Etc sul petrol io? Un asset per fare trading a breve
Faccio riferimento alla lettera pubblicata il 22 aprile 2017 con oggetto l’investimento sul petrolio con due Etf a leva. Io ho preferito evitare la leva ed investire sul petrolio, attratto da una imponente campagna pubblicitaria di Société Générale, con un Etc con codice Isin XS1073722297, comprato il 24 febbraio 2015 con il petrolio a 58 dollari e il cambio euro/dollaro Usa 1,139. Dopo essere sceso fino a 30 dollari si è visto un recupero fino a 55 dollari con una perdita del 5 per cento che andrebbe algebricamente sommata ad un recupero del dollaro rispetto all’euro del 7% ,il che vuol dire che il replicante avrebbe dovuto registrare un utile del 2%, invece mi trovo a contabilizzare una grossa perdita del 40 per cento. ro, ma i risultati si sono rivelati molto differenti.
«Al momento dell’acquisto l’Etc scambiava a 24,9 euro, mentre il prezzo del petrolio Wti era nei pressi dei 52 dollari; il tasso di cambio Euro-Dollaro si posizionava a quota 1.134 – precisa Rubiu –. Da tale data l’Etc ha perso oltre il 47%, mentre il petrolio il 5,6% i n dollari e poco più dell’1% in euro; nel frattempo, il dollaro ha guadagnato il 4% nei confronti dell’euro».
Anche in questo caso, il lettore non ha investito in barili fisici di petrolio ma in uno strumento che replica un indice di futures sul Wti (West Texas Intermediate).
«In questa tipologia di indici, i futures in scadenza devono essere periodicamente sostituiti con altri nuovi per mantenere la posizione e tale meccanismo, definito rolling, determi- na una divergenza tra l’andamento dell’Etc ed il prezzo del sottostante».
Rispetto al caso precedente non si manifesta l’effetto compounding, presente nei prodotti short o a leva, ma l’effetto contango permane: per il petrolio, solitamente, i prezzi dei futures in scadenza si avvicinano ai prezzi spot (correnti), inferiori a quelli futures da acquistare. Chi investe in un Etc che replica un indice di futures, pertanto, registra perdite anche i n caso di aumento del prezzo del greggio, con un’intensità che dipende dalle condizioni di mercato.
È i mportante sottolineare come il problema non risieda nella funzionalità di questo strumento oppure di altri ma nella funzionalità del mercato delle commodities non investibili direttamente.
«Non possiamo che ribadire il nostro consiglio di lasciare questi strumenti ad investitori esperti e con elevata propensione al rischio, possibilmente affiancati da consulenti competenti – conclude Rubiu –. Non è sufficiente rinunciare alla leva finanziaria per mettersi al riparo da rovesci consistenti».
Questa tipologia di strumenti non è consigliata per il cosiddetto cassettista, che detiene i titoli per un elevato orizzonte temporale, ma piuttosto per l o speculatore, che sfrutta le fasi favorevoli di mercato per ottenere guadagni a breve termine.