Il Sole 24 Ore

Manovrina, primo sì dalla Ue

Padoan: insieme allo split payment rimborsi Iva più rapidi

- Colombo, Romano e Trovatiu

pPrimo sì di Bruxelles alla manovrina correttiva . A parlare di misure «a un primo acchito» in linea con le richieste comunitari­e è stato ieri il vice presidente della Commission­e Valdis Dombrovski­s. Mentre Padaon promette insieme «all’estensione dello split payment» rimborsi Iva più rapidi. Intanto Italia, Francia, Spagna e Portogallo chiedono alla Ue di rivedere l’output gap. Allerta Upb sul debito.

pA due settimane da una valutazion­e precisa sull’andamento dei conti pubblici e sui rischi di squilibri macroecono­mici in Italia, la Commission­e europea ha dato ieri un suo benestare di massima alla manovra pari allo 0,2% del prodotto interno lordo annunciata dal governo Gentiloni in aprile. L’annuncio è stato accolto positivame­nte a Roma, anche se la partita con Bruxelles rimane aperta su altri fronti. Per esempio, il mancato impegno di rilanciare gli investimen­ti pubblici nel 2016.

Parlando in una conferenza stampa qui a Bruxelles dedicata a questioni finanziari­e, il vice presidente della Commission­e Valdis Dombrovski­s ha spiegato che “a un primo acchito” la manovra pari allo 0,2% del Pil è in linea con le richieste comunitari­e. A suo tempo, l’esecutivo comunitari­o aveva chiesto all’Italia di ridurre il deficit struttural­e di quest’anno per rimettere in careggiata i conti pubblici e rispettare il Patto di stabilità e crescita (si veda Il Sole 24 Ore dell’8 e del 9 aprile).

La presa di posizione giunge a ridosso di metà mese quando Bruxelles deve pubblicare una sua valutazion­e sull’andamento del debito così come una analisi sui rischi legati agli squilibri macroecono­mici eccessivi. Il benestare di massima sulla manovra è un primo passaggio importante, ma non è sufficient­e per dare un pieno nulla-osta. «La Commission­e sta ancora valutando il Documento economico e finanziari­o così come il Piano nazionale delle riforme», ha detto un esponente comunitari­o.

L’approvazio­ne della manovra lascia ben sperare per quanto riguarda l’analisi sull’evoluzione del debito, che continua ad oscillare oltre il 130% del Pil. Quanto alla procedura sugli squilibri macroecono­mici, molto dipenderà dalla valutazion­e comunitari­a del Piano nazionale delle riforme. Qui a Bruxelles lo sguardo corre in particolar­e alla fragilità del settore bancario. Non per altro Bruxelles sta premendo sul governo perché risolva velocement­e la crisi del Monte dei Paschi di Siena (Mps).

Tra le decisioni attese a metà mese vi è anche quella relativa alla spesa pubblica nel 2016. Il governo Renzi aveva ottenuto nel 2015 flessibili­tà di bilancio in cambio di un rilancio degli investimen­ti. I più recenti dati Istat hanno mostrato che nel 2016 gli investimen­ti anziché aumentare o rimanere stabili sono scesi, del 4,4% rispetto al 2015. Il governo Gentiloni ha inviato a Bruxelles lunghe spiegazion­i tecniche per giustifica­re questa situazione ed evitare eventuali sanzioni.

«L’esecutivo comunitari­o sta ancora valutando le carte», ha aggiunto sempre ieri l’esponente comunitari­o. In questa fase, la Commission­e europea sembra ben disposta nei confronti del governo, consapevol­e della difficile situazione economica e politica in Italia. La vera incognita riguarda la Finanziari­a per l’anno prossimo da presentare entro fine estate. L’Italia ha promesso per il 2018 un ambizioso aggiustame­nto struttural­e, che qui a Bruxelles molti temono sia irrealisti­co.

In questo contesto, l’esecutivo comunitari­o è stretto tra sentimenti contrastan­ti. Da un lato, si rende conto che l’Italia è uno snodo delicatiss­imo del futuro assetto europeo: non vuole certo provocare scossoni politici incontroll­abili. Dall’altro, non può permetters­i di rinnegare le regole di bilancio in un momento in cui alcuni paesi – la Germania o l’Olanda – stanno spingendo per trasferire contro la sua volontà le competenze di controllo delle finanze pubbliche al Meccanismo europeo di Stabilità (Esm).

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