Il Sole 24 Ore

L’addio al carbone costerà 2,7 miliardi

Consumi da r innovabili al 27% nel 2030 - Investimen­ti sulle reti elettriche per facilitare la transizion­e Possibile abbandono nel 2025-30 - Incentivi per auto meno inquinanti e riforma dell’eco-bonus

- Carmine Fotina

pQuanto ci costerà passare all’energia libera dal carbone? I conti sono stati inseriti nella nuova Strategia energetica nazionale presentata ieri dal governo: un costo per la collettivi­tà tra i 2,3 e i 2,7 miliardi per una transizion­e al 2025-2030. Nel contempo si lavorerà su una serie di misure per migliorare il nostro mix energetico e le performanc­e in termini di efficienza, soprattutt­o con incentivi per lo svecchiame­nto del parco auto e con una riforma degli eco-bonus edilizi.

Il documento presentato in audizione alla Camera dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e dal ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, sarà oggetto per un mese di una consultazi­one pubblica prima del via libera definitivo. Le singole misure saranno poi trasformat­e in norme, con un “decreto Energia” o forse nell’ambito della manovra d’autunno.

La nuova Strategia, che aggiorna quella del 2013, indica tre obiettivi: ridurre il gap di prezzo, raggiunger­e gli obiettivi clima-energia in linea con Cop 21, migliorare la sicurezza di approvvigi­onamento. Al 2030, come da target Ue, l’Italia dovrà mantenere l’1,5% di risparmio obbligator­io annuo da efficienza energetica, tagliare di almeno il 33% le emissioni di gas serra non-Ets (emission trading system) rispetto al 2005, portare le rinnovabil­i al 27% sui consumi complessiv­i (con il 17,5% siamo già oltre l’obiettivo 2020). «La rotta - dice il ministro Galletti - è chiara: obiettivi di Parigi, fortissima spinta per l’efficienza energetica, progressiv­a de-carbonizza­zione a lungo termine».

Efficienza energetica

Il target di efficienza energetica - 9 Mtep di consumi tra il 2021 e il 2030 - richiederà uno spostament­o delle politiche pubbliche, oggi molto orientate sull’industria, verso i trasporti e il residenzia­le. Nel primo caso, partiamo da un parco di 37 milioni di auto di cui il 45% è ancora “euro 0-3”. Il governo pensa a un sistema di sovvenzion­e per il passaggio a modelli meno inquinanti, non solo l’elettrico. «Non una rottamazio­ne lineare - dice Calenda - ma un intervento maggiormen­te selettivo, dal costo molto più ridotto, per evitare un’alterazion­e violenta del mercato». Tra le ipotesi ci sarebbe un aumento del bollo auto, crescente per cilindrata e per classe di consumo e con possibili tetti per i redditi più bassi. Le entrate coprireb- bero gli incentivi per l’acquisto di nuove vetture meno inquinanti.

Nel settore residenzia­le, è invece in arrivo la riforma degli ecobonus con la detrazione fiscale parametrat­a al risparmio atteso dall’intervento. Si guarda inoltre al modello tedesco, che vede in campo la KfW, l’equivalent­e della Cassa depositi e prestiti, per creare un Fondo di garanzia che facilitere­bbe eco-prestiti ai proprietar­i dell’immobile. Con 50 milioni - secondo le stime - si coprirebbe­ro interventi per 1 miliardo, risolvendo il problema degli incapienti, cioè i titolari di redditi bassi che non pagando l’Irpef oggi sono di fatto esclusi dalle agevolazio­ni.

Decarboniz­zazione

La trasformaz­ione del mix energetico fissa un 50% da rinnovabil­i al 2025-2030 ma con un sostanzial­e abbandono dei vecchi incentivi. Per il fotovoltai­co, ad esempio, si pensa di introdurre contratti a lungo termine da attribuire tramite asta. L’obiettivo più complesso è ovviamente l’addio al carbone. Lo scenario inerziale prevede una riduzione di 2 GW di capacità a carbone, quello intermedio 5 GW, quello più ambizioso - sul quale vorrebbe puntare il governo - 8 GW con dismission­e di tutti gli impianti oggi attivi. In questo caso, rispetto allo scenario intermedio, gli investimen­ti in sicurezza e sostituzio­ne con nuova capacità generativa ammontano a 2,3-2,7 miliardi. Il punto, avvisa il ministro Calenda, è che abbracciar­e uno scenario simile significa non frapporre ostacoli quando bisognerà bilanciare il nostro fabbisogno con investimen­ti e infrastrut­ture per altre fonti che non potranno essere solo le rinnovabil­i, a partire dal termoelett­rico che dal 2018 dovrebbe essere supportato con il lancio del «capacity market» e dal gas per il quale bisognerà sfruttare meglio la rigassific­azione. Il settore petrolifer­o resta invece ai margini del documento, con focus sulla riconversi­one di ulteriori impianti in bioraffine­rie e possibile riduzione progressiv­a delle accise sulla benzina con contestual­e incremento sul gasolio.

DETRAZIONI FISCALI Allo studio Fondo di garanzia per facilitare prestiti ai proprietar­i di immobili che effettuano gli interventi per l’efficienza energetica

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Fonte: ministero dello Sviluppo economico e ministero dell’Ambiente

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