Precipita il prezzo del bond Alitalia
Il bond Dolce Vita in due anni ha perso l’85% del suo valore Ryanair e Easyjet sono emissioni a basso rischio
Nel crollo di Alitalia è coinvolto anche il suo Bond Dolce Vita, sottoscritto quasi per intero da Generali. Nel 2015 era stato salutato come un segnale di fiducia nell’ambito di un complessivo piano di rilancio: a meno due anni di distanza ha perso l’85% del suo valore. «Il Bond Dolce Vita scadenza 2020 – racconta a Plus24 Claudia Segre, presidente Global Thinking Foundation - aveva già sofferto del primo round di contrattazioni con il sindacato all’indomani della pubblicazione del piano industriale 2017-2020 e a metà gennaio aveva subìto una correzione delle quotazioni al prezzo di 80, poi un crollo rovinoso a 60 nel mese di marzo e infine l'ultima umiliazione da quota 45 nel mese di aprile all'attuale prezzo poco sopra 15”. Era prevedibile? Probabilmente sì, visto che “nonostante offrano rendimenti relativamente elevati, i bond sono in generale poco adatti a finanziarie le compagnie aeree – dice Fraser Duff, Investment Director, Fixed Income di Standard Life Investments – che sono caratterizzate da natura ciclica nei ricavi combinata con la volatilità dei costi del carburante e costi del lavoro relativamente inflessibili, con una forza lavoro altamente sindacalizzata e alti benefit al momento del pensionamento”. E dunque, Alitalia non resterà sola a leccarsi le ferite. “Anche i bond di Air Berlin – sostiene Paolo Geuna, Financial Analyst di TenderCapital - trattano prezzi che sottolineano le profonde difficoltà finanziarie in cui è incorsa, anche se a differenza di Alitalia che è già a tutti gli effetti in condizione di default, la tedesca resta aggrappata al sostegno di investitori esteri e in particolare degli Emirati che ne detengono circa il 30%”.
«Le quotazioni delle obbligazioni emesse da Air Berlin – rileva Segre – sono a ridosso di un rendimento dell’8,5%: in circolazione ci sono oltre 600 milioni di euro con scadenza massima al 2019. L’accoppiata Air France - KLM ha emesso invece 20 obbligazioni per un totale di 5,3 miliardi di euro e una cedola media del 4,14% e scadenza media ponderata di 3,5 anni. Mentre Lufthansa con 1,5 miliardi emessi ha ancora spazio per ripresentarsi sul mercato».
Tra le emissioni che sembrano in- teressanti, figurano proprio Lufthansa o Southwest Airlines, con tagli minimi rispettivamente da mille euro e duemila dollari. «Il primo (vedi tabella, ndr) – spiega Geuna - è un titolo fixto-floater, che incorpora un rischio medio-alto per via della subordinazione ma che offre un rendimento interessante nell'era dei tassi a zero. Il secondo incorpora, invece, il rischio valuta essendo denominato in dollari Usa, ma presenta un rapporto rischio/rendimento interessante con uno yield pari al 3,5% circa e fondamentali solidi che riducono sensibilmente il rischio controparte”. Il livello di rischiosità cala notevolmente per le obbligazioni di Ryanair e EasyJet, «porti sicuri a livello di fondamentali, ma con l’inconveniente di presentare tagli minimi di 100mila euro», sottolinea Geuna. Infine, è possibile trovare valore negli Enhanced Equipment Trust Certificates (EETCs). «Si tratta di strumenti – conclude Fraser - che, pur essendo emessi da compagnie aeree individuali, sono legati ai velivoli. Di conseguenza questo significa che come investitori si è meno esposti al rischio di downside legato alle emissioni che influenzano le singole compagnie aeree, poiché la flotta di aeromobili ha comunque un valore di realizzo, benché rimanga l’esposizione ai rischi più ampi legati all’industria».
I Bond emessi dalle principali compagnie aeree