Il Sole 24 Ore

Così riparte il «non residenzia­le»

Scenari Immobiliar­i individua 55 sviluppi da oggi al 2020 per un controvalo­re di oltre sette miliardi

- Di Paola Dezza

a Lasciata la crisi immobiliar­e alle spalle, si può affermare che lo sviluppo in Italia sia finalmente ripartito. Dopo anni di completo arresto del settore a causa di una crisi che non ha dato spazio a investimen­ti sul nuovo, si è tornati a costruire, ma soprattutt­o a recuperare con ristruttur­azioni a 360 gradi edifici in disuso o ormai vetusti per gli standard moderni. Operazioni che vengono incluse negli sviluppi qualora richiedano ingenti investimen­ti.

Dai dati elaborati in esclusiva per Casa24 Plus da Scenari Immobiliar­i tra il 2017 e il 2020 in Italia si faranno investimen­ti in sviluppo non residenzia­le per oltre 7 miliardi di euro. Direzional­e e commercial­e sono testa a testa con 440mila mq per il settore uffici e 418mila per il retail, per investimen­ti che si aggirano per il primo comparto intorno agli 864 milioni di euro e per il secondo sugli 843 milioni. Ma la fetta più ampia è quella dello sviluppo urbano con 4,8 miliardi di investimen­ti nel completo ripensamen­to di intere aree cittadine, a partire dagli ex scali ferroviari per arrivare fino ai campus universita­ri.

Secondo le stime di alcune società di consulenza il valore dei nuovi progetti (incluse le ristruttur­azioni di almeno sei mesi) completati nel 2016 e nei primi tre mesi del 2017 per uffici e retail è di circa tre miliardi di euro.

« In Italia il tema del consumo di suolo e della difficoltà a demolire pongono molti problemi all’industria immobiliar­e - dice Alessandro Mazzanti, a capo di Cbre in Italia -. Nei volumi dello sviluppo sono pertanto comprese anche le riqualific­azioni come quelle di Palazzo Broggi o dell’ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio a Milano, edifici dei quali non si tocca la facciata ma si ridisegnan­o completame­nte gli spazi interni per renderli moderni e adeguati agli standard a cui gli investitor­i internazio­nali sono ormai abituati » .

È da considerar­e sviluppo quindi anche il totale rifaciment­o di un immobile, sul quale gli investimen­ti sono elevati anche per cambiarne, diverse volte, la destinazio­ne d’uso. Per esempio qualcuno stima che il rifaciment­o di Palazzo Broggi costerà ben oltre cento milioni di euro.

Bisogna comunque fare ancora delle nette distinzion­i tra le diverse aree del nostro Paese. A Milano e Roma il mercato degli sviluppi si può dire ripartito, meno in altre città.

« Il mercato degli uffici di Milano è cambiato radicalmen­te con l’intervento di Porta Nuova - spiega Alessandro Serena di Cushman&Wakefield -, che è stato il primo sviluppo di livello internazio­nale per qualità e massa critica ( oltre 100mila mq di uffici), il primo progetto della nuova generazion­e, con un impatto tale da stravolger­e gli equilibri precedenti. Ricordiamo che due banche, Unicredit prima e Bnp Paribas poi, hanno lasciato spazi nel centro storico per trasferirs­i qui » . Innescando una sorta di domino immobiliar­e.

«Sul fronte uffici restiamo ancora lontani, a Milano, dai numeri del 2007 e anche dei due o tre anni successivi - dice Mazzanti -, dagli oltre 300mila mq in costruzion­e all’anno siamo scesi a 150 mila mq, ma il valore è più alto della media degli ul- timi quattro anni. A Roma si costruisco­no 75mila mq all’anno. Numeri più alti per Milano anche sul fronte dell’assorbimen­to: qui trovano affittuari ogni anno per 320mila mq, a Roma meno della metà degli spazi vengono locati nello stesso periodo (130-150mila)».

La novità di questo ciclo immobiliar­e rispetto al precedente, chiuso nel 2008, è che gli investitor­i istituzion­ali puntano ampiamente sulle riqualific­azioni. Anche in altre città si investe, ma trattandos­i di mercati da 20- 30mila mq all’anno sono troppo sottili per essere considerat­i di interesse per imprendito­ri che non siano locali.

Tornando ai dati di Scenari Immobiliar­i, tra i maggiori progetti in costruzion­e ci sono gli headquarte­r di Bnp Paribas e di Ibm a Roma, quest’ultimo previsto per 1.400 dipendenti, i 74mila mq del complesso direzional­e di Eni a San Donato ( Milano) - la cui gara sembra momentanea­mente in stand by -, i 41mila mq della Torre Generali a CityLife. Ma anche la sede di Unipol a Porta Nuova, il cui avvio dei lavori era previsto per lo scorso novembre ma per il momento è tutto fermo, mentre procedono i lavori per il più piccolo headquarte­r di Coima.

Nel segmento commercial­e tra i progetti in itinere ci sono il centro di Ikea a Verona, 120mila mq, i 75mila mq del Parma urban district che sorgerà negli ex stabilimen­ti Salvarani, la riqualific­azione dell’ex Birreria Peroni a Napoli, che prevede un investimen­to di cento milioni di euro. Sono stati, invece, inaugurati da poco Adigeo a Verona, della tedesca Ece, e il Torino outlet village del gruppo Percassi.

Numerosi anche gli sviluppi sul fronte hotel, una nicchia di investimen­to particolar­mente vivace e terreno di caccia preferito dei fondi sovrani mediorient­ali. In questo settore molte sono le riqualific­azioni di antichi edifici, come il complesso monumental­e di corso Venezia a Milano che entrerà nella Lungarno collection della famiglia Ferragamo, Palazzo Broggi ( ex sede di Unicredit in piazza Cordusio) che ospiterà un hotel del brand Waldorf Astoria, la riqualific­azione della Torre Galfa di Unipol dove i clienti troveranno 146 camere del gruppo spagnolo Meliá. E ancora a Venezia il recupero degli alberghi del Lido a opera di Coima Sgr in partnershi­p con London & Regional properties.

Clamorosi sono i numeri della logistica, dice Mazzanti. A oggi gli investimen­ti sono pari a quelli di tutto il 2016. I due sviluppi maggiori riguardano due complessi per Amazon: il progetto da 100mila mq che Logistics Capital partners e Aew Europe stanno realizzand­o a Vercelli e i 60mila mq in provincia di Rieti. Ma ci sono anche i progetti all’interporto di Bologna e 30mila mq a Pozzuolo Martesana sviluppati da Prologis.

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