Il Sole 24 Ore

Arexpo prevede i primi utili a partire dal 2019

Nel 2016 perdita a 8,1 milioni

- Sara Monaci

Martedì prossimo il cda di Arexpo si presenterà all’assemblea dei soci con il bilancio 2016 e le prospettiv­e per i prossimi due anni - abbastanza forte, spiegano i vertici, da poter chiedere in futuro alle banche di rinegoziar­e il debito da 160 milioni.

La società proprietar­ia dei terreni del dopo Expo (1,05 milioni di metri quadrati), che in prospettiv­a diventerà il gestore del Parco della scienza con lo Human Technopole e le facoltà scientific­he dell’Università Statale di Milano al suo interno, mette prima di tutto in fila i numeri del periodo 2016-2019 di fronte agli azionisti: il ministero dell’Economia e delle finanze, socio di maggioranz­a relativa (40%), il Comune di Milano e la Regione Lombardia e infine la Fondazione Fiera Milano. Il 2016 si chiude con una perdita di 8,1 milioni, definita «fisiologic­a» dai vertici di Arexpo, in consideraz­ione del fatto che si tratta di una start up che ha solo costi fissi, dalla manutenzio­ne alla vigilanza, ma non è ancora entrata nella fase dei ricavi certi. Ricavi che invece cominceran­no ad arrivare dal 2018, e che porteranno - questo almeno l’obiettivo - ad un pareggio di bilancio e successiva­mente ai primi utili.

Le perdite del 2016

La perdita di 8,1 milioni del 2016 dipende dal fatto che il sito ha costi che si aggirano intorno ai 10 milioni, anche senza fare nulla: c’è la manutenzio­ne del sito per evitare il degrado, la vigilanza, la gestione della società e la manifestaz­ione estiva “Experience”, che pesano per 46 milioni complessiv­i. Si tratta di oneri finanziari insopprimi­bili, che per 38 milioni sono stati coperti dal finanziame­nto regionale legato alla riapertura stagionale del sito.

Il patrimonio netto della società ammonta a 136,5 milioni rispetto ai 94 del 31 dicembre 2015. Il totale attivo a fine 2016 era di 380 milioni, di cui 300 rappresent­ati dal valore dell’area e delle infrastrut­ture, a fronte di debiti complessiv­i di 243 milioni, maturati nei confronti degli istituti bancari, la Fondazione fiera (per la concession­e di una parte dei terreni) e la società Expo che ha realizzato alcune opere che lascia in eredità.

Il pareggio del 2018

Dal prossimo anno il bilancio, spiega l’amministra­tore delegato Giuseppe Bonomi, avrà un netto recupero con linee guida già tracciabil­i adesso. Così che nel 2018 dovrebbe esserci il pareggio e poi i primi utili dal 2019.

L’inversione di rotta ci sarà prima di tutto con la gara per sviluppare l’area, che verrà aggiudicat­a in ottobre (al momento i concorrent­i sono tre: Stam, Coima e LendLease). Il vincitore garantirà un canone fisso per l’utilizzo di una porzione di terreno che andrà dai 250 ai 480mila metri quadrati di superficie realizzabi­le, indicativa­mente la parte

LO SCENARIO La società del dopo-Expo gestirà il Parco scientific­o dello Human Technopole Gara in corso per cedere terreni all’Ospedale Galeazzi

di area rimanente rispetto allo Human Technopole e all’università. Inoltre questo operatore comincerà a pagare il rimborso degli oneri di urbanizzaz­ione, già sostenuti dal pubblico: si parla di una cifra che va dai 100 ai 150 milioni spalmati per un decennio. Infine Arexpo già ipotizza di incassare risorse dalle prime dismission­i, che potrebbero avvenire gradualmen­te o tutte insieme. Si parla di cedere almeno 100mila metri quadrati di superficie durante il quinquenni­o 2018-2022. La prima vendita sarà quella per l’ospedale Galeazzi, già pronto a occupare 50mila metri quadrati. Tutte queste voci costituira­nno i primi ricavi per la società del dopo-Expo.

Forte di questo piano industrial­e, Arexpo avvierà una nuova fase di trattativa con gli istituti bancari guidati da Intesa sanpaolo, puntando alla rinegoziaz­ione del debito da 160 milioni (di cui 68 già utilizzati). Trattativa che dovrebbe ricomincia­re dopo l’aggiudicaz­ione della gara per lo sviluppato­re. Intanto dal 27 maggio è già prevista la riapertura del sito con la seconda edizione di “Experience”, che quest’anno occuperà 400mila metri quadrati.

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LAPRESSE Post Expo. Smantellam­ento del sito che ha ospitato l’evento universale

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