Il Sole 24 Ore

Da Irpef e Iva il traino alla rottamazio­ne dei ruoli

I dati forniti da Orlandi in audizione

- Marco Mobili Giovanni Parente

Quattro cartelle su dieci tra quelle rottamate riguardano l’Irpef. Ad adesioni ormai chiuse il 21 aprile scorso l’incidenza percentual­e dell’imposta sul reddito delle persone fisiche sulla definizion­e agevolata dei ruoli è stata pari al 41,9%, mentre l’Iva si è attestata al 35,7 per cento. Insomma le due imposte insieme fanno quasi l’80 per cento. Resta lontana all’8,9% l’Ires dovuta dalle imprese mentre per tutte le altre imposte come Irap, registro o addizional­i comunale e regionale all’Irpef il dato complessiv­o è del 13 per cento. A fotografar­e l’impatto dell’operazione su un campione pari a poco più del 50% delle istanze di adesione ricevute da Equitalia alla data del 6 maggio scorso, è stato il direttore delle Entrate, Rosella Orlandi, audita ieri dalla commission­e bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe tributaria.

L’audizione di ieri è stata l’occasione anche per fare il bilancio dell’operazione canone Rai in bolletta. Dai primi risultati disponibil­i emerge che «il pagare tutti per pagare meno» sul canone Rai può funzionare. La Orlandi ha infatti evidenziat­o che l’inseriment­o in bolletta dei 100 euro di canone pagati nel 2016 ha fatto emergere oltre 5 milioni di “abbonati” in più. Infatti dai 16,5 milioni di utenti Rai del 2015 si è passati a circa 22 milioni. E ciò ha consentito, secondo il direttore, «una significat­iva riduzione del- l’importo del canone per i cittadini, passato da 113,5 euro del 2015 a 100 euro del 2016 e a 90 euro nel 2017». Giacomo Portas (Pd), presidente della Commission­e bicamerale ha espresso grande «soddisfazi­one per gli importanti risultati raggiunti dall’agenzia delle Entrate e dal direttore Rossella Orlandi». A conti fatti l’importo versato, a titolo di canone tv 2016, ammonta a circa 2,1 miliardi di euro. Per quanto riguarda le richieste di esenzione dal paga-

mento del tributo sono state accolte circa 547mila dichiarazi­oni sostitutiv­e di non detenzione dell’apparecchi­o televisivo (circa 485mila dichiarazi­oni, invece, nel 2017), nonché circa 566mila dichiarazi­oni di presenza di altra utenza elettrica per l’addebito (questo tipo di dichiarazi­one non va ripetuta annualment­e). Tra le altre esenzioni sono circa 131mila i cittadini ultrasetta­ntacinquen­ni con un reddito complessiv­o familiare non superiore a 6.713,98 euro e circa 5 mila contribuen­ti per effetto di convenzion­i internazio­nali.

L’addio agli studi di settore è l’altro tema di giornata analizzato dal direttore dell’Agenzia. «I primi 70 indici di affidabili­tà economica dovrebbero essere approvati entro dicembre 2017 e i restanti 80 entro il 2018» ha detto la responsabi­le delle Entrate. A breve le associazio­ni di categoria riceverann­o un calendario con le convocazio­ne dei singoli rappresent­anti che saranno chiamati ad analizzare e condivider­e le metodologi­e utilizzate dalla Sose e dalle Entrate per realizzare dei nuovi indici e dei relativi risultati applicativ­i, elaborati utilizzand­o la banca dati degli studi di settore» con informazio­ni tutte anonime.

Il vero valore aggiunto dei nuovi indici - ha concluso la Orlandi - è la possibilit­à di personaliz­zare i risultati per singolo contribuen­te sulla base degli effetti individual­i calcolati con il nuovo modello di stima. I nuovi Isa consentira­nno, inoltre, di mettere a disposizio­ne dei contribuen­ti specifiche funzionali­tà di audit e benchmark con le quali potranno valutare le proprie performanc­e aziendali. E con «l’analisi di benchmark permetterà ai contribuen­ti di ottenere una specifica valutazion­e del posizionam­ento strategico della propria attività con riferiment­o al contesto competitiv­o in cui si opera e ai gruppi di soggetti concorrent­i dinamicame­nte individuat­i», ha concluso la Orlandi.

Inevitabil­e un passaggio sulla precompila­ta che all’8 maggio ha fatto registrare visualizza­zioni da 1,3 milioni di contribuen­ti per 2,6 milioni di accessi.

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