S&P conferma il rating sul debito dell’Italia: «La ripresa è in corso»
Istat: economia in crescita ma segnali di decelerazione
S& P conferma il rating BBBsull’Italia, con outlook stabile: «La ripresa è in corso» spiega l’agenzia. Intanto l’indicatore dell’Istat segnala che ad aprile l’andamento dell’economia «resta positivo ma evidenzia una decelerazione».
Nulla di fatto, come atteso dal mercato. Ieri Standard & Poor’s ha confermato il rating “BBB-” dell’Italia e le prospettive restano “stabili”: e non poteva essere altrimenti, le proiezioni di questa agenzia di rating sui fondamentali italiani restano buone, anche se non tali da portare a una promozione. Per i mercati, la conferma è un sollievo: di tutte le agenzie di rating quella che non deve modificare l’outlook in negativo sull’Italia - come ha fatto lo scorso dicembre Moody’s - è proprio S&P’s perché la sua “BBB-” è l’ultimo gradino a livello di investimento, sotto il quale inizia la categoria dei rating a livello speculativo o meglio noti come “junk”, spazzatura. Le prospettive di S&P’s invece restano “stabili” in quanto i suoi esperti ritengono che il governo italiano continuerà a implementare riforme strutturali e fiscali per rilanciare la crescita e al tempo stesso stabilizzare il rapporto debito/Pil. L’outlook è dato stabile per un altro motivo: una politica monetaria della Bce accomodante fin tanto da spingere all’insù l’inflazione italiana (che S&P’s prevede all’1,2% quest’anno e all’1,4% nel 2018).
In quanto alla crescita, prevale la prudenza. Per S&P’s, l’Italia crescerà quest’anno dello 0,9% e dell’ 1-1,2% nel 2018-2020, uno sviluppo economico solido ma debole e che quindi continua a rendere vulnerabile un Paese così ultraindebitato: ancora ieri S&P’s ha ricordato che il debito/ Pil netto italiano resta il terzo più alto tra i 130 Paesi con rating sovrani assegnati dall’agenzia. Il debito/Pil dell’Italia tuttavia, in base alle proiezioni di S&P’s, si sta stabilizzando: viene dato in lieve salita dal 130,5% del 2016 al 131,3% di quest’anno e al 131,7% del 2018 prima di iniziare una lenta discesa al 131,5% nel 2019 e 131,4% nel 2020, con una crescita del Pil reale sopra l’1 per cento. In quanto al deficit, S&P’s spiega che la sua previsione al 2,3% quest’anno è peggiore di quella del governo al 2,1%, dovuta alla diversa previsione sulla crescita del Pil.
Finora nel 2017 l’Italia ha incassato due declassamenti: a gennaio DBRS ha tolto l’ultima “A” (Alow) con la retrocessione a BBB high e outlook stabile mentre in aprile è stata la volta di Fitch, che ha tagliato l’Italia dalla BBB+ (risalente al 2013) alla BBB stabile. Moody’s non ha declassato l’Ita-
IL NODO DEBITO Il debito/Pil è ancora il terzo più alto tra i 130 paesi valutati ma in base alle proiezioni si sta stabilizzando e inizierà una lenta discesa nel 2019
lia quest’anno ma lo scorso dicembre ha modificato l’outlook da stabile a negativo. S&P’s è l’unica delle quattro grandi a non aver cambiato di recente la sua posizione: la “BBB-” con prospettive stabili è stata assegnata nel dicembre del 2014 e da allora è cambiata, né in bene né in male. Proprio perché Standard & Poor’s detiene il rating italiano più basso sulla soglia del livello speculativo, il suo ammonimento nel caso la situazione dovesse peggiorare è lapidario: potrebbe declassare l’Italia nel caso in cui giungesse alla conclusione che il governo non può implementare politiche per la crescita e la sostenibilità dei conti pubblici.