Eni, utile ai massimi da due anni
Numer i in forte r ipresa nel pr imo tr imestre grazie al traino della crescita produttiva e alla r isalita del prezzo del greggio L’ad Descalzi: «I risultati sono frutto dei continui progressi conseguiti in tutti i business»
pDa to netto - ha commentato ieri l’ad Claudio Descalzi -. Questi risultati sono frutto dei continui progressi industriali conseguiti in tutti i business, in linea con gli obiettivi dichiarati per il 2017 che restano tutti confermati. In particolare, nell’upstream la conclusione ormai prossima dei lavori per l’avvio dei campi di Jangkrik in Indonesia e Octp in Ghana e i progressi per l’avvio entro l’anno del campo di Zohr in Egitto mi rendono confidente sul conseguimento del target di produzione per l’anno in corso» che, va ricordato, è di 1,84 milioni di barili di olio equivalente al giorno (+5% rispetto al 2016).
Il ceo si è poi soffermato su altri due indicatori, su cui peraltro si è registrato anche l’apprezzamento degli analisti. Il primo è il contributo di cassa del periodo, 1,93 miliardi (+41% rispetto al primo trimestre 2016), che si rideterminano in 2,6 miliardi prima della variazione del circolante ed escludendo l’utile/ perdita di magazzino: «il livello più elevato degli ultimi sette trimestri», ricorda Descalzi e i report diffusi a valle dei risultati, da Bernstein a Kepler, da Mediobanca a Citi. Il secondo sono gli incassi da dismissioni nel periodo: l’asticella è di 2,9 miliardi, pari al 60% del target minimo di operazioni previste nel piano strategico 2017-2020.
Due fattori, la generazione di cassa e i proventi da cessioni, che, ha rimarcato il numero uno, «ci consentiranno nel 2017 di finanziare integralmente gli investimenti e i dividendi a un livello di prezzo Brent ben al di sotto di quello attuale». Come ha poi chiarito, in conference call, anche il cfo Massimo Mondazzi, affiancato da Massimo Mantovani, chief midstream gas & power officer, da Roberto Casula, chief development, operations & technology officer, da Antonio Vella, chief upstream officer, e da Luca Bertelli, chief exploration officer. «Noi abbiamo confermato la copertura organica del capex e del dividendo allo scenario di Brent di circa 60 dollari al barile nel 2017 - ha spiegato Mondazzi -. Ma il messaggio che vogliamo dare è che, con la generazione di cassa e gli incassi da dismissioni, possiamo finanziarli anche con un prezzo del petrolio a 45 dollari al barile». Il cfo ha poi detto che Eni incasserà nell’anno attorno a un miliardo da Bp per la quota in Zohr - il cui start up, ha precisato lo stesso Mondazzi, «è confermato per dicembre 2017» - e 2,7 miliardi da Exxon per il 25% dell’Area 4 in Mozambico «per un totale di 3,7 miliardi nel 2017». Quanto al nuovo stop del Centro Oli di Viggiano in Val D’Agri, è stato invece Vella a precisare che «se arriveranno tutte le autorizzazioni delle autorità competenti», la produzione può ripartire per fine maggio-inizio giugno.
Venendo, infine, ai risultati dei vari segmenti, l’E&P ha chiuso il primo trimestre con un utile operativo rettificato di 1,42 miliardi (+1,32 miliardi rispetto allo stesso periodo 2016), con una produzione attestatasi a 1,795 milioni di barili al giorno (+2,3%); il gas & power ha conseguito un utile operativo rettificato di 338 milioni (+19%), mentre per raffinazione e chimica, l’asticella si è attestata, rispettivamente, a 66 milioni (in linea con il primo trimestre 2016 nonostante l’indisponibilità dell’impianto Est di Sannazzaro), e a 123 milioni (+10,8%) per effetto dei maggiori volumi e delle ristrutturazioni.
LO SCENARIO Il cfo Mondazzi: «Dividendi e capex garantiti anche con il petrolio a 45 dollari». Il gruppo: pronti per Val D’Agri a fine maggio-inizio giugno