Verso il modello banca «as a service»
«Siamo arrivati a una svolta epocale, segnata dal digitale e dalla crescita esponenziale delle banche virtuali. Le tecnologie mobile, social e biometriche hanno creato una nuova custormer experience di tipo seamless nei sistemi di pagamento e nelle transazioni di denaro». A parlare è Gilles Gade, chairman e ceo di Cross River Bank (la banca a cui si appoggia Transferwise, uno dei pochi unicorni fintech al mondo). Il suo intervento al FintechStage che si è tenuto ieri al Talent Garden Calapiana di Milano. Per vincere la sfida, e la cybersecurity fa parte di questa sfida, c’è quindi bisogno di sviluppare un nuovo paradigma per supportare il modello di “banking as a service” che costituisce la componente di front end. Quale? Il “banking as a platform”. Il cuore operativo della banca deve cioè trasformarsi per abilitare nuovi modelli di sviluppo delle applicazioni e nuovi modelli di gestione del patrimonio e delle conformità. «Non mi interessa possedere il consumatore, non è il mio scopo finale», questo il motto di Gade, «perché vogliamo solo essere una banca che opera come infrastruttura, come l’impianto idraulico del sistema. Per realizzare questo schema servono intelligenza artificiale e machine learning e serve aprirsi alla velocità di innova- zione delle startup».
Non è infatti un caso che molti investitori e venture capital vedano il futuro in forma di convergenza: le banche forniranno l’involucro regolatore e infrastrutturale e le fintech gestiranno l’interfaccia utente. Di questo avviso è sostanzialmente anche Savino Damico, Head of Digital Payment Intesa Sanpaolo Innovation Center, secondo cui «una banca tradizionale, se vuole sopravvivere, deve cambiare mantenendo la propria identità di operatore finanziario e una delle priorità in questo processo di cambiamento è la creazione di un vero e proprio ecosistema aperto». È un passaggio obbligato, ha detto il manager a FintechStage, e lo è sia a livello di business sia a livello tecnologico. «Siamo in una fase di rafforzamento del fintech in Italia», ha osservato infine Ignazio Rocco, Ceo di Credimi (piattaforma di lending che ha erogato circa otto milioni di euro di finanziamenti scontando oltre 500 fatture in meno sei mesi di attività). «Tutti gli utenti dei servizi finanziari sono sempre più naturalmente portati a ricercare soluzioni digitali e mobile, si tratta di un cambiamento culturale importante, dopo il quale assisteremo probabilmente ad una fase di consolidamento del mercato».