Legge elettorale, arriva l’Italicum bis. È scontro
Trattativa nel caos - I Dem: parlano ma vogliono perdere tempo Varato il testo base: anche al Senato soglia al 3% e capilista bloccati
È un “Italicum bis” il primo testo di riforma della legge elettorale: presentato il testo base, un proporzionale quasi puro che piace a M5s e Fi, ma non al Pd.
pIl testo base è stato presentato ma sulla legge elettorale è ancora buio pesto. Subito dopo l’annuncio che il relatore e presidente della commissione Andrea Mazziotti aveva depositato la proposta, dal Pd è arrivato l’altolà del capogruppo Ettore Rosato: «Non so se lo voteremo». Il testo messo a punto da Mazziotti è di fatto l’estensione al Senato di quel che resta dell’Italicum dopo la sentenza della Corte costituzionale. Confermato quindi il premio alla lista che raggiunge il 40%, la soglia di sbarramentio al 3% e anche i capilista bloccati (100 alla Camera e 50 al Senato). Un’ipotesi decisamente distante da quella presentata in mattinata dal Pd: un simil Mattarellum, 50% collegi uninominali e 50% riparto proporzionale, con soglia di sbarramento al 5%. Un sistema che piace anche al movimento progressista di Giuliano Pisapia («Una buona idea») perché prevede accordi di coalizione sui collegi. Ma a parte la Lega e Ala (il partito di Denis Verdini) tutti gli altri hanno bocciato l’ipotesi dem.
Berlusconi ieri mattina, stroncando sul nascere le divisioni interne, ha infatti ribadito che per Forza Italia l’unica ipotesi percorribile è un sistema proporzionale con capilista bloccati. Il Cavaliere non vuol sentir parlare di collegi (lo costringerebbero a trattare con la Lega) e su questo trova il pieno appoggio dei grillini che non amano l’idea di una gara tra candidati ma puntano sulla forza del simbolo. Proprio la convergenza tra M5s e Fi, sostenuti anche dai centristi di Ap e dai bersaniani di Mdp, ha convinto Mazziotti a procedere con la presentazione del testo base. Per il Pd si tratta però solo di un espediente: «Grandi manovre di chi a parole chiede una legge ma non la vuole e perde tempo», attacca Matteo Renzi.
In effetti l’unità d’intenti tra l partiti che hanno dato il via libera al testo base è assai fragile. I grillini puntano a una correzione maggioritaria che invece Fi non vuole e anche sui capilista le posizioni divergono. Saranno gli emendamenti (il termine per la presentazione scade il 19) a indicare le posizioni dei singoli partiti. Certo molto dipenderà dall’atteggiamento del Pd che, come appunto ha anticipato Rosato, potrebbe non dare il via libera al testo base. Il timore dei dem è che partendo da un sistema proporzionale sarà molto più difficile introdurre correttivi in senso maggioritario. Berlusconi del resto al termine del vertice di Palazzo Grazioli con i big del partito ha fatto mettere nero su bianco che Fi è contraria a ogni tipo di «correttivo maggioritario». Per il Pd è la conferma che «Berlusconi vuole un nuovo Porcellum». I grillini però accusano a loro volta il Pd di volere «la legge elettorale di Verdini». Per il leghista Giorgetti la verità è che «la legge elettorale in Aula non arriverà mai, tanto meno il 29 maggio», termine fissato attualmente dal calendario.
La strada è strettisima. «Dopo le numerose riunioni di commissione svolte e le consultazioni informali dell’ultima settimana, ho verificato l’impossibilità di arrivare a un testo base che portasse a un sistema elettorale nuovo e largamente condiviso», commenta amaro il relatore Mazziotti sottolineando che il testo base depositato rappresenta «il miglior risultato possibile nelle condizioni politiche date».