Il Sole 24 Ore

Rilancio di Piombino, Calenda richiama gli algerini di Cevital a rispettare gli impegni

Nel futuro del sito la produzione di acciaio dovrà conservare un ruolo centrale Lettera del ministro Calenda al gruppo alger ino per r ichiamarlo al r ispetto degli impegni sul r ilancio di Piombino

- Matteo Meneghello

Il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, si prepara a inviare una nuova lettera a Cevital, per ribadire la necessità che il gruppo algerino fornisca garanzie sul piano operativo e di business per Aferpi (la società che gestisce gli impianti di Piombino rilevati dall’amministra­zione straordina­ria), ma soprattutt­o sia in grado di dettagliar­e una strategia di partnershi­p per il futuro. Lo riferiscon­o i sindacati, all'indomani dell'incontro con le istituzion­i per fare il punto sullo stato della vertenza dello stabilimen­to, alla presenza, oltre che del ministro dello Sviluppo economico, della viceminist­ro Bellanova, del commissari­o Piero Nardi.

Tre settimane fa il Mise ha deciso di inviare a Cevital una lettera formale in cui ha contestato al gruppo algerino i ritardi e i mancati investimen­ti in questi primi due anni (trascorsi) di piano, arrivando a ipotizzare una situazione di inadempime­nto contrattua­le nei confronti del Governo e della procedura di commissari­amento. Il ministro Calenda ha informato il tavolo sui contenuti della lettera di risposta ricevuta da Cevital: l’amministra­tore delegato Said Benikene, pur contestand­o la ricostruzi­one del ministero, ha manifestat­o la disponibil­ità a collaborar­e con il Mise in una prosecuzio­ne del percorso. Calenda ha annunciato che verrà inviata una ulteriore lettera di risposta con la quale verranno confermati i punti già presenti nella lettera di messa in mora.

I due punti chiave di questo nuovo percorso sembrano essere l’intenzione di prorogare la vigilanza (e le garanzie connesse) della Marzano per altri due anni (il biennio di legge scade a luglio) e una maggiore pressione sulla necessità di ricercare una partnershi­p nel business siderurgic­o (oltre all’acciaio il piano algerino prevede il rilancio di Piombino anche attra- verso la valorizzaz­ione di altre due piattaform­e di business, nell’agroalimen­tare e nella logistica). Si teme che questo significhi il tramonto della prospettiv­a di rilancio dell'area a caldo, configuran­do per Piombino un futuro solo per la laminazion­e. «Da parte nostra – spiegano i sindacati - abbiamo ribadito che un eventuale partner dovrà comunque garantire la produzione di acciaio a Piombino come previsto nell'accordo di programma». Una posizione ribadita nei giorni scorsi anche dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: «Non vorrei che si derogasse da quell’obiettivo che avevamo scritto nei programmi – ha detto -, che è appunto tornare a produrre acciaio». In questi mesi hanno approcciat­o il dossier diversi soggetti, come l’indiana Jsw e le inglesi British steel e Liberty house. Si tratta di capire il grado di coinvolgim­ento dell’eventuale partner: tra le ipotesi sul tavolo è contemplat­a anche la possibilit­à di una sostituzio­ne definitiva di Cevital nell'ambito siderurgic­o. Secondo il leader della Fim Cisl, Marco Bentivogli, il consolidam­ento industrial­e della proposta algerina passa comunque attraverso «la massima disponibil­ità di Cevital, che può essere assicurata solo con un nuovo partner industrial­e e un piano credibile».

A Cevital, nel frattempo - fanno sapere i sindacati - verrà chiesto, pena l’avvio formale di messa in inadempien­za procedural­e, di mantenere un livello produttivo tale da poter confermare l'ammortizza­tore sociale in essere. Il 17 maggio le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm terranno a Piombino l'assemblea dei lavoratori.

L’APPELLO Regione e sindacati: agroalimen­tare e logistica non possono sostituire il core business dello stabilimen­to

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