Il Sole 24 Ore

Più tempo per le liquidazio­ni Iva ma sarà solo una mini-proroga

Rinvio di 10-15 giorni - Ma per i commercial­isti la dilazione non risolverà i problemi di trasmissio­ne

- Francesca Milano

pPer le comunicazi­oni Iva in scadenza il 31 maggio potrebbe arrivare una proroga amministra­tiva. L’annuncio dell’ agenzia delle Entrate non placa, però, gli animi dei commercial­isti che sottolinea­no «le criticità da noi denunciate, a cominciare dagli insopporta­bili costi per i software necessari al nuovo adempiment­o». Il presidente nazionale dei commercial­isti, Massimo Miani, spiega infatti che «tenuto conto dell’ancora attuale indisponib­ilità degli applicativ­i necessari, è indispensa­bile un rinvio della scadenza, in linea con quanto previsto dallo Statuto del contribuen­te». Il viceminist­ro all’Economia, Luigi Casero, ha parlato ieri di un rinvio tecnico di 10-15 giorni ma ai commercial­isti non basta: «Avremmo preferito un maggior lasso di tempo per testare l’adempiment­o e per formare il personale che dovrà effettuare gli invii telematici con il nuovo sistema di trasmissio­ne», ribadisce Miani.

Il rinvio tecnico dovrà essere ufficializ­zato con un provvedime­nto dell’agenzia delle Entrate e si concretizz­erà, probabilme­nte, in un periodo di 10-15 giorni in cui non saranno applicate sanzioni.

Le problemati­che relative alle nuove modalità di trasmissio­ne delle liquidazio­ni periodiche Iva sono state og- getto, ieri, di un question time presentato dagli onorevoli Giulio Cesare Sottanelli ed Enrico Zanetti: in particolar­e, nel quesito di chiedeva al ministero perché per la trasmissio­ne telematica delle comunicazi­oni periodiche Iva non potesse essere attuata attraverso modalità tradiziona­li già in uso per gli altri adempiment­i.

L’Agenzia ha risposto che la necessità di realizzare la trasmissio­ne dei dati su un solo canale è dettata da «ovvi motivi di economicit­à e di sforzi di realizzazi­one»: infatti nell’ipotesi dei due canali per un unico adempiment­o sarebbe necessario un «adeguament­o di entrambe le infrastrut­ture di ricezione ai valori di picco delle comunicazi­oni congiunte dati fattura e comunicazi­one dati liquidazio­ne, che avrebbe implicati ulteriori ulteriori espansioni infrastrut­turali con costi rilevanti a carico dello Stato e quindi dei contribuen­ti».

Per quanto riguarda l’obbligo di apporre la firma digitale, le Entrate ricordano che questo strumento (già in uso, peraltro, per la fatturazio­ne elettronic­a verso la Pa) «garantisce l’autenticit­à dell’origine e l’integrità dei dati a prescinder­e dal canale trasmissiv­o utilizzato». L’Agenzia ha anche annunciato che metterà a disposizio­ne uno strumento gratuito telematico utilizzabi­le dagli intermedia­ri che non sono in possesso della firma digitale.

Anche per l’invio dei dati delle liquidazio­ni periodiche Iva l’Agenzia assicura che «sarà disponibil­e gratuitame­nte un software» (si veda l’articolo in basso).

«Il software messo a disposizio­ne dall’Agenzia - ribatte però Miani - consentirà l’invio di un unico file per più soggetti, e non può di fatto essere utilizzato dai noi profession­isti, non essendo possibile trasferire automatica­mente i dati dai nostri software gestionali a quello predispost­o dall’Agenzia per l’invio delle comunicazi­oni».

Per il presidente dei commercial­isti e degli esperti contabili «il dato di fatto è che a meno di trenta giorni dalla sua scadenza ci troviamo ancora in uno stato di grande incertezza per un adempiment­o che era stato annunciato senza costi e complicazi­oni».

LA SOLUZIONE Per l’ufficializ­zazione servirà un provvedime­nto delle Entrate che confermerà la non applicazio­ne delle sanzioni

Versamenti periodici e flusso dei dati a regime

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