Dalla Brexit sguardi tra la City e Milano
aver posto le condizioni per sottrarre a Londra lo scettro di piazza finanziaria di riferimento poiché i principali operatori internazionali perderanno il passaporto europeo e dovranno trasferire le proprie sedi operative dalla City all’interno dell’Ue. Lo stesso mercato immobiliare londinese ha già dato segnali di forte preoccupazione. Certo, tutto dipenderà dai negoziati che stanno per partire tra Londra e Bruxelles.
L’ambizione londinese di divenire Hub mondiale della finanza islamica rischia quindi di ridimensionarsi?
Le banche del GCC, i cui membri sono Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar, che hanno da anni una grande copertura nell’industria finanziaria britannica grazie alle filiali insediatisi, quali Qatar Islamic Bank, Alburaq Bank, Mashreq, Abu Dhabi Islamic Bank, già dallo scorso referendum hanno ipotizzato una delocalizzazione su altre città europee; come del resto anche le maggiori banche convenzionali come JP Morgan, Goldman Sachs, Bank of America, Citigroup e Morgan Stanley. Parimenti le istituzioni finanziarie islamiche, che vorrebbero un accesso preferenziale al mercato europeo Shariah-compliant, guardando al richiamo finanziario islamico in Francia e Germania.
C’è qualche l’Italia?
speranza per
Milano sta lavorando per accogliere le istituzioni e le imprese finanziarie europee, anche islamiche, in uscita da Londra, posto che la finanza Sharja-compliant non è incompatibile con la normativa italiana già esistente. Più in generale c’è però da dire che l’Ue è oggi troppo articolata per trovare un’alternativa agile a Londra: i vari Paesi dell’Unione dovrebbero forse organizzarsi in un network quale rete sinergica metropolitana.
Non è facile quindi togliere lo scettro della finanza islamica a Londra?
In tale contesto nebuloso, la Brexit potrebbe giovare in realtà alla stessa Londra, il cui obiettivo è proprio quello di diventare un porto franco in grado di catalizzare miliardari dal mondo - e dunque finanza cinese ed islamica-, favorire il fin- tech e il trading delle energie pulite: un centro off-shore collegato alle capitali d’Europa.