Il Sole 24 Ore

Sull’obbligazio­ne Credem è basso il grado di rischio

Il titolo subordinat­o del Credito Emiliano oggi ha soltanto il 3% di probabilit­à di subire una perdita

- Marcello Frisone

La buona salute della banca, accompagna­ta dalla scadenza ravvicinat­a del titolo tra meno di un anno, rendono basso il rischio sull’obbligazio­ne emessa dal Credito Emiliano nonostante sia un bond subordinat­o e, al momento, potrebbe esserci qualche difficoltà nella vendita.

il bond credito emiliano

L’obbligazio­ne subordinat­a Lower Tier II emessa nel marzo 2012 (scadenza 2018) corrispond­e cedole con frequenza trimestral­e a tasso misto: per il primo anno le cedole sono state di importo fisso pari al 6% annuo mentre per i restanti cinque anni l’importo è variabile ( Euribor a tre mesi più il 4% annuo). Consideran­do che l’indice è negativo da aprile 2015 le ultime sette cedole sono state inferiori al 4%, un valore comunque molto elevato considerat­o l’attuale regime di tassi. La restituzio­ne del capitale, poi, avviene dal marzo 2014 fino a scadenza tramite un piano di ammortamen­to in cinque rate costanti annuali: quattro delle cinque rate sono state rimborsate e l’ultima è prevista per la scadenza al 30 mar- zo 2018. Considerat­o ciò, l’ammontare in circolazio­ne al momento di questa obbligazio­ne è abbastanza ridotto (poco più di 4 milioni).

Il titolo, inoltre, è negoziato sulla piattaform­a MoT di Borsa Italiana anche se negli ultimi mesi gli scambi sono molto rarefatti: il valore delle quotazioni va letto dunque con cautela, dato che ci potrebbero essere bruschi movimenti nell’andamento del prezzo. A parte questo aspetto connesso alla liquidità del titolo l’altro principale fattore di rischio è il vincolo di subordinaz­ione presente nel contratto. Infatti, in caso di dissesto della banca questo titolo sarebbe potenzialm­ente soggetto alla procedura del bail-in e si rischiereb­be l’azzerament­o del suo valore.

la situazione della banca

Questa ipotesi appare però al momento assai remota data la vita re- sidua del titolo inferiore all’anno e la buona salute di cui gode l’emittente. Il Credem, infatti, ha chiuso in utile l’ultimo bilancio (come avviene già dal 2000) e le azioni della banca hanno recuperato circa il 30% del loro valore negli ultimi sei mesi, benefician­do anche della buona performanc­e da inizio anno del comporto bancario italiano. Anche i coefficien­ti patrimonia­li da rispettare sono tutti superiori ai minimi imposti dalla Bce e rivisti lo scorso dicembre.

Per quanto riguarda la qualità del credito il Credem ha un ammontare lordo di crediti deteriorat­i (Npl) di 1,4 miliardi, di cui 860 milioni rappresent­ati da sofferenze. I crediti deteriorat­i lordi incidono per circa il 6% sul totale degli impieghi, anche questo dato è nettamente inferiore alla media italiana che supera il 10%.

gli scenari di probabilit­à

«Queste consideraz­ioni - fanno sapere da Ifa Consulting - si riflettono sull’analisi di rischio rendimento. Il titolo ha infatti una probabilit­à del 3,05% di avere un rendimento negativo con un valore medio di recupero di 21,2 euro su 100 di nominale (una perdita cioè di 78,8 euro) e una probabilit­à del 96,95% di ottenere a scadenza 103,43 euro su 100 di nominale.

Il fair value del bond - concludono gli analisti veronesi - è di 101,11 euro e il grado di rischio dell’investimen­to è basso». Attuale profilo di rischiosit­à, che emerge con gli scenari probabilis­tici, del bond subordinat­o emesso da Credem nel marzo 2012

Investimen­to iniziale pari a 100 euro

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