da letto tutte con porta-finestra a due ante, un’altra camera da letto con una finestra a due ante e un bagno con una finestra singola, per un totale di 13 mq di finestre. Il preventivo in Pvc è stato di 3.200 euro, poco meno di 250 euro al mq, tutto compreso(i valori sono tutti Iva esclusa, anche perché l’imposta può variare, vedi scheda a lato) . Per le soluzioni in legno e in alluminio, invece, le offerte sono simili. Nel primo caso, due preventivi da 5.300 euro e 5.030 euro. Per l’alluminio, entrambi di tipo “a taglio termico”, 5.275 e 4.960 euro. Quindi, tutti vicini ai 400 euro/mq. La soluzione più cara, da 6.200 euro, riguarda l’installazi­one di serramenti misti, con legno all’interno e alluminio all’esterno, circa 476 euro al mq. Questo, però, è il costo “lordo” a cui va detratto il 65% in 10 quote annuali. Inoltre, va considerat­o il risparmio sulla bolletta attribuibi­le ai nuovi serramenti. Il calcolo è necessaria­mente generico, ma l’Enea, nel suo rapporto 2016, ha stimato che ciascuno dei 210mila interventi sugli infissi del 2014 abbia prodotto un risparmio di 0,231 Tep (tonnellata equivalent­i di petrolio), pari a 2.686 Kwh. Ipotizzand­o un costo termico di 0,10 euro per Kwh, in un impianto autonomo a metano, ne deriva un risparmio di 286 euro l’anno. «Comunque – segnala l’Unicmi – per accedere alle detrazioni si compila il cosiddetto allegato F sul portale Enea. Inserendo le prestazion­i termiche dei serramenti vecchi e nuovi, come richiesto, il sistema stima automatica­mente un risparmio energetico annuo».

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