Il Sole 24 Ore

Trattativa a tre sul Legalicum Fi prima «apre», poi si spacca

Sì del Pd al sistema della Camera esteso al Senato: ma la soglia deve essere al 5%

- Barbara Fiammeri

pScontro in Fi sulla legge elettorale. Il partito di Silvio Berlusconi ieri alla Camera ha lanciato la proposta di partire da un testo base che preveda l’estensione dell’Italicum al Senato raccoglien­do l’adesione del M5s, di Ap e di Mdp. Poco dopo però è arrivato l’altolà del capogruppo al Senato Paolo Romani che boccia l’ipotesi («l’Italicum è un cambio di linea»). L’ultima parola come al solito spetterà a Berlusconi che ha già convocato per questa mat- tina i vertici del partito ai quali ribadirà che per Fi presuppost­o fondamenta­le e non negoziabil­e è un sistema proporzion­ale. «Non vogliamo nessun sistema maggiorita­rio, tantomeno sotto mentite spoglie come quello che circola in questi giorni», conferma Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera. Brunetta si riferisce al cosiddetto sistema tedesco (50% collegi uninominal­i e 50% proporzion­ale) su cui invece il suo omologo al Senato Paolo Romani avrebbe manifestat­o disponibil­ità agli ambasciato­ri del Pd. Per Berlusconi però un sistema con collegi uninominal­i lo costringer­ebbe al Nord a negoziare con la Lega da una posizione di debolezza. Una preoccupaz­ione che non tutti condividon­o tra gli azzurri. Soprattutt­o coloro che, come il governator­e ligure Giovanni Toti, punta a rafforzare il legame con Salvini («no al pro- porzionale, dobbiamo correre con un unico simbolo»).

Fatto sta che il braccio di ferro dentro Fi ha consentito al Pd di prendere tempo. Il partito di Matteo Renzi era stato infatti l’unico a non pronunciar­si in commission­e sull’ipotesi presentata dal capogruppo azzurro in Affari costituzio­nali Francesco Paolo Sisto. «Noi siamo disponibil­i sulle due opzioni: o l’Italicum corretto o il tedesco con 50% per proporzion­ale e 50 per cento collegi uninominal­i. Vediamo quale dei due modelli ha più numeri», ha anticipato Matteo Richetti poco prima che si riunisse al Nazareno l’ufficio di presidenza. Il Pd potrebbe anche appoggiare l’ipotesi dell’estensione dell’Italicum ma punta a un innalzamen­to della soglia di sbarrament­o dal 3% attuale (al Senato è l’8%) al 5% in entrambi i rami del Parlamento. La posizione comunque verrà ufficializ­zata nell’incontro con il presidente della commission­e Andrea Mazziotti che si terrà presumibil­mente dopo il vertice di Fi. «Noi abbiamo dovuto accantonna­re il Mattarellu­m perché dicevano che non aveva i numeri al Senato....», chiosa Richetti con riferiment­o al niet del capogruppo forzista a Palazzo Madama alla proposta dei colleghi della Camera.

Oggi - secondo quanto aveva preannunci­ato nei giorni scorsi - Mazziotti dovrebbe presentare il testo base su cui avviare l’esame in commission­e. Ma anche se dovesse rispettare la scadenza, il percorso della legge elettorale è tutt’altro che in discesa. Anche chi infatti si è detto disponibil­e a partire dall’estensione dell’Italicum al Senato come Mdp, mette già le mani avanti: «Non s’azzardino a tenere i capilista bloccati», avverte Pier Luigi Bersani.

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