L’obiettivo al G7 è una tassazione «concertata»
Il cantiere di una sorta di “web tax globale” o, per essere meno enfatici, di forme di tassazione dell’economia digitale coordinata fra le maggiori economie, sarà al centro dell’agenda del G7 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali che inizia oggi a Bari.
Mentre il Parlamento accelera per dare un quadro giuridico strutturale all’emersione delle basi imponibili dei giganti del web su cui lavorano anche le Procure, infatti, resta l’esigenza di allargare gli interventi per non far rischiare al nostro Paese l’effetto-spiazzamento su un tema chiave per la competitività internazionale. L’esito dei lavori di Bari non è scontato, perché le posizioni fra i Paesi restano distanti e soprattutto dagli Stati Uniti arrivano resistenze a procedere. L’obiettivo, comunque, resta quello di far salire il ritmo dei lavori in sede Ocse, anticipando alla primavera prossima le proposte operative del rapporto inizialmente messo in calendario per la fine del 2018.
L’economia digitale, del resto, sarà il filo rosso di tutti i temi principali nell’agenda delle riunioni di ministri e governatori, anche sotto forma di nuove misure per garantire la cyber security (in primis nel settore del credito e degli intermediari finanziari) e la lotta al riciclaggio.
Ma l’innovazione, come ha ricordato ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan inaugurando l’anno accademico dell’Università di Bari e anticipando i temi chiave del G7, va gestita prima di tutto nella sua declinazione di «Next production revolution», cioè nelle modifiche profonde che impone ai processi produttivi aumentandone i risultati ma anche i rischi di esclusione di lavoratori “sostituiti” dalle nuove tecnologie perché dotati di competenze non più aggiornate.
Quella della «crescita inclu- siva» è del resto una delle parole d’ordine che il governo prova a giocare sia come presidente di turno del G7 sia all’interno del dibattito nell’Unione europea. In quest’ottica, ricorda Padoan, il tema di «innovazione, competenze e lavoro nell’era della nuova rivoluzione della produzione» rappresenta uno dei tre pilastri della presidenza italiana del G7, insieme alla «sostenibilità economica, ambientale e sociale» e alla «riduzione delle disuguaglianze».
L’esigenza, concretissima, alla base di questa rotta è il tentativo di evitare che i costi sociali dell’innovazione e delle riforme strutturali alimentino
IL DISEGNO Per il ministro Padoan diventa essenziale accompagnare l’innovazione per battere i populismi
la sfiducia dei cittadini e mettano quindi benzina nei motori di populismi e nazionalismi. Gli strumenti per raggiungere l’obiettivo, secondo Padoan, si incontrano in un mix fra spinta all’innovazione, dagli incentivi fiscali di Industria 4.0 ai tentativi di rilancio degli investimenti pubblici, e sistemi di welfare in grado di raccogliere chi non ce la fa. Sul punto, Padoan annuncia «un’ambiziosa iniziativa a favore della sostenibilità ambientale e dell’inclusione sociale» che secondo i piani del Governo dovrebbe seguire all’attuazione della legge delega sulla povertà.
Fin qui i programmi, che però da oggi dovranno fare i conti con le differenze di posizione dei vari Paesi e con i tempi lunghi tipici della catena di trasmissione fra i confronti nei vertici internazionali e la loro traduzione in decisioni di policy.