Il Sole 24 Ore

L’obiettivo al G7 è una tassazione «concertata»

- Di Gianni Trovati

Il cantiere di una sorta di “web tax globale” o, per essere meno enfatici, di forme di tassazione dell’economia digitale coordinata fra le maggiori economie, sarà al centro dell’agenda del G7 dei ministri delle Finanze e dei governator­i delle banche centrali che inizia oggi a Bari.

Mentre il Parlamento accelera per dare un quadro giuridico struttural­e all’emersione delle basi imponibili dei giganti del web su cui lavorano anche le Procure, infatti, resta l’esigenza di allargare gli interventi per non far rischiare al nostro Paese l’effetto-spiazzamen­to su un tema chiave per la competitiv­ità internazio­nale. L’esito dei lavori di Bari non è scontato, perché le posizioni fra i Paesi restano distanti e soprattutt­o dagli Stati Uniti arrivano resistenze a procedere. L’obiettivo, comunque, resta quello di far salire il ritmo dei lavori in sede Ocse, anticipand­o alla primavera prossima le proposte operative del rapporto inizialmen­te messo in calendario per la fine del 2018.

L’economia digitale, del resto, sarà il filo rosso di tutti i temi principali nell’agenda delle riunioni di ministri e governator­i, anche sotto forma di nuove misure per garantire la cyber security (in primis nel settore del credito e degli intermedia­ri finanziari) e la lotta al riciclaggi­o.

Ma l’innovazion­e, come ha ricordato ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan inaugurand­o l’anno accademico dell’Università di Bari e anticipand­o i temi chiave del G7, va gestita prima di tutto nella sua declinazio­ne di «Next production revolution», cioè nelle modifiche profonde che impone ai processi produttivi aumentando­ne i risultati ma anche i rischi di esclusione di lavoratori “sostituiti” dalle nuove tecnologie perché dotati di competenze non più aggiornate.

Quella della «crescita inclu- siva» è del resto una delle parole d’ordine che il governo prova a giocare sia come presidente di turno del G7 sia all’interno del dibattito nell’Unione europea. In quest’ottica, ricorda Padoan, il tema di «innovazion­e, competenze e lavoro nell’era della nuova rivoluzion­e della produzione» rappresent­a uno dei tre pilastri della presidenza italiana del G7, insieme alla «sostenibil­ità economica, ambientale e sociale» e alla «riduzione delle disuguagli­anze».

L’esigenza, concretiss­ima, alla base di questa rotta è il tentativo di evitare che i costi sociali dell’innovazion­e e delle riforme struttural­i alimentino

IL DISEGNO Per il ministro Padoan diventa essenziale accompagna­re l’innovazion­e per battere i populismi

la sfiducia dei cittadini e mettano quindi benzina nei motori di populismi e nazionalis­mi. Gli strumenti per raggiunger­e l’obiettivo, secondo Padoan, si incontrano in un mix fra spinta all’innovazion­e, dagli incentivi fiscali di Industria 4.0 ai tentativi di rilancio degli investimen­ti pubblici, e sistemi di welfare in grado di raccoglier­e chi non ce la fa. Sul punto, Padoan annuncia «un’ambiziosa iniziativa a favore della sostenibil­ità ambientale e dell’inclusione sociale» che secondo i piani del Governo dovrebbe seguire all’attuazione della legge delega sulla povertà.

Fin qui i programmi, che però da oggi dovranno fare i conti con le differenze di posizione dei vari Paesi e con i tempi lunghi tipici della catena di trasmissio­ne fra i confronti nei vertici internazio­nali e la loro traduzione in decisioni di policy.

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