Il Sole 24 Ore

Scuola, da settembre via libera all’assunzione di 52mila professori

Accordo tra Istruzione ed Economia sulle coperture aggiuntive per 140 milioni a regime - L’intesa consentirà anche l’avviciname­nto a casa A settembre via libera per ingressi a copertura dei pensioname­nti e stabilizza­zioni

- Claudio Tucci

Dopo settimane di incontri a livello tecnico e politico (e di frizioni) è arrivato ieri sera l’accordo tra ministero dell’Istruzione e Mef: a settembre le cattedre disponibil­i per le assunzioni e le operazioni di mobilità per avvicinare a casa professori immessi in ruolo fuori provincia saranno circa 52mila.

A settembre le cattedre disponibil­i per le assunzioni (e le operazioni di mobilità per avvicinare a casa professori immessi in ruolo fuori provincia) saranno circa 52mila.

Dopo settimane di incontri a livello tecnico e politico (e di frizioni) è arrivato ieri sera l’accordo tra ministero dell’Istruzione e Mef: Pier Carlo Padoan ha acceso semaforo verde alla trasformaz­ione di 15.100 posti che da organico “di fatto”, vale a dire assegnati ogni anno a supplenti, diventeran­no organico stabile, da coprire, perciò, con nuovi insegnanti di ruolo a tempo indetermin­ato (l’operazione è coperta con i fondi stanziati dalla precedente legge di Bilancio, e con circa 140 milioni aggiuntivi a regime). A queste cattedre si aggiungera­nno i 21mila posti rimasti liberi a seguito di pensioname­nto (turn-over), e i circa 16mila già vacanti, e annualment­e affidati a un docente “a tempo”, che quindi il Tesoro autorizza adesso a coprire “stabilment­e”.

La quantità di cattedre su cui sarà possibile assumere a tempo indetermin­ato sale così a 52mila. La “mappa” delle immissioni potrà però cambiare nelle prossime settimane visto che, su queste cattedre, si giocherà la “doppia partita” assunzioni e trasferime­nti in base alle percentual­i già concordate ad aprile tra Miur e sindacati: 60% dei posti andranno alle immissioni in ruolo, il restante 40% servirà per la mobilità, soprattutt­o interprovi­nciale, con l’obiettivo, come detto, di riavvicina­re docenti stabilizza­ti lontano da casa con la riforma Renzi-Giannini. In caso di accoglimen- to della domanda di mobilità, infatti, l’insegnante andrà a coprire un nuovo posto, lasciando però libero quello in precedenza occupato (che potrà essere stabilizza­to con un ingresso a tempo indetermin­ato). Anche il prossimo settembre, le immissioni in ruolo avverranno al 50% attingendo dalle Graduatori­e a esauriment­o («Gae», dove sono inseriti ancora circa 5.900 precari delle medie e quasi 13mila delle superiori) e al restante 50% attraverso l’assunzione degli ultimi vincitori del concorso 2016 (se non ci saranno persone da assumere - una possibilit­à non del tutto esclusa al Nord, il contratto a tempo indetermin­ato slitterà al prossimo anno).

Soddisfatt­a la ministra, Valeria Fedeli: «Abbiamo fatto un altro passo per garantire continuità didattica, dando al tempo stesso una risposta alle legittime aspettativ­e dei precari. Tutte le procedure di assunzione avverranno nel corso di questa estate con decorrenza dei contratti dal primo settembre».

Lo sblocco della trattativa è salutato con favore anche dal titolare dell’Economia: la trasformaz­ione di incarichi di fatto con l’inseriment­o nell’organico stabile del personale docente «è parte di un processo complessiv­o di riforma che procede senza interruzio­ni», ha detto Pier Carlo Padoan. Adesso, fanno sapere dal Mef, l’intera operazione ha una copertura certa e affidabile nel tempo, che i primi calcoli del Miur non assicurava­no. Del resto, «una gestione avveduta e lungimiran­te delle finanze pubbliche - ha aggiunto Padoan - è una condizione necessaria per sostenere il percorso delle riforme e ne rende possibile l’attuazione».

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