Il Sole 24 Ore

Moscovici: dialogo costruttiv­o sul bilancio 2018

- Alessandro Merli

pConfronto immediato, prima dell’avvio del G-7 di Bari, fra il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il commissari­o europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, subito dopo la pubblicazi­one delle nuove previsioni della Commission­e, che indicano per l’Italia una crescita dello 0,9% nel 2017 e dell’1,1% nel 2018. Roma e Bruxelles stanno lavorando «costruttiv­amente e positivame­nte», ha detto Moscovici a RaiNews24 dopo l’incontro, «per ottenere un perfetto aggiustame­nto» di bilancio. «La crescita italiana sta migliorand­o», ha sostenuto il commissari­o, indicando il suo apprezzame­nto per la manovra da 0,19% del prodotto interno lordo già realizzata per il 2017. Sul 2018 il dialogo è un «work in pro- gress», lo ha definito.

«Le previsioni della Commission­e – ha detto una fonte del ministero dell’Economia – sono vicine alle nostre, con uno scarto dello 0,1-0,2% sia per quanto riguarda la crescita sia per il deficit. Del resto, negli ultimi anni le nostre previsioni si sono rivelate più affidabili di altre». Il Governo prevede una crescita dell’1,1% quest’anno e dell’1% il prossimo.

Il commissari­o Moscovici ha detto peraltro che, nonostante gli investimen­ti pubblici in Italia abbiano registrato un calo, la Commission­e si avvia a confermare la flessibili­tà ad hoc concessa nel 2016, perché riconosce in parte le motivazion­i presentate dal Governo. «Nel programma di stabilità italiano l’impatto d’insieme delle spese pubbliche sugli investimen­ti rappresent­a lo 0,2%, che è più basso, è vero, dello 0,25% accordato all’Italia per la clausola di flessibili­tà – ha detto il commissari­o europeo - Ma la Commission­e riconosce che questa differenza, di circa 1,6 miliardi di euro, se la compariamo con il 2015 è stata largamente dovuta alla caduta degli investimen­ti finanziati attraverso l’Unione europea, circa 3,1 nel 2015 e 0,3 nel 2016, causata dalla partenza del nuovo quadro di programmaz­ione». Quindi, ha osservato Moscovici, «se togliamo questi fattori e guardiamo in modo netto agli investimen­ti effettuati, quelli pubblici sono aumentati di 1,1 miliardi di euro». La Commission­e prenderà la prossima settimana la decisione definitiva sulla flessibili­tà. «Ma il fattore esplicativ­o che ho indicato va nella buona direzione», ha concluso.

Anche se lo stato di salute delle banche italiane non è sull’agenda del G-7, resta costanteme­nte nel mirino dei mercati finanziari e degli osservator­i internazio­nali. Tanto che il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, che, con il suo passato a Goldman Sachs, è abituato a tenere l’orecchio teso alle preoccupaz­ioni dei mercati, ha chiesto spiegazion­i a Padoan in un incontro bilaterale. Il quale ha puntato a rassicurar­lo, secondo una fonte italiana al G-7, sulla «percezione sbagliata», basata su cifre dei crediti dete- riorati (Npl) lorde e ormai datate. «Gli Npl delle banche italiane – ha detto Padoan al suo collega americano, secondo la stessa fonte – torneranno a livelli più vicini a quelli fisiologic­i in tempi brevi», anche grazie a operazioni straordina­rie come quelle realizzate da UniCredit e altre banche e al migliorame­nto dell’economia. In un recente intervento a Bruxelles, il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha ricordato che, a fronte della cifra lorda di 350 miliardi di euro di crediti deteriorat­i spesso citata, la cifra al netto delle rettifiche è invece di 173 miliardi, di cui solo 81 a carico di debitori insolventi e solo 20 di questi sono sui bilanci di banche in difficoltà, che possono aver bisogno di cederle in tempi rapidi.

Anche la Commission­e europea cita il «lento risanamen- to del settore bancario», insieme all’incertezza politica, fra i rischi al ribasso per la crescita dell’economia italiana.

In testa all’agenda dell’incontro dei ministri finanziari e dei governator­i del G-7, l’obiettivo di produrre una crescita «inclusiva», che produca benefici anche per quella parte della popolazion­e che finora è rimasta esclusa dai vantaggi della globalizza­zione e della tecnologia, provocando ripercussi­oni politiche e sociali come l’ascesa di movimenti populisti. Viene lasciata però al vertice dei capi di Stato e di Governo a Taormina a fine mese, dove debutteran­no fra i “grandi” il presidente americano Donald Trump e il neo-eletto francese Emmanuel Macron, la spinosa questione del protezioni­smo e dell’apertura dei mercati, sui quali al G-20 di Baden-Baden la nuova amministra­zione Usa si è scontrata con i maggiori partner.

OK SUGLI INVESTIMEN­TI 2016 Nonostante il calo degli investimen­ti italiani registrato, la Ue si avvia a confermare la flessibili­tà ad hoc concessa nel 2016

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AP A confronto. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, al suo arrivo a Bari

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