Moscovici: dialogo costruttivo sul bilancio 2018
pConfronto immediato, prima dell’avvio del G-7 di Bari, fra il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, subito dopo la pubblicazione delle nuove previsioni della Commissione, che indicano per l’Italia una crescita dello 0,9% nel 2017 e dell’1,1% nel 2018. Roma e Bruxelles stanno lavorando «costruttivamente e positivamente», ha detto Moscovici a RaiNews24 dopo l’incontro, «per ottenere un perfetto aggiustamento» di bilancio. «La crescita italiana sta migliorando», ha sostenuto il commissario, indicando il suo apprezzamento per la manovra da 0,19% del prodotto interno lordo già realizzata per il 2017. Sul 2018 il dialogo è un «work in pro- gress», lo ha definito.
«Le previsioni della Commissione – ha detto una fonte del ministero dell’Economia – sono vicine alle nostre, con uno scarto dello 0,1-0,2% sia per quanto riguarda la crescita sia per il deficit. Del resto, negli ultimi anni le nostre previsioni si sono rivelate più affidabili di altre». Il Governo prevede una crescita dell’1,1% quest’anno e dell’1% il prossimo.
Il commissario Moscovici ha detto peraltro che, nonostante gli investimenti pubblici in Italia abbiano registrato un calo, la Commissione si avvia a confermare la flessibilità ad hoc concessa nel 2016, perché riconosce in parte le motivazioni presentate dal Governo. «Nel programma di stabilità italiano l’impatto d’insieme delle spese pubbliche sugli investimenti rappresenta lo 0,2%, che è più basso, è vero, dello 0,25% accordato all’Italia per la clausola di flessibilità – ha detto il commissario europeo - Ma la Commissione riconosce che questa differenza, di circa 1,6 miliardi di euro, se la compariamo con il 2015 è stata largamente dovuta alla caduta degli investimenti finanziati attraverso l’Unione europea, circa 3,1 nel 2015 e 0,3 nel 2016, causata dalla partenza del nuovo quadro di programmazione». Quindi, ha osservato Moscovici, «se togliamo questi fattori e guardiamo in modo netto agli investimenti effettuati, quelli pubblici sono aumentati di 1,1 miliardi di euro». La Commissione prenderà la prossima settimana la decisione definitiva sulla flessibilità. «Ma il fattore esplicativo che ho indicato va nella buona direzione», ha concluso.
Anche se lo stato di salute delle banche italiane non è sull’agenda del G-7, resta costantemente nel mirino dei mercati finanziari e degli osservatori internazionali. Tanto che il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, che, con il suo passato a Goldman Sachs, è abituato a tenere l’orecchio teso alle preoccupazioni dei mercati, ha chiesto spiegazioni a Padoan in un incontro bilaterale. Il quale ha puntato a rassicurarlo, secondo una fonte italiana al G-7, sulla «percezione sbagliata», basata su cifre dei crediti dete- riorati (Npl) lorde e ormai datate. «Gli Npl delle banche italiane – ha detto Padoan al suo collega americano, secondo la stessa fonte – torneranno a livelli più vicini a quelli fisiologici in tempi brevi», anche grazie a operazioni straordinarie come quelle realizzate da UniCredit e altre banche e al miglioramento dell’economia. In un recente intervento a Bruxelles, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha ricordato che, a fronte della cifra lorda di 350 miliardi di euro di crediti deteriorati spesso citata, la cifra al netto delle rettifiche è invece di 173 miliardi, di cui solo 81 a carico di debitori insolventi e solo 20 di questi sono sui bilanci di banche in difficoltà, che possono aver bisogno di cederle in tempi rapidi.
Anche la Commissione europea cita il «lento risanamen- to del settore bancario», insieme all’incertezza politica, fra i rischi al ribasso per la crescita dell’economia italiana.
In testa all’agenda dell’incontro dei ministri finanziari e dei governatori del G-7, l’obiettivo di produrre una crescita «inclusiva», che produca benefici anche per quella parte della popolazione che finora è rimasta esclusa dai vantaggi della globalizzazione e della tecnologia, provocando ripercussioni politiche e sociali come l’ascesa di movimenti populisti. Viene lasciata però al vertice dei capi di Stato e di Governo a Taormina a fine mese, dove debutteranno fra i “grandi” il presidente americano Donald Trump e il neo-eletto francese Emmanuel Macron, la spinosa questione del protezionismo e dell’apertura dei mercati, sui quali al G-20 di Baden-Baden la nuova amministrazione Usa si è scontrata con i maggiori partner.
OK SUGLI INVESTIMENTI 2016 Nonostante il calo degli investimenti italiani registrato, la Ue si avvia a confermare la flessibilità ad hoc concessa nel 2016