Il Sole 24 Ore

Salvaguard­ia «batte» Ape social

Per l’ottavo provvedime­nto di tutela presentate oltre 31mila domande - Sono state già accolte 7.600 istanze Ai penalizzat­i dalla riforma Fornero condizioni migliori rispetto all’«anticipo»

- Davide Colombo

pPer 7.674 esodati che hanno chiesto di accedere all’ottava salvaguard­ia varata dal Governo Renzi la buona notizia è arrivata: la loro domanda è stata accettata. Lo certifica il primo monitoragg­io Inps pubblicato ieri, con buona pace degli ex lavoratori che aspirano all’Ape social, i quali ancora aspettano i regolament­i per l’ammortizza­tore sperimenta­le che, nel biennio 2017-2018, dovrebbe consentire un anticipo assistenzi­ale in attesa della pensione.

I criteri da rispettare per concorrere all’ennesima edizione delle salvaguard­ie erano stati fissati in una circolare Inps di fine gennaio, le domande andavano presentate entro il 2 marzo. I posti in palio fissati per legge erano 30.700, le domande arrivate 31.852: accettate 7.674, respinte 7.902, giacenti (ovvero ancora al vaglio) 16.276.

Il maggior numero di domande sono state presentate da lavoratori in mobilità o in trattament­o speciale edile (con cessazione di contratto entro fine 2014 e maturazion­e dei requisiti pre-Fornero entro la fine dell’ammortizza­tore sociale): 14.380 le domande presentate e 2.072 quelle già accolte. Al secondo posto chi aveva un’autorizza- zione alla prosecuzio­ne volontaria della contribuzi­one prima della riforma del 2011 e che avrebbe avuto una pensione a decorrere tra il 2018 e il 2019: sono 6.138 le domande presentate e 2.768 le accolte. A seguire le altre categorie: chi ha cessato un contratto entro o dopo il giugno 2012, chi in congedo per assistere un disabile e la cui pensione scatta nel 2019, chi aveva un contratto a tempo determinat­o o in somministr­azione con contratto a tempo determinat­o (esclusi gli agricoli e gli stagionali) cessato tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011 con decorrenza della pensione dal 2018.

La crescita delle platee coperte dalle salvaguard­ie è stata costante dal 2011. Basti segnalare un caso per tutti: chi era in contribuzi­one volontaria, ovvero disponendo di un reddito sufficient­e pur senza un lavoro ha continuato a versare i contributi all’Inps. Il termine entro cui doveva scattare la decorrenza della pensione di questi soggetti è stato posticipat­o ben quattro volte: nel 2012, nel 2014, nel 2015 e nel 2016. E nel frattempo è stato loro riconosciu­to il diritto all’esodo anche in caso di rioccupazi­one a tempo determinat­o. Una tecnica legislativ­a che ha cambiato di volta in volta il valore facciale dei soggetti beneficiar­i e che è stata stig-

Posti disponibil­i e domande presentate. Dati aggiornati ad aprile 2017

Tipologia di lavoratori

In mobilità o trattament­o speciale edile

Contributo­ri volontari

Contributo­ri volontari senza versamento

Cessati entro il 30/06/2012

Cessati dopo il 30/06/2012

Cessati unilateral­i (licenziati)

In congedo per figli disabili

Tempo determinat­o e in somministr­azione

Totale complessiv­o matizzata in diverse occasioni dall’Inps e, l’anno scorso, anche dall’Ufficio parlamenta­re di Bilancio in un’analisi pubblicata in febbraio e che il vecchio Governo non ha tenuto in alcun conto.

Abissale la disparità di trattament­o tra questi nuovi esodati e gli aspiranti apisti sociali. Se per questi ultimi l’anticipo pensionist­ico può arrivare solo con 63 anni

Posti disponibil­i

Domande presentate compiuti e si è disoccupat­i ma con almeno 30 anni di contributi (36 se precoci), tra i neo-salvaguard­ati c’è invece qualche donna che andrà in pensione senza aver superato i 60 anni di età. Non solo. Se l’Ape social non potrà comunque superare i 1.500 euro lordi al mese, la pensione dell’esodato potrà essere ben maggiore, a seconda del profilo contributi­vo.

Vale la pena ricordare il costo dell’ottava salvaguard­ia: innesca una maggiore spesa pensionist­ica per 442 milioni nel biennio 20172018, e si sale a 1,880 miliardi cumulati nel 2023. A quell’altezza di tempo, come ha ricordato appena due giorni fa il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in una lettera inviata alla Commission­e Lavoro della Camera, la maggiore spesa pensionist­ica determinat­a dalle otto salvaguard­ie sarà attorno a un punto di Pil (16 miliardi) e avrà eroso oltre il 15% dei risparmi che erano stati previsti per la riforma del 2011 (88 miliardi nel decennio 2012-2021). Con l’ottava salvaguard­ia dovrebbe salire a 164.795 il numero di pensioname­nti garantiti con i vecchi requisiti. Dalla tabella riepilogat­iva sulle salvaguard­ie precedenti (pubblicata ad agosto scorso) emergono 128.079 domande accolte (172.466 il limite massimo di domande accoglibil­i) e 54.509 domande non accolte. Le pensioni già liquidate ai lavoratori salvaguard­ati erano 106.616.

Per un confronto la sperimenta­zione dell’Ape social nel biennio 2017-2018 dovrebbe avere un costo cumulato di 1,927 miliardi (il calcolo è fino al 2023 nella relazione tecnica alla legge di Bilancio), una maggiore spesa assistenzi­ale con cui verrebbe garantita un’indennità-ponte a 35mila ex lavoratori senior il primo anno e circa 43mila il secondo. Il Dpcm è al vaglio tecnico dopo i rilievi del Consiglio di Stato ma dovrebbe arrivare a giorni in Gazzetta Ufficiale, come ha annunciato ieri il ministro Giuliano Poletti al termine di un tavolo di confronto con i sindacati.

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