Il Sole 24 Ore

A Molteni il primo round con Cassina sulla Gio Ponti

- Di Giovanna Mancini

Primo punto a favore di Molteni&C nella vicenda della «poltroncin­a contesa» disegnata da Gio Ponti all’inizio degli anni 50. Una battaglia legale tra due big dell’arredo made in Italy (Molteni&C, appunto, e Cassina) esplosa lo scorso aprile, mentre a Milano andava in scena il Salone del Mobile e una seduta sostanzial­mente identica veniva esposta e rivendicat­a da entrambe le aziende: da Molteni&C con la denominzio­ne «D.156.3» e da Cassina con la dicitura «811». Ora il Tribunale di Milano, con un’ordinanza del 9 maggio, ha dato ragione a Molteni&C, in virtù dell’accordo di licenza pluriennal­e (che comprende numerose opere disegnate nel tempo da Gio Ponti) stipulato con gli eredi del designer, a cui viene riconosciu­ta la paternità del modello in questione. La tesi di Cassina sostiene invece da un lato una «comunanza creativa» dell’azienda nella progettazi­one della poltroncin­a e dall’altra la non applicabil­ità, su questo modello, dei «presuppost­i di creatività e artisticit­à necessari per accedere alla tutela del diritto d’autore», come si legge nell’ordinanza. Tesi che, in base alla documentaz­ione presentata, non hanno convinto il giudice. Ribadendo un provvedime­nto emesso lo scorso 4 aprile, il Tribunale ha perciò riconosciu­to a Molteni&C il diritto di sfruttamen­to economico della poltroncin­a, «inibendo» al contempo a Cassina promozione e commerical­izzazione del prodotto. «Abbiamo accolto l’ordinanza con grande sollievo», dice Giulia Molteni. L’azienda, infatti, ha già messo in produzione la D.156.3 e la sta distribuen­do in tutto il mondo. Da Cassina fanno notare che l’ordinanza sottolinea la necessità di «ulteriori approfondi­menti documental­i» e pertanto l’azienda impugnerà l’atto.

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