Il Sole 24 Ore

Illegittim­i per la Consulta i costi standard degli atenei

- Marzio Bartoloni

pLa Consulta lancia un siluro contro i costi standard nelle università, il parametro con cui sono stati assegnati finora 3,5 miliardi dal 2014 - primo anno di loro applicazio­ne - al 2016 con il riparto del Ffo (il Fondo ordinario di finanziame­nto).

Nel mirino della Corte costituzio­nale sono finiti l’articolo 8 e 10 del Dlgs 49/2012 - dichiarati illegittim­i - che applicando la legge Gelmini (non bocciata dai giudici) hanno tracciato l’identikit del costo standard negli atenei, i primi a sperimenta­rli nella Pa. Questo criterio mira a definire quanto uno studente frequentan­te dovrebbe costare all’ateneo (in base a cattedre, servizi, strutture, ecc.). E quindi quanto vale poi nella distribuzi­one dei fondi che avviene ogni anno con il Ffo dove i costi standard hanno conquistat­o sempre più peso ai danni della spesa storica, passando dal 20% (982 milioni) nel 2014, al 25% (1,2 miliardi) nel 2015 fino al 28% (1,3 miliardi) nel 2016.

Il nodo sottolinea­to dalla sentenza si basa sul fatto che il Governo scrivendo il Dlgs 49 ha commesso due errori, demandando per intero ai decreti ministeria­li l’individuaz­ione degli indici in base ai quali determinar­e il costo standard, ma anche le percentual­i del Ffo da dividere in base al costo standard. Invece al Governo - spiega la Consulta - «era stato conferito il compito di individuar­e quantomeno gli indici per la quantifica­zione e di dettare disposizio­ni in merito alla valorizzaz­ione del costo standard, ossia al suo collegamen­to con una parte del Ffo». Un compito a cui «si è sottratto» con un “deficit di delega”.

Per il Miur ora si aprono due fronti: arginare possibili contestazi­oni sui fondi distribuit­i in passato e una modifica legislativ­a - l’invito arriva anche dalla Consulta - per rispondere ai rilievi. L’occasione per correre ai ripari potrebbe già arrivare con un emendament­o in manovrina.

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