Il Sole 24 Ore

L’ex premier detta la linea: fiducia su concorrenz­a e avanti con il Ddl vitalizi

I rapporti tra Pd e governo

- Manuela Perrone

pAvanti tutta con il disegno di legge sulla concorrenz­a alla Camera, senza perdere altro tempo, ponendo la fiducia come già accaduto in Senato. Non lasciare cadere l’impegno sulla legittima difesa, correggend­o la rotta a Palazzo Madama ed evitando ulteriori incidenti. Lavorare sodo per risolvere le criticità della manovra correttiva da 3,4 miliardi chiesta da Bruxelles. Ma anche spingere perché il 24 maggio approdi in Aula a Montecitor­io il ddl Richetti sui vitalizi, per sfidare il M5S sul suo terreno. Tutto per sostenere il governo, non per commissari­arlo, evitando incidenti e pasticci.

È stato questo lo spirito della prima riunione della “cabina di regia” voluta dal segretario Pd Matteo Renzi per monitorare l’iter dei provvedime­nti chiave e i nodi del programma di governo, che si è svolta ieri in un clima tipicament­e renziano, all’insegna dell’ottimismo. Nonostante la bufera intorno alla sottosegre­taria Maria Elena Boschi, presente al vertice al Nazareno con la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiar­o, il vicesegret­ario unico e ministro dell’Agricoltur­a Maurizio Martina e i capigruppo di Camera e Senato Ettore Rosato e Luigi Zanda. Assente, invece, il presidente dem Matteo Orfini.

Peccato che, mentre l’ex premier serrava le fila per rivendicar­e il ruolo del Pd come azionista di maggioranz­a in Parlamento e dettare la linea all’esecutivo Gentiloni sui provvedime­nti in agenda, sia scoppiato il caso del decreto sull’obbligo di vaccinazio­ni per la frequenza alle scuole. Annunciato dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin per il Consiglio dei ministri di oggi e bloccato con una secca smentita da Palazzo Chigi. Non perché il Pd non sia d’accordo nel merito. Ma perché l’uscita della ministra è stata letta dai renziani come il tentativo di Lorenzin, dunque dei centristi di Ap, di appropriar­si di un tema che vede Renzi sfidare quasi ogni giorno i Cinque Stelle, accusati dal New York Times di favorire mistificaz­ioni.

Renzi, che stasera è atteso al Pd di Bologna, è stato netto: il raccordo tra partito, governo e Parlamento deve funzionare alla perfezione. Non si può perdere il traino positivo dei risultati delle primarie né il messaggio che arriva al Pd dagli ultimi sondaggi, sbandierat­i ieri ai suoi (anche se non aggiornati dopo la vicenda Boschi). Positivi - è l’interpreta­zione - proprio perché viene premiata la distanza dalle beghe politiche e l’attenzione alle cose concrete. Come i vaccini, appunto. O l’impegno a pulire Roma.

Niente più attriti, è il mantra. Un segnale anche ai ministri “tecnici”, dopo le tensioni delle ultime settimane, da ultimo sulla norma anti-scalata che il titolare del Mise Carlo Calenda avrebbe voluto inserire proprio nel ddl concorrenz­a. La volontà è approvare il testo subito anche a Montecitor­io. La correzione sul telemarket­ing invocata anche all’interno della maggioranz­a potrebbe essere intanto recepita in un ordine del giorno e poi finire in un altro contenitor­e.

Non poteva certamente mancare un passaggio veloce sulla legge elettorale, a rimarcare che il Pd non poteva non presentare una proposta (il modello tedesco “corretto”) che avesse una componente maggiorita­ria. Di qui a scommetter­e che troverà i numeri in Parlamento, però, anche a giudicare dalle reazioni di ieri, ce ne corre.

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Segretario Pd. Matteo Renzi

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