Le Borse vedono Macron più vicino all’Eliseo. Corre Parigi, Milano +2%
Dopo la vittoria di Macron nel confronto in tv con la Le Pen, i mercati scommettono sul candidato centrista come prossimo presidente francese: tutte le Borse in crescita, Milano chiude a +1,98%, ai massimi da gennaio 2016 (l’indice del comparto bancario salee del 3%); Parigi (+1,3%) torna ai livelli pre-crisi. Spread in forte calo.
Macron o Le Pen? Saranno gli elettori di Fillon, Mélenchon, Hamon e di tutti gli altri candidati esclusi dal ballottaggio a decidere la sfida. A loro si unirà una quota di francesi che non hanno votato al primo turno ma lo faranno al secondo. Infatti la Francia è quello strano paese – dal punto di vista di alcuni critici nostrani del ballottaggio – in cui a partire dal 1974 sono andati a votare più elettori al secondo turno che al primo (si veda sotto il grafico sull’affluenza). In sintesi, la sfida tra Macron e Le Pen verrà decisa da due fattori: l’affluenza alle urne e le seconde preferenze degli elettori dei candidati esclusi dal ballottaggio di domenica.
Questi due fattori sono in qualche modo collegati. È naturale che una parte degli elettori di Fillon, Mélenchon, ecc. non vada a votare al secondo turno. È certo però che una altra parte di loro lo farà e voterà uno dei due candidati in lizza. Chi? Il sondaggio realizzato dal Cise in Francia tra il 31 marzo e il 10 aprile ci fornisce alcune indicazioni preziose grazie alla stima della propensione al voto per i diversi partiti. L’acronimo inglese di questo indicatore è Ptv. Si calcola in base alle risposte a questa domanda: «In Francia ci sono diversi partiti e ognuno vorrebbe ottenere il suo voto. Qual è la probabilità che un giorno potrebbe votare per candidati dei seguenti partiti? Indichi la sua opinione su una scala da 0 a 10, dove 0 significa per nulla probabile e/0 estremamente probabile». Utilizzando questo indicatore si possono fare due cose: e calcolare l’elettorato potenziale di ciascun partito r stimare quanto gli elettori dei diversi partiti si sovrappongono tra di loro. Il tutto può essere descritto con il diagramma a cerchi riportato in basso. La dimensione dei cerchi è una stima dell’ampiezza dell’elettorato potenziale di ciascun partito. La loro sovrapposizione è una stima del numero di elettori che si dichiarano propensi a votare indifferentemente o quasi per due o più partiti. Non si tratta di una stima del voto ma di una stima della propensione al voto e, quindi, di una stima del bacino potenziale di ciascun partito, vale a dire della sua attrattività.
Il diagramma ci dice molte cose. e Il partito della Le Pen e quello di Macron hanno il potenziale elettorale maggiore, e non a caso sono i due candidati più votati al primo turno. r Gli elettorati del Front National e quelli del Partito socialista sono i più distanti tra loro. t Il movimento di Macron beneficia di una maggiore sovrappo- nibilità del suo elettorato con quello degli altri partiti/candidati indicati: in altre parole complessivamente un numero maggiore di elettori degli altri candidati è più propenso a votare Macron rispetto alla Le Pen. Questa è un’indicazione importante di quali siano le seconde preferenze degli elettori dei candidati esclusi dal ballottaggio.
In sintesi, il bacino elettorale cui può attingere Macron al secondo turno è più ampio di quello della Le Pen. Da qui discende il suo vantaggio sulla rivale. Ciò nonostante fa impressione notare la sovrapposizione di una fetta importante dell’elettorato potenziale di Fillon e di Mélenchon con quello della Le Pen. La conventio ad exludendum in chiave di “fronte repubblicano” non fa più presa come una volta su molti elettori francesi classificati una volta come di destra o di sinistra. Le Pen, grazie a immigrazione ed Europa, ha rimescolato le carte della politica francese. Per que- sto al ballottaggio andrà decisamente meglio del padre, pur avendo poche o nulle possibilità di vincere come dicono tutti i sondaggi di questi ultimi giorni.
Queste osservazioni sono confermate dalle analisi dei flussi fatta in base alle intenzioni di voto registrate nel sondaggio Cise. In questo caso i coefficienti dei flussi del sondaggio sono stati applicati ai risultati reali del primo turno. Il risultato è nel grafico “scenario 1”. Questa stima vede Macron battere la Le Pen con il 57,8% dei voti, contro il 42,2%. Si tratta di un risultato in linea con quello indicato dai più recenti sondaggi. Macron si avvantaggia soprattutto del suo netto successo tra gli elettori di sinistra, quelli che hanno votato Mélenchon e Hamon. La Le Pen tende a ottenere invece la maggior parte dei voti di Fillon, ma non in misura sufficiente a colmare il divario.
Tutto lascia credere che la domenica assisteremo alla vittoria di Macron. Ma vale la pena di fare un’ulteriore prova dell’attendibilità di questa affermazione simulando le condizioni alle quali il pronostico si potrebbe ribaltare. In altre parole, cosa dovrebbe succedere perché possa vincere la Le Pen? Il grafico “scenario 2” riassume la risposta. Come si vede, potrebbe vincere per esempio se si realizzassero queste condizioni: e che il suo margine presso gli elettori di Fillon salga; r che quello di Macron fra gli elettori di Mélenchon scenda; t che la rimobilitazione a suo favore tra gli astenuti del primo turno sia pari a quella di Macron; u che gli elettori di Dupont-Aignan votino in massa per lei. Insomma si tratta di una serie di condizioni molto stringenti che difficilmente si verificheranno tutte insieme, anche in tempi segnati da Trump e Brexit.
En Marche beneficia di una maggiore sovrapponibilità del suo elettorato con quello degli altri partiti