Il Sole 24 Ore

I destini incrociati di Etihad e Qatar Air

- Simone Filippetti

pIn un laconico comunicato stampa, Etihad ha detto addio ad Alitalia: con la legge Marzano, il capitale della compagnia emiratina, che aveva comprato il 49% di Alitalia per quasi 400 milioni, è stato azzerato. Fine dell’avventura nei cieli italiani. Ad Abu Dhabi non si nasconde molta delusione per l’investimen­to tricolore, tanto che a farne le spese è stato James Hogan in persona, il potente manager australian­o che da più di 10 anni pilotava la compagnia, è stato giubilato anzitempo (sarebbe dovuto uscire a fine anno e invece uscirà a luglio). Difficile non pensare che la cosa non sia legata anche al crack della compagnia della Magliana. Ma nelle stesse ore in cui Etihad ammainava la bandiera, l’emiro Al Thani, il sovrano del Qatar, conquistav­a(definitiva­mente) Meridiana. Le «Vite Parallele» di Etihad e di Qatar Airways: sarebbero piaciute a uno come Plu- tarco che di intrecci del destino se ne intendeva.

Mentre la compagnia di Abu Dhabi atterra; un’altra decolla. Entrata tra le fanfare, Etihad esce in sordina. Ma, forse, con il portafogli­o intatto: i costi dell’investimen­to, 560 milioni, potrebbero essere già stati recuperati, grazie agli slot di Alitalia su Londra, che sarebbero stati comprati a super-sconto (secondo alcune fonti). Sia Alitalia, sia Etihad hanno entrambe smentito, ma c’è mate- ria su cui lavorare per Luigi Gubitosi e gli altri commissari.

Al Thani, invece, fa un altro passo alla conquista di pezzi strategici dell’Italia; dopo la moda (Pal Zileri e Valentino), l’immobiliar­e (il complesso di Porta Nuova a Milano) e infine il turismo in Sardegna. Dal Qatar hanno iniziato con la griffe Valentino, e quando la comprò dal fondo Permira, che già aveva portato ai massimi la maison, tutti pensarono a una pazzia. Invece Valen- tino è cresciuta ancora. Adesso nel mirino è finita la Sardegna: prima il fondo sovrano QIA, il braccio finanziari­o dell’emirato, ha investito nella Costa Smeralda; e poi ha comprato gli aerei di Meridiana (che poi era il vecchio piano dell’Aga Khan). Alla Qatar Airways fanno gola due mercati: portare i ricchi sceicchi del Golfo al Cala di Volpe e negli altri loro alberghi extra-lusso(dal Pevero Golf Club al Romazzino). E far volare gli italiani su Doha e da lì smistarli nel resto del mondo. Già oggi il 90% dei passeggeri che atterra in Qatar, lo fa solo per prendere un altro volo.

La «strategia aerea» è chiara e ha molto senso. Riuscirci, però, è altra cosa: negli ultimi anni la compagnia sarda ha bruciato 300 milioni di euro (con un costo sociale enorme: 400 licenziame­nti); e il paese, come il caso Alitalia dimostra, ha troppe storture e inefficien­ze. Il Qatar adesso è a un bivio cruciale: se riuscirà a bissare il caso Valentino, allora avrà dimostrato di essere più bravo dei «cugini» di Abu Dhabi. Se, invece, prevarrà la «Sindrome Etihad, allora le vite degli emiri saranno davvero parallele.

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