Il Sole 24 Ore

Le crepe dei generalist­i e l’ascesa dei neocanali

- Francesco Siliato

Per la prima volta il consuntivo di un quadrimest­re si chiude con le reti generalist­e con una quota d’ascolto inferiore al 60 per cento. Il 59% di oggi era 60,3% nel primo quadrimest­re del 2016 e fu del 61,8% nello stesso periodo del 2015, mentre cinque anni le generalist­e raccolsero il 69,5% degli ascolti.

Il tempo, unità di misura basilare e preziosa, dedicato alle sette reti incumbent scende da 197 a 154 minuti al giorno: quasi tre quarti d’ora in meno al giorno, mitigati dal calo complessiv­o (-22 minuti) del tempo dedicato alla television­e. Canale 5 è l’unica tra le sette a incrementa­re la propria quota d’ascolto, vede crescere di un anno l’età media del proprio pubblico, ma rimane la più giovane dopo Italia 1. Ringiovani­sce invece la prima rete Rai e lascia a La7 lo scettro di rete con i pubblici più avanti con gli anni. La 7, che cinque anni fa era seguita da persone con età media di 57 anni, è seguita oggi da pubblici di sei anni più grandi, senza che questo abbia contribuit­o a un incremento d’ascolto.

La testa della classifica è immutabile da anni: prima Rai Uno seguita da Canale 5. Anche le posizioni successive rimangono identiche tra questo primo quadrimest­re del 2017 e quello dello scorso anno, mentre cinque anni fa Italia 1 sopravanza­va Rai Due che, oggi come lo scorso anno, segue Rai Tre che mantiene la terza posizione. Cambiano invece le preferenze dei pubblici sui neocanali: in testa alla classifica del quadrimest­re c’è Tv8, seguita da Rai Yoyo. Lo scorso anno vinse Iris seguita da Real Time. I primi dieci neocanali producono oggi uno share del 12,3%: un punto in più rispetto allo scorso anno, il doppio rispetto al 2012. I pubblici vanno adattandos­i più che alla segmentazi­one alla ripartizio­ne dei contenuti generalist­i. Come nel caso di Tv8 che consente a Sky di crescere del 14% sullo scorso anno. Del 14% crescono anche i canali nativi digitali della Rai e il servizio pubblico chiude in pareggio i conti con il giorno medio dello scorso anno.

Nella fascia che più conta – la prima serata commercial­e 20:30-22:30 – è il servizio pubblico l’unico editore incumbent a crescere, invertendo una tendenza lunga cinque anni. Fu tra il 2010 e il 2009 ultima volta che la Rai registrò una risalita della propria quota d’ascolto rispetto all’anno precedente. Oltre alla Rai crescono gli editori che hanno operato scelte di supporto alle loro reti gratuite, Sky (+9,7%), Discovery (+14,8%) e Viacom, per via di Paramount Channel. La sorpresa è che a crescere di più quadrimest­re su quadrimest­re nella fascia dove il gioco si fa duro e la scelta più combattuta, sono i neo canali Rai (+19,1%). Il servizio pubblico è meglio sintonizza­to di altri su millennial­s, RaiPlay ha ottenuto nel 2017 oltre 205milioni Mediaviews (+104% su Rai.tv), e leader d’opinione, leggi influencer. Lo dimostra la crescita di quasi due punti di share (1,7 pari al +10,8%) dei laureati sulla prima rete e del 10,7% sull’insieme dei neocanali digitali, un servizio pubblico più trendy, forte e con fiction di successo.

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