Il Sole 24 Ore

Legge elettorale, arriva l’Italicum bis. È scontro

Trattativa nel caos - I Dem: parlano ma vogliono perdere tempo Varato il testo base: anche al Senato soglia al 3% e capilista bloccati

- Barbara Fiammeri

È un “Italicum bis” il primo testo di riforma della legge elettorale: presentato il testo base, un proporzion­ale quasi puro che piace a M5s e Fi, ma non al Pd.

pIl testo base è stato presentato ma sulla legge elettorale è ancora buio pesto. Subito dopo l’annuncio che il relatore e presidente della commission­e Andrea Mazziotti aveva depositato la proposta, dal Pd è arrivato l’altolà del capogruppo Ettore Rosato: «Non so se lo voteremo». Il testo messo a punto da Mazziotti è di fatto l’estensione al Senato di quel che resta dell’Italicum dopo la sentenza della Corte costituzio­nale. Confermato quindi il premio alla lista che raggiunge il 40%, la soglia di sbarrament­io al 3% e anche i capilista bloccati (100 alla Camera e 50 al Senato). Un’ipotesi decisament­e distante da quella presentata in mattinata dal Pd: un simil Mattarellu­m, 50% collegi uninominal­i e 50% riparto proporzion­ale, con soglia di sbarrament­o al 5%. Un sistema che piace anche al movimento progressis­ta di Giuliano Pisapia («Una buona idea») perché prevede accordi di coalizione sui collegi. Ma a parte la Lega e Ala (il partito di Denis Verdini) tutti gli altri hanno bocciato l’ipotesi dem.

Berlusconi ieri mattina, stroncando sul nascere le divisioni interne, ha infatti ribadito che per Forza Italia l’unica ipotesi percorribi­le è un sistema proporzion­ale con capilista bloccati. Il Cavaliere non vuol sentir parlare di collegi (lo costringer­ebbero a trattare con la Lega) e su questo trova il pieno appoggio dei grillini che non amano l’idea di una gara tra candidati ma puntano sulla forza del simbolo. Proprio la convergenz­a tra M5s e Fi, sostenuti anche dai centristi di Ap e dai bersaniani di Mdp, ha convinto Mazziotti a procedere con la presentazi­one del testo base. Per il Pd si tratta però solo di un espediente: «Grandi manovre di chi a parole chiede una legge ma non la vuole e perde tempo», attacca Matteo Renzi.

In effetti l’unità d’intenti tra l partiti che hanno dato il via libera al testo base è assai fragile. I grillini puntano a una correzione maggiorita­ria che invece Fi non vuole e anche sui capilista le posizioni divergono. Saranno gli emendament­i (il termine per la presentazi­one scade il 19) a indicare le posizioni dei singoli partiti. Certo molto dipenderà dall’atteggiame­nto del Pd che, come appunto ha anticipato Rosato, potrebbe non dare il via libera al testo base. Il timore dei dem è che partendo da un sistema proporzion­ale sarà molto più difficile introdurre correttivi in senso maggiorita­rio. Berlusconi del resto al termine del vertice di Palazzo Grazioli con i big del partito ha fatto mettere nero su bianco che Fi è contraria a ogni tipo di «correttivo maggiorita­rio». Per il Pd è la conferma che «Berlusconi vuole un nuovo Porcellum». I grillini però accusano a loro volta il Pd di volere «la legge elettorale di Verdini». Per il leghista Giorgetti la verità è che «la legge elettorale in Aula non arriverà mai, tanto meno il 29 maggio», termine fissato attualment­e dal calendario.

La strada è strettisim­a. «Dopo le numerose riunioni di commission­e svolte e le consultazi­oni informali dell’ultima settimana, ho verificato l’impossibil­ità di arrivare a un testo base che portasse a un sistema elettorale nuovo e largamente condiviso», commenta amaro il relatore Mazziotti sottolinea­ndo che il testo base depositato rappresent­a «il miglior risultato possibile nelle condizioni politiche date».

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