Rilancio di Piombino, Calenda richiama gli algerini di Cevital a rispettare gli impegni
Nel futuro del sito la produzione di acciaio dovrà conservare un ruolo centrale Lettera del ministro Calenda al gruppo alger ino per r ichiamarlo al r ispetto degli impegni sul r ilancio di Piombino
Il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, si prepara a inviare una nuova lettera a Cevital, per ribadire la necessità che il gruppo algerino fornisca garanzie sul piano operativo e di business per Aferpi (la società che gestisce gli impianti di Piombino rilevati dall’amministrazione straordinaria), ma soprattutto sia in grado di dettagliare una strategia di partnership per il futuro. Lo riferiscono i sindacati, all'indomani dell'incontro con le istituzioni per fare il punto sullo stato della vertenza dello stabilimento, alla presenza, oltre che del ministro dello Sviluppo economico, della viceministro Bellanova, del commissario Piero Nardi.
Tre settimane fa il Mise ha deciso di inviare a Cevital una lettera formale in cui ha contestato al gruppo algerino i ritardi e i mancati investimenti in questi primi due anni (trascorsi) di piano, arrivando a ipotizzare una situazione di inadempimento contrattuale nei confronti del Governo e della procedura di commissariamento. Il ministro Calenda ha informato il tavolo sui contenuti della lettera di risposta ricevuta da Cevital: l’amministratore delegato Said Benikene, pur contestando la ricostruzione del ministero, ha manifestato la disponibilità a collaborare con il Mise in una prosecuzione del percorso. Calenda ha annunciato che verrà inviata una ulteriore lettera di risposta con la quale verranno confermati i punti già presenti nella lettera di messa in mora.
I due punti chiave di questo nuovo percorso sembrano essere l’intenzione di prorogare la vigilanza (e le garanzie connesse) della Marzano per altri due anni (il biennio di legge scade a luglio) e una maggiore pressione sulla necessità di ricercare una partnership nel business siderurgico (oltre all’acciaio il piano algerino prevede il rilancio di Piombino anche attra- verso la valorizzazione di altre due piattaforme di business, nell’agroalimentare e nella logistica). Si teme che questo significhi il tramonto della prospettiva di rilancio dell'area a caldo, configurando per Piombino un futuro solo per la laminazione. «Da parte nostra – spiegano i sindacati - abbiamo ribadito che un eventuale partner dovrà comunque garantire la produzione di acciaio a Piombino come previsto nell'accordo di programma». Una posizione ribadita nei giorni scorsi anche dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: «Non vorrei che si derogasse da quell’obiettivo che avevamo scritto nei programmi – ha detto -, che è appunto tornare a produrre acciaio». In questi mesi hanno approcciato il dossier diversi soggetti, come l’indiana Jsw e le inglesi British steel e Liberty house. Si tratta di capire il grado di coinvolgimento dell’eventuale partner: tra le ipotesi sul tavolo è contemplata anche la possibilità di una sostituzione definitiva di Cevital nell'ambito siderurgico. Secondo il leader della Fim Cisl, Marco Bentivogli, il consolidamento industriale della proposta algerina passa comunque attraverso «la massima disponibilità di Cevital, che può essere assicurata solo con un nuovo partner industriale e un piano credibile».
A Cevital, nel frattempo - fanno sapere i sindacati - verrà chiesto, pena l’avvio formale di messa in inadempienza procedurale, di mantenere un livello produttivo tale da poter confermare l'ammortizzatore sociale in essere. Il 17 maggio le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm terranno a Piombino l'assemblea dei lavoratori.
L’APPELLO Regione e sindacati: agroalimentare e logistica non possono sostituire il core business dello stabilimento