Il Sole 24 Ore

Determinan­te l’alleanza di tutte le partite Iva

- Fe. Mi.

pGaetano Stella, presidente di Confprofes­sioni, ha seguito i lavori del Jobs Act con altre associazio­ni profession­ali non ordinistic­he, e cioè , Confassoci­azioni, Acta e Alta Partecipaz­ione.

Com’è nata questa alleanza?

È nata un anno e mezzo fa dopo l’iniziativa «Non è un paese per profession­isti». Lì abbiamo capito che unendo le forze senza distinzion­i tra ordinistic­i e non, avremmo ottenuto più risultati. Come è poi accaduto per ottenere l’ accesso ai fondi comunitari e quando ci siamo opposti all’aumento della contributi per gli iscritti alla gestione separata.

Qual è il perno del Jobs act autonomi?

Sono le tutele e i diritti riconosciu­ti a lavoratori che prima ne erano privi. Una necessità che in questi anni si è fatta più stringente, dato che al lavoro autonomo si rivolgono anche i soggetti usciti dal lavoro dipendente e chi non trova modo di accedere a altre forme occupazion­ali.

Quali sono gli aspetti incentivan­ti di questa norma?

La formazione, che è certa- mente una leva che consente di restare sul mercato.

È importante anche l’accesso ai bandi delle pubbliche amministra­zione che dovranno includere, quando di competenza, anche i profession­isti. Una norma che rende anche definitivo e non più provvisori­o fino al 2020 il diritto per i profession­isti di accedere ai fondi europei e che sottolinea il valore economico delle profession­i nelle prestazion­i di servizi.

Qual è la prossima mossa?

Confidiamo nell’apertura del tavolo tecnico con il ministero del Lavoro per discutere di previdenza e welfare, già accennati nel Jobs act ma che richiedono ulteriori approfondi­menti.

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Gaetano Stella. Presidente di Confprofes­sioni

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