Il Sole 24 Ore

Atlantia-Abertis, rush finale Si tratta sulla governance

Oggi il cda del gruppo italiano - La Caixa pronta a restare nel nuovo gruppo con il 15% Offerta finanziata con 11,5 miliardi in tre tranche

- Carlo Festa Marigia Mangano

pTrattativ­e finali per definire l’offerta che Atlantia sta mettendo a punto per conquistar­eAbertis. Ieri sono proseguiti i contatti tra gli advisor. L’impression­e, negli ambienti vicini ai due gruppi, è che ci sarebbero i margini per far approdare la maxi Opas sul tavolo, oggi, del consiglio di amministra­zione di Atlantia. La Caixa resterebbe nel capitale del nuovo gruppo con una quota del 15%, dietro a Edizione, primo azionista col 24%.

Trattative finali per definire il «pacchetto» complessiv­o di offerta che Atlantia sta mettendo a punto per conquistar­e il gruppo spagnolo Abertis. Secondo indiscrezi­oni ieri sono proseguiti i contatti tra gli advisor, Credit Suisse e Mediobanca per Atlantia e Citi e Az Capital per gli spagnoli. Questo dopo che il giorno prima i consulenti si sarebbero incontrati a Londra, territorio « neutro » , per sciogliere gli ultimi nodi legati allo schema dell’offerta allo studio. Due i punti chiave su cui si starebbero concentran­do i negoziati: il prezzo e la governance. L’impression­e, negli ambienti vicini ai due gruppi, è che ci sarebbero i margini per far approdare la maxi Opas sul tavolo del consiglio di amministra­zione di Atlantia, in agenda oggi. Tuttavia, alla luce della complessit­à dell’operazione, non si escludono rinvii a sorpresa.

Nell’attesa, emergono maggiori dettagli sui termini dell’offerta in cantiere. In sostanza Atlantia domani potrebbe annunciare un’Opas destinata a tutti gli investitor­i, inclusa la Caixa. Non sarebbe previsto, come inizialmen­te ipotizzato e salvo ulteriori modifiche, una operazione in due fasi, con un accordo prima con Criteria Caixa e, successiva­mente, con il lancio dell’Opas. In pratica l’offerta, a un prezzo che dovrebbe collocarsi tra 16 e 17 euro, sarebbe rivolta a tutti gli investitor­i, con una componente cash e per circa il 20-30% carta. La banca di Barcellona, primo socio con il 22,3% di Abertis, sarebbe interessat­a solo alla “carta”, con una diluizione attesa dall’attuale quota al 15% circa. La Caixa diverrebbe così il secondo maggior azionista di Atlantia, mentre la famiglia Benetton andrebbe a ridurre la propria partecipaz­ione dal 30 al 24 per cento, restando il principale socio del gruppo italo-spagnolo.

L’offerta cash, che dovrebbe essere la parte dominante, circa il 76%, sarebbe destinata al mercato e agli altri investitor­i. La variabile chiave, ad ogni modo, resta il prezzo, con gli spagnoli decisi a spuntare un valore per azione superiore ai 16 euro che Atlantia è disposta a pagare. Tuttavia, si apprende, la società italiana starebbe giocando anche su altri tasselli, come la governance con il “peso” dei rappresent­anti della Caixa nel board Atlantia.

Inevitabil­e dunque che le due parti stiano ancora negoziando per cercare di trovare una quadra, ma la sensazione è che ci sia spazio per definire il dossier in tempo per il board di oggi.

Sullo sfondo, poi, potrebbe lievitare il numero delle banche che costituira­nno il consorzio per il finanziame­nto bancario da 11,5 miliardi di euro, che sarà suddiviso in tre tranche: una prima tranche sarà un term loan da 5 miliardi, ci sarà poi un bridge to loan da altri 5 miliardi, cioè un finanziame­nto ponte in attesa di lanciare un bond per lo stesso importo. Infine ci sarà una tranche da 1,5 miliardi, che verrà rimborsata con il ricavato della cessione del 10% di AspiAutost­rade per l’Italia ma anche di altre piccole cessioni in programma. Il 10% di Aspi è stato ceduto due settimane fa a un gruppo di investitor­i tra i quali Allianz Capital Partners e il cinese Silk Road Fund.

Il pool bancario, che per ora conterebbe una quindicina di partecipan­ti, starebbe arruolando nuovi istituti in queste ore: alla fine le banche finanziatr­ici potrebbero essere una ventina. In pratica, ci sarebbero tutti i maggiori gruppi italiani e internazio­nali, anche se con un impegno finanziari­o differente: tra le italiane ci sarebbero Intesa Sanpaolo, UniCredit-Bnl-Bnp Paribas, Ubi, BancoBpm, Bper e Cdp. Tra i gruppi internazio­nali Credit Suisse, che è anche advisor, ma anche Crédit Agricole, SocGen, Natixis, Jp Morgan Bofa Merrill Lynch, Deutsche Bank e Citigroup.

Sulla via di un possibile accordo restano tuttavia ancora alcuni nodi da sciogliere. Uno di questi riguarda il da farsi con la quota del 34% che Abertis controlla in Cellnex Telecom. Se infatti si comprerà il colosso spagnolo, Atlantia potrebbe trovarsi costretta a fare un’offerta anche per Cellnex a meno che la partecipaz­ione non venga venduta entro tre mesi, come previsto dalla legislazio­ne spagnola. Secondo le fonti le due società stanno prendendo in consideraz­ione la possibilit­à di vendere almeno una parte della quota di Abertis per portarla sotto il 30%. La partecipaz­ione ha un valore di mercato di 1,3 miliardi di euro.

IL CONSORZIO Intesa Sanpaolo, UniCredit, Bnl-Bnp, Ubi, BancoBpm, Bper e Cdp fra i gruppi italiani impegnati nel maxi-prestito

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