Il Sole 24 Ore

I superbonus danno i primi segnali allargati

- Carlo Andrea Finotto @andreafin8

Non è la prima volta, negli ultimi mesi, che la produzione industrial­e illude, salvo poi, puntualmen­te, riservare una doccia tiepida, se non gelata, con la rilevazion­e successiva. Senza andare troppo indietro nel tempo, è accaduto anche lo scorso gennaio dopo il clamoroso balzo (+7,1%) del dicembre 2016. Ora, però, qualche motivo in più per guardare con una certa fiducia ai prossimi mesi esiste. Il primo riguarda la coralità degli incrementi settoriali che hanno contribuit­o a formare il +2,8% di complessiv­o di crescita tendenzial­e. Dai beni di consumo – durevoli e non durevoli – ai beni intermedi passando per i beni strumental­i, gli incrementi sono tutti abbondante­mente al di sopra del 3%. Unico settore a segnare il passo è ancora una volta l’energia. Una coralità che si percepisce meglio nel dettaglio delle attività economiche: non è più soltanto la corsa dei mezzi di trasporto a “drogare” il dato finale. La farmaceuti­ca, ad esempio, fa registrare una crescita analoga (+9,5%); incrementi generosi riguardano anche metallurgi­a e raffinazio­ne, chimica, tessileabb­igliamento, alimentare. Il secondo motivo che potrebbe giustifica­re una maggior fiducia rispetto al passato è che dietro al dato di marzo si stiano dispiegand­o gli effetti del piano Industria 4.0 e le varie azioni di governo, i cui effetti dovrebbero coinvolger­e l’intero sistema produttivo manifattur­iero italiano, in una ideale reazione a catena. I risultati dell’inchiesta del Sole 24 Ore sull’impatto nel 2017 di Industria 4.0 per la meccanica strumental­e – pari a 2,8 miliardi di ricavi aggiuntivi sul mercato italiano – lasciano ben sperare.

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