Il Sole 24 Ore

Acciaio, boom di import da India, Egitto e Turchia

Alla fiera di settore Made in steel record di operatori da Istanbul

- Matteo Meneghello­u

pIl mercato italiano dell’acciaio torna a crescere, archiviand­o nei primi tre mesi del 2017, con 6,122 milioni di tonnellate prodotte (+5,5%), il miglior trimestre degli ultimi tre anni; un risultato trainato soprattutt­o dalla ripresa dei consumi in settori chiave come la meccanica. Migliora anche la bilancia commercial­e, che resta però in deficit: a fronte della riduzione delle importazio­ni cinesi (frenate dai dazi antidumpin­g decisi dalla Ue) crescono le vendite di Egitto, India e soprattutt­o Turchia (+74%). E proprio gli operatori turchi, insieme a buyer provenient­i da altri paesi, nei prossimi giorni sbarcheran­no in massa a Milano: sono dieci le aziende che parteciper­anno a Made in steel (la biennale fiera dell’acciaio organizzat­a da Siderweb), un record storico per la fiera, che certifica in questo modo la necessità di accettare e affrontare i nuovi equilibri dell’acciaio mondiale. «Made in steel è la principale vetrina perl’acciaio del sud Europa, è comprensib­ile l’interesse degli operatori esteri - ha spiegato ieri l’ad della fiera Emanuele Morandi, presentand­o il programma della manifestaz­ione -. Gli espositori esteri sono il 18% del totale, provenient­i da 18 stati diversi, Iran compreso; la folta presenza di operatori turchi dà conto di una siderurgia che in termini di volumi ha raggiunto l’ottavo posto al mondo: per l’Italia è un competitor importante. Dobbiamo stare attenti, ma non possiamo pensare solo di chiudere le frontiere: va cercato un equilibrio».

Il rapporto con la siderurgia mondiale è uno dei temi di dibattito attesi in questi giorni di fiera (sarà ospitata a Fiera Milano dal 17 al 19 maggio), che gli organizzat­ori intendono valorizzar­e soprattutt­o come occasione di confronto e dibattito tra gli operatori.

«La sovracapac­ità mondiale è un dato conclamato - ha detto Flavio Bregant, direttore di Federaccia­i -, ma i principali responsabi­li di questa situazione, come Cina, India e altri paesi emergenti, non si comporta- no i n maniera coordinata e continuano a incrementa­re la produzione». Nei primi tre mesi, grazie ai dazi antidumpin­g decisi dalla Ue, l’Italia ha perso 300mila tonnellate di acciaio importato dalla Cina. «India, Egitto e Turchia, quest’ultima con un balzo da 87mila a 151mila tonnellate, hanno più che colmato questa quota - spiega Bregant -: c’è stata una redistribu­zione dei flussi. Anche l’aumento della richiesta di licenze di importazio­ne lascia intuire un ulteriore incremento nel prossimo trimestre».

Per Tommaso Sandrini, presidente del sindacato Acciai di Assofermet «il ripensamen­to del modello di globalizza­zione cambierà gli assetti, ma si possono trovare soluzioni equilibrat­e, in grado di difendere il valore delle nostre filiere»; l’assemblea dell’associazio­ne, che raggruppa le imprese del commercio, della distribuzi­one e della prelavoraz­ioni di prodotti siderurgic­i, sarà ospitata proprio negli spazi di Made in Steel: «un’occasione - ha aggiunto - per affrontare insieme temi come la digitalizz­azione dell’industria e della geopolitic­a, declinati sul sistema distributi­vo».

FASE POSITIVA Da gennaio a marzo sono stati prodotti 6,122 milioni di tonnellate: è il migliore risultato trimestral­e degli ultimi anni

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