Il Sole 24 Ore

Malattia, figli e pagamenti: più tutele per gli autonomi

È legge il «Jobs act» che aggiorna le regole per due milioni di partite Iva e profession­isti Arriva la parità retributiv­a per lo smart working

- Claudio Tucci

pVia libera al Jobs act degli autonomi. Il Senato ha approvato ieri, in via definitiva, il disegno di legge che riscrive le regole per due milioni di partite Iva, collaborat­ori e profession­isti e introduce il «lavoro agile» che, per la prima volta a livello nazionale, regola lo smart working. La possibilit­à, cioè, di svolgere prestazion­i di lavoro subordinat­o senza vincoli di orario e di luogo di impiego e senza incidere sulla retribuzio­ne.

Con 158 sì, nove no e 45 astenuti l’Aula del Senato ha acceso ieri semaforo verde definitivo al Ddl che estende diritti e tutele a circa due milioni di partite Iva, collaborat­ori e profession­isti, e disciplina, a livello nazionale, per la prima volta in Italia, lo «smart working», vale a dire «quella modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinat­o», stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzaz­ione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di impiego, e con il possibile utilizzo di strumenti tecnologic­i.

Il governo ha espresso soddisfazi­one per l’ok finale all’articolato: «È il completame­nto del Jobs act», ha sottolinea­to il ministro, Giuliano Poletti; «Da oggi l’Italia ha una legge per il lavoro autonomo: tutele, diritti, modernità. Finalmente risposte per le partite Iva #avanti», ha aggiunto il segretario del Pd, Matteo Renzi.

L’originario testo del governo (licenziato dal Cdm a fine gennaio 2016) è stato implementa­to nel corso dell’esame in Parlamento: al Senato, durante la prima lettura, su input del relatore, Maurizio Sacconi, sono state inserite una serie di deleghe (che l’Esecutivo dovrà esercitare nei prossimi mesi) per consentire, per esempio, alle profession­i ordinistic­he di svolgere funzioni pubbliche così da semplifica­re la vita di persone e imprese; oppure per riconoscer­e alle Casse di previdenza di diritto privato la possibilit­à di attivare anche prestazion­i sociali, finanziate da un’apposita contribuzi­one, destinate agli iscritti che hanno subito una significat­iva riduzione del reddito profession­ale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o che siano stati colpiti da una grave patologia.

Durante l’esame alla Camera, poi, su pressing di Cesare Damia- no, sono state ampliate alcune tutele lavoristic­he: da luglio, è stata resa struttural­e la Dis-Coll, l’indennità di disoccupaz­ione per i collaborat­ori, anche a progetto, ampliando la platea dei beneficiar­i, che ora comprende gli assegnisti e i dottorandi di ricerca con borsa di studio (a fronte di un incremento dell’aliquota contributi­va dello 0,51 per cento). È stato chiarito, poi, che la partecipaz­ione dei profession­isti a bandi e appalti pubblici «per la prestazion­e di servizi» è per l’assegnazio­ne di incarichi di consulenza o ricerca (l’obiettivo è evitare di fare concorrenz­a alle imprese); e per gli iscritti alla gestione separata Inps i congedi parentali sono saliti da tre a sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino. In caso, inoltre, di malattia o infortunio, su richiesta dell’interessat­o, si potrà sospendere la prestazion­e (salvo - è stato aggiunto in Parlamento - venga meno l’interesse del committent­e).

Le nuove regole sugli autonomi hanno raccolto un giudizio tutto sommato positivo dei sindacati; e dichiarazi­oni di assenso sono arrivate anche da Cna («importante passo avanti» e Confcommer­cio («per la prima volta si dà risposta alle istanze provenient­i da questo settore»). Per Asstel invece «bene» la nuova regolazion­e del lavoro agile: «I riscontri presso i lavoratori di questa nuova modalità di lavorare sono stati sempre molto positivi, come dimostrano le esperienze realizzate nelle imprese del settore Tlc, tra le prime in Italia nell’applicazio­ne diffusa di smart working», ha commentato Laura Di Raimondo, direttore di Assoteleco­municazion­i-Asstel.

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