La banca che piace alle banche
Dopo la Cina, il Qatar: se c’è una banca che in Europa non ha problemi di capitale e che può vantare la fiducia dei più potenti investitori del mondo - a cominciare da arabi e cinesi - quella è certamente Deutsche Bank. Nessun concorrente europeo, nemmeno quelli inglesi, sembra ormai poter competere con il colosso bancario tedesco sullo scacchiere finanziario mondiale, sia come ruolo sui mercati sia come polo di attrazione per i grandi investitori strategici. Non che sia immune dai rischi o estranea alle crisi, ma vuoi per il suo passaporto vuoi per il suo ruolo-chiave nella Corporate Deutschland, la banca di Francoforte sembra ormai il «salotto buono» della globalizzazione. Eccesso di derivati in bilancio, multe miliardarie, scandali finanziari e inchieste non sembrano nemmeno scalfirla : con un CET1 al 14% e la patrimonializzazione più alta d’Europa, Deutsche Bank è il modello bancario egemonico nell’eurozona, spina nel fianco degli svizzeri nel wealth management e dei colossi Usa nel corporate e investment banking. Ma il vero fatto nuovo è ora la trasformazione della compagine societaria: lo status di public company non è per ora in discussione, ma il quadro sta cambiando. Se si somma infatti il 10% acquistato dai cinesi di Hna con la quota a cui punta la famiglia reale del Qatar (la richiesta alla Bafin è di salire fino al 25%, ma a breve si parla del 10%) i due azionisti esteri potrebbero quasi assumere il controllo del board: con il 20% avrebbero insieme più di un quinto del flottante e la più alta concentrazione di diritti di voto a memoria dei mercati. Se poi il Qatar decidesse di andare fino al 25%, lo scenario sarebbe ancora più clamoroso: da banca tedesca a banca araba? Comunque sia, già oggi Deutsche sembra essere la «banca delle banche», l’istituto con il più alto numero di concorenti nel suo capitale. Colossi come Merrill Lynch , Goldman Sachs, Norges Bank, Credit Agricole, Jp Morgan, Hsbc Holding, Credit Suisse First Boston, Commerzbank e Citigroup, solo per citare i nomi più noti, hanno in portafoglio di proprietà quota tra lo 0,6% e il 2,7% del capitale Deutsche.