Enel, passa la lista del Mef Ok al bilancio
I fondi sono il primo socio in assemblea - Sì a bilancio e buy back fino a 2 miliardi
Passa per il rotto della cuffia la lista di candidati, sei in tutto, proposta dal ministero per l’Economia per il rinnovo del cda di Enel. Nel corso dell’assemblea degli azionisti, che ieri ha registrato una presenza record pari al 58,78% del capitale, la lista di maggioranza ha ottenuto voti pari al 29,4% del capitale, mentre quella di minoranza (3 candidati proposti dai fondi di investimento) ha avuto voti per il 29,1% del capitale, con una differenza dello 0,3 per cento. Il rischio che ci fosse un ribaltone tecnico è stato veramente alto.
L’assemblea era convocata, oltre che per il rinnovo del board, per l’approvazione del bilancio e di un piano di buyback fino a 2 miliardi di euro. Il capitale presente, pari al 58,78% del capitale, rappresenta una soglia mai raggiunta sinora: il 23,6% è rappresentato dal ministero dell’Economia, il 5,054% del capitale risulta detenuto da Blackrock, a fronte di una quota posseduta dagli investitori istituzionali presenti pari al 35% del capitale della società elettrica (i fondi rappresentano oggi il 54% del capitale di Enel).
Le attese sull’affluenza in assemblea qualche preoccupazione sulla possibilità che la lista dei candidati del board potesse non riuscire ad avere la maggioranza dei voti l’aveva creata. La quota degli investitori, pari al 35% del capitale, era ben superiore a quella del Mef. E i fondi in genere votano la lista di minoranza. Anche se quest’anno una serie di novità ci sono state: la società di proxy, Glass Lewis, ha dato ai suoi clienti (fondi che avrebbero una quota attorno al 5% del capitale di Enel) l’orientamento di votare per la lista di maggioranza. E così ha dichiarato anche il rappresentante dell’Enpam, la cassa previdenziale dei medici, che detiene lo 0,3% del capitale di Enel. Un pacchetto potenziale di voti pari a circa il 5,5 % del capitale della società elettrica che ieri ha fatto davvero la differenza. Lo statuto di Enel, già dallo scorso anno, prevede che in caso di “ribaltone” tecnico sia previsto un meccanismo che consenta di riassorbire nella lista di minoranza i candidati di quella di maggioranza. Ma certo l’attivazione di quella clausola non sarebbe stata un bel segnale, soprattutto in una fase in cui i governi europei tendono a proteggere le proprie controllate da rischi di contendibilità non gradite.
«Il titolo oggi ha raggiunto un massimo storico dal 2011», ha osservato ieri Starace riferendosi al prezzo di 4,53 euro per azione raggiunto dal tito- lo Enel, con un rialzo superiore al 2 per cento.
Il bilancio 2016, che ha chiuso con un utile netto di 3,2 miliardi (+12%), e la distribuzione di un dividendo di 0,18 euro (+12%, con una cedola da 430 milioni per il Mef), è stato approvato con il 99% dei voti. Anche la delega al riacquisto di titoli fino a un controvalore di 2 miliardi di euro è passata con il 98% dei voti.
Rispondendo alle domande degli azionisti Starace si è soffermato vari aspetti del business del gruppo. Parlando della riduzione dell’utilizzo del carbone nelle centrali termoelettriche, il manager ha spiegato che nel 2015 sono stati prodotti a carbone 86 twh a livello globale, mentre nel 2016 la soglia è scesa a 72 twh (da 36 a 28 twh in Italia, con un calo del 22 per cento). Enel non produrrà più energia utilizzando il carbone entro 10-15 anni. L'ad di Enel ha anche commentato con favore la decisione del governo di rinviare di anno, dal giugno 2018 al giugno 2019, la fine del mercato di maggior tutela. «È un fatto positivo, perché questo dà più tempo per stabilire i criteri della transizione e non crea disagi ai 22 milioni di clienti che non hanno deciso di passare al mercato libero». Per quanto riguarda l’investimento in Open Fiber, la società controllata in jv con Cdp, Starace ha detto che il progetto è in pieno svolgimento ed è in fase avanzata la cablatura di Perugia, Bologna, Torino, sta entrando i n esercizio Venezia, mentre si sta iniziando a lavorare i n 10 nuove città. «Nelle prossime settimane verrà avviata l’attività in altre 80 città», ha aggiunto il manager.
«L’azione Enel ha registrato un significativo incremento di valore nel triennio: il prezzo è aumentato di circa il 40% e, se consideriamo anche i dividendi distribuiti, il valore creato per gli azionisti è stato pari a circa il 60% (total shareholders return +58%, ndr) – ha detto ieri la Grieco -. Risultati che si confrontano con una performance decisamente meno brillante dell’indice italiano e di quello settoriale, rimasti sostanzialmente stabili nel periodo considerato».
Starace ha ricordato come nel 2016 siano stati raggiunti tutti i target. «L'Ebitda ha superato il target di 15 miliardi di euro principalmente grazie alle performance superiori alle attese registrate dal mercato retail in Italia ed in Spagna. Un trend che migliorerà nel prossimo triennio. L'utile netto ordinario è stato pari a 3,2 miliardi di euro», ha detto il manager.