Ma non da tutti i pesi ci si può affrancare
Alcune forme di debito non possono essere eliminate: ecco quali
Le procedure di esdebitazione previste dalla legge 3/2012 — all’epoca ribattezzata “salva suicidi” — sono sicuramente molto utili per i soggetti che si trovano in una situazione di sovraindebitamento. Ma non sono strumenti per tutti, ammissibili per ogni genere di debito e di facile successo: la legge pone dei vincoli e dei paletti per l’accesso a queste procedure e per ottenere l’esdebitazione al termine di esse. Innanzitutto, l’accordo di composizione della crisi, il piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio sono solo per quei soggetti non soggetti alla legge fallimentare. Quindi le imprese commerciali e le società non possono accedervi. Inoltre, non possono richiedere una procedura di questo genere i debitori che vi abbiano già fatto ricorso nei cinque anni precedenti.
Un altro genere di limitazione riguarda i tipi di debiti che possono essere oggetto della forma di ristrutturazione prevista per queste procedure: la legge infatti prevede che alcune somme dovute dal debitore non possano essere oggetto di un haircut, cioè una riduzione per- centuale. «Per quanto riguarda il piano del consumatore e l’accordo di composizione della crisi, gli unici debiti da pagare integralmente sono quelli che il codice definisce come impignorabili ( come crediti alimentari e sussidi, stipendi, salari e altre indennità, ndr). Per quanto riguarda i crediti privilegiati o ipotecari, è possibile richiedere che non vengano ripagati integralmente ma sarà necessaria una perizia sul valore di mercato di tali beni che dimostri che non possono garantire il soddisfacimento integrale del credito » , spiega Massimiliano Campeis, avvocato dello studio Campeis. In pratica, se il valore dell’immobile oggetto di credito ipotecario risulta inferiore alla cifra dovuta, la banca dovrà accettare una riduzione del proprio credito.
Un altro aspetto importante per ottenere l’omologa dell’accordo o del piano del consumatore è che il debitore non abbia colposamente contribuito alla situazione di sovraindebitamento, per esempio continuando a chiedere prestiti in misura non proporzionata alle proprie disponibilità patrimoniali. «In generale, si tratta di procedure complesse dove c’è un filtro di ammissibilità che fa sì che l’iter per arrivare all’omologa sia tutt’altro che scontato», osserva Campeis. E anche una volta terminata la procedura, per l’esdebitazione sono previsti dei paletti: il debitore deve dimo- strare di avere collaborato alla procedura e di non averla ritardata, di avere prodotto reddito o di avere comunque cercato lavoro senza rifiutare impieghi senza giustificato motivo. Ma di alcuni tipi di debiti non ci si può liberare comunque: «Restano esclusi in radice i debiti da obblighi di mantenimento e alimentari, gli obblighi derivanti da risarcimento del danno per responsabilità extracontrattuale, le sanzioni penali e amministrative, ma anche i debiti fiscali accertati successivamente al deposito della domanda sulla base della conoscenza sopravvenuta di nuovi elementi», precisa Campeis.