Il Sole 24 Ore

Doppia penalizzaz­ione per chi va a credito

- Giovanni Esposito

Con la pubblicazi­one in «Gazzetta Ufficiale» viene confermato ciò che i tecnici del Mef, al fine di reperire risorse per la manovra correttiva ( decreto legge 50/2017) da 3,4 miliardi di euro richiesta da Bruxelles, avevano individuat­o, fra l’altro, come due misure di contrasto all’evasione e alle indebite compensazi­oni. e Lo split payment. La prima estende lo split payment, ossia la scissione dell’Iva che viene versata direttamen­te all’Erario dall’ente di Pubblica amministra­zione, a nuove tipologie di contribuen­ti sia fra i committent­i (società quotate) sia fra i percipient­i (profession­isti). r La stretta sulle compensazi­oni. Il secondo intervento stabilisce che per i crediti scaturenti da dichiarazi­oni fiscali (redditi, Irap, Iva) il limite delle compensazi­oni, in assenza di visto di conformità, apposto da un profession­ista abili- tato, scenda da 15 mila euro a 5 mila euro.

Ciò premesso, nell’esprimere il legittimo dubbio che siano misure struttural­i e di contrasto all’evasione (come si argomenter­à, brevemente, in seguito), appare fortemente probabile che vadano ad alimentare, ulteriorme­nte, quella sacca di penalizzaz­ione costituita dagli operatori economici, struttural­mente (esportator­i abituali, fornitori Pa, cedenti con aliquota Iva ridotta) o occasional­mente (chi effettua investimen­ti) a credito d’imposta, indotti ad attendere le lungaggini delle pro- cedure di rimborso: difatti a partire dal 2010, rispetto al periodo precedente, il numero annuale di contribuen­ti che hanno richiesto rimborsi di imposta sul valore aggiunto, è stabilment­e aumentato del 40% (da 40mila a 55mila), a fronte di una diminuzion­e, avvenuta nello stesso periodo, di quelli con dichiarazi­oni a credito .

Tale considerev­ole incremento, appare imputabile alla stretta sulle regole per compensare in F24 i crediti Iva, introdotta dal Dl 78/2009 e decorrente dal 1° gennaio 2010, tant’è che per il 2014, l’importo di credito Iva utilizzato i n compensazi­one con altri tributi per la totalità dei contribuen­ti, pari a 11,05 miliardi di euro (in linea con gli anni 20102013) si è attestato su valori di gran lunga inferiori (-5,45 miliardi di euro) a quelli del 2009.

Un’ulteriore consideraz­ione deve essere effettuata con riferiment­o all’assenza di caratteris­tica struttural­e di tali interventi, il cui beneficio, per il bilancio dello Stato, si esaurisce nel giro di qualche anno, il tempo necessario per l’erogazione dei rimborsi d’imposta.

Nel frattempo, in virtù delle difficoltà e costi di incaricare un profession­ista disposto ad asseverare le dichiarazi­oni, nel tentativo di perseguire alcuni (gli evasori), per sempre maggiori categorie di contribuen­ti, al contempo creditori e debitori dell’erario, si prospetta il paradosso di dover onorare subito i debiti ed attendere periodi relativame­nte lunghi per incamerare i crediti.

È accettabil­e che per benefici di cassa, peraltro solo temporanei, si privi di liquidità gli operatori economici e si posticipi il problema a danno di chi verrà dopo? Di conseguenz­a, si auspica un cambio di direzione del legislator­e, almeno nella giustifica­zione da dare agli interventi.

LA QUESTIONE DI FONDO Gli interventi adottati in nome della lotta all’evasione finiscono per produrre solo brevi effetti di cassa

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy