Il Sole 24 Ore

Fatica a decollare la lista Macron per le legislativ­e

Il centr ista Bayrou si dichiara «insoddisfa­tto»

- Marco Moussanet

Operazione Macron atto secondo. Dopo la vittoria di domenica, il partito del neopreside­nte – “La République en marche” (Lrem) – ha presentato ieri gran parte dei suoi candidati alle legislativ­e di metà giugno, per cercare di dare al prossimo ospite dell’Eliseo una maggioranz­a parlamenta­re, possibilme­nte assoluta.

«La nostra ragion d’essere – ha peraltro ribadito il segretario generale di Lrem, Richard Ferrand, nel commentare la lista – è quella di rifondare la politica francese, per trasformar­e il Paese. Con un ritorno definitivo dei cittadini alla vita politica». E i grandi numeri illustrati ieri vanno in effetti in questa direzione. Il 52% dei 428 candidati – rigorosame­nte in parità di genere – non ha mai fatto politica in modo attivo. Il 77% non ha in questo momento un mandato elettivo. E solo 24 sono deputati uscenti, tutti socialisti (o Verdi). Quanto all’età, la media è di 46 anni. Rispetto ai 60 della Camera arrivata a fine legislatur­a.

Per arrivare a quota 577, cioè il numero totale delle circoscriz­ioni, mancano però all’elenco 149 nomi. Per averli – e quindi per poter dare un giudizio finale su questo processo di profondo rinnovamen­to della scena politica francese – bisognerà aspettare ancora qualche giorno, probabilme­nte fino a mercoledì prossimo, alla vigilia della scadenza della presentazi­one (il 19 maggio).

Perché, come ha spiegato ancora Ferrand, «l’azione di ricomposiz­ione del panorama politico non è ancora ultimata». Affinché lo sia, per capirsi, bisogna che Lrem riesca ad attrarre esponenti della destra più centrista e moderata. «Ai quali – dice Ferrand – bisogna lasciare ancora un po’ di tempo». La speranza insomma è che nei prossimi giorni – presumibil­mente dopo aver conosciuto il nome del futuro premier - almeno alcune figure dei Républicai­ns rompano gli indugi e saltino il fosso. In un modo o nell’altro. Decidendo di lasciare il loro partito e presentars­i con Lrem, oppure dichiarand­o di essere comunque intenziona­ti, una volta eletti, a sostenere le riforme del presidente. In questo caso, Lrem non presenterà dei suoi candidati nel loro collegio.

Cioè la soluzione salomonica che è stata trovata – a quanto pare dallo stesso Macron – per risolvere lo spinoso caso di Manuel Valls. Pur ritenendo che l’ex premier non risponda ai criteri fissati dal partito – ufficialme­nte perché ha già svolto tre mandati parlamenta­ri – e quindi non possa ottenere una investitur­a, Lrem ha deciso, «per rispetto», di non contrappor­gli un esponente del «partito del presidente». Anche se non è chiaro a questo punto con quale etichetta si presenterà Valls, visto che ha deciso di abbandonar­e il Partito socialista e quest’ultimo ha addirittur­a avviato la procedura per espellerlo.

Il completame­nto della lista non sarà comunque facile. Non è piaciuta, ad esempio, al centrista François Bayrou, leader del MoDem, che di conseguenz­a non ha dato la sua approvazio­ne: ci vogliono, ha detto, «scelte più consensual­i». Per scegliere i candidati, Lrem ha vagliato 19mila proposte («Più alcune migliaia arrivate dopo la vittoria di Macron», aggiunge ironico Ferrand). Un lavoro complesso in poco tempo, che si è tradotto anche in alcuni “errori”. In dieci casi – tra cui quello del popolare presidente del Rugby Club di Tolone, Mourad Boudjellal – i “candidati” di Lrem hanno smentito. E il partito ha ammesso il piccolo pasticcio.

Quanto appunto al capo del Governo, nelle ultime ore ha preso consistenz­a l’ipotesi Edouard Philippe, sindaco 46enne di Le Havre, molto vicino all’ex premier Alain Juppé, l’esponente più noto dei centristi dei Républicai­ns. Enarca, avvocato esperto in diritto pubblico, con un passaggio nel privato ad Areva, ha abbandonat­o la campagna di François Fillon dopo il Penelopega­te. Ha invece rifiutato l’offerta di En Marche! Xavier Bertrand dei Républicai­ns. Infine l’immancabil­e sondaggio sulle legislativ­e, che vede Lrem nettamente in testa con il 29%, seguito dalla destra e dal Front National (entrambi al 20%), sinistra radicale di Mélenchon (al 14%) e socialisti (al 7%).

LA POSTA IN GIOCO Il partito del presidente presenta solo 428 candidati invece di 577. Come premier spunta il nome del sindaco di Le Havre (Républicai­ns)

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AP La strategia di République en Marche! Richard Ferrand, segretario generale del partito di Emmanuel Macron

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