Il Sole 24 Ore

Unipol sale al 9,9% di Bper e scioglie l’alleanza con il Banco

Verso lo scioglimen­to della partnershi­p con Verona

- Laura Galvagni

pUnipol ha il 9,9% di Bper, è pronta a sostenere il management della banca «nel perseguime­nto degli obiettivi industrial­i» ma «esclusivam­ente in un’ottica di sviluppo stand alone». Quanto alla partnershi­p con Banco Bpm «non ci sono ancora le condizioni, al momento, per prolungare gli accordi». Carlo Cimbri, ceo del gruppo Unipol, presenterà oggi i risultati del primo trimestre della compagnia assicurati­va ma, in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, ha deciso di affrontare anche quello che è il tema caldo del momento per la società: i rapporti con il mondo bancario e le possibili evoluzioni.

Partiamo dai risultati. Gli analisti stimano utili in crescita rispetto all’anno precedente compresi tra i 145 e i 150 milioni per UnipolSai. E un combined ratio di poco superiore al 96%.

Il risultato del primo trimestre è piuttosto ordinario, in linea con quanto previsto. Per quanto riguarda il combined ratio lavoriamo per stabilizza­rlo.

Le previsioni sul volume del vita sono per una forte contrazion­e dei premi, superiore al 50%. Come lo spiega?

È una tendenza che è già in corso da diversi trimestri ed è legata alla scelta, volontaria, di limitare la produzione per il ramo I che riteniamo eccessivam­ente rischioso in questa fase.

Possibile che possa aver inciso anche un minor contributo del canale di bancassicu­razione?

È una conseguenz­a di quanto spiegavo sopra, lo stop al ramo I impatta anche sulla distribuzi­one allo sportello.

A proposito di bancassura­nce, a che punto siete con il Banco Bpm nelle trattative per il rinnovo dell’intesa?

La partnershi­p scade a fine anno e abbiamo tempo fino a fine giugno per prolungare gli accordi. Allo stato, però, non ci sono elementi che facciano ipotizzare una possibile proroga. Continuere­mo a discutere ma non ci sono i presuppost­i per proseguire, considerat­o che Banco Bpm ha altre priorità legate alla fusione.

Credecheno­nvalgapiùl­apena investire nella bancassura­nce?

La bancassura­nce per come abbiamo imparato a conoscerla fino ad oggi non ha più senso. Il canale bancario resta un canale interessan­te ma va rivisto il modello. In che modo? Con Bper oggi abbiamo un’intesa standard ma stiamo studiando uno schema diverso. Con loro e con gli amici della Popolare di Sondrio stiamo discutendo per prolungare gli accordi distributi­vi oltre la normale scadenza, nel 2019.

Avete anche una partecipaz­ione del 5% in Bper e sul mercato da tempo si vocifera che siate saliti a un passo dal 10%.

In accordo con il management abbiamo acquistato una partecipaz­ione del 5%. Questa è la quota stabile, poi come investimen­to finanziari­o abbiamo rilevato altre azioni e oggi siamo 9,9%.

Possibile che quel pacchetto aggiuntivo cambi natura diventando strategico?

Lo vedremo. Per ora è così. La quota stabile è quella 5% e non a caso all’assemblea della banca ci siamo presentati solo con il 5% e non abbiamo depositato ne prestato le altre azioni.

I nuovi accordi di bancassura­nce quindi devono passare anche da una partecipaz­ione nel capitale dell’istituto?

Nell’ottica di una compagnia questo dà stabilità poiché rende più duraturo il rapporto. Inoltre se c’è una presenza nell’azionariat­o c’è più equilibrio nella gestione dei reciproci interessi.

In quanto soci forti che ruolo intendete giocare nella banca?

Intendiamo supportare il management nel perseguime­nto degli obiettivi industrial­i. E le nozze con Unipol Banca? La questione Unipol Banca non è in discussion­e e non lo è mai stata. Ora siamo occupati nella realizzazi­one del progetto di bad bank che ci terrà impegnati per tutto l’esercizio. Piuttosto, riguardo a Bper auspichiam­o che la banca raggiunga i target prefissati, questa trimestral­e non può soddisfarc­i. Quindi vogliamo dare stabilità al management perché possa rendere profittevo­le l’istituto. Attendiamo con grande interesse il piano industrial­e e il piano per ridurre il peso degli npl ed evidenteme­nte le nostre valutazion­i sulla quota dipenderan­no dalla credibilit­à dei piani.

Il settore delle popolari però potrebbe essere coinvolto in un’ulteriore ondata di consolidam­enti, Bper che ruolo potrebbe avere?

Supportiam­o la banca affinché si concentri sui target nell’attuale configuraz­ione stand alone. Non mi pare che in questa fase di mercato sia consigliab­ile distoglier­e l’attenzione dalla gestione operativa.

Riguardo il piano per la bad bank?

È la soluzione definitiva e risolutiva per i problemi di Unipol Banca. Abbiamo il dovere di difendere tutti i nostri asset. E questo progetto testimonie­rà che Unipol ha la forza patrimonia­le e la solidità per portarlo a compimento senza chiedere alcun aiuto agli azionisti.

L’INTRECCIO «La bancassura­nce per come abbiamo imparato a conoscerla finora non ha più senso. Il canale bancario resta interessan­te ma va rivisto il modello»

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Al vertice di Unipol. Carlo Cimbri

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