Whirlpool rilancia su Milano
LOMBARDIA
pMilano e la Lombardia «sono un’area su cui il Paese può contare e scommettere. E questo è un ulteriore messaggio dell’attrattività di questo territorio a livello internazionale»: lo ha detto ieri il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni all’inaugurazione del nuovo quartiere generale di Whirlpool Emea a Pero, vicino al nascente Humane Tecnopole di Milano.
Poi Gentiloni ha aggiunto: «Qui troviamo una densità di capacità di ricerca, di logistica, di comunicazione che è quanto di meglio si possa cercare per le imprese e le istituzioni. Voi sapete che stiamo cercando di portare qui delle istituzioni», con riferimento all’Ema, l’agenzia europea del farmaco che l’Italia vorrebbe si trasferisse da Londra a Milano.
Gentiloni, insieme al presidente esecutivo di Whirlpool Emea Esther Berrozpe Galindo, ha inau- gurato anche The World of Whirlpool, lo showroom di Milano (500 mq) che espone le novità dell’hi-tech e del design degli elettrodomestici.
Il gruppo Whirlpool Emea gestisce in Italia 6 siti industriali con 6mila addetti e i centri di R&D di Cassinetta di Biandronno (Va) e Fabriano (An). Oltre il 75% dei 350 milioni di investimenti in R&D, da spendere in Europa entro il 2018, sono allocati nei due poli di ricerca.
Gentiloni ha infine detto: «Whirlpool che stabilisce i suoi quartieri generali qui, dà l’idea di come in Italia si possa fare impresa, si possa investire». E infatti gli americani di Whirlpool (leader globale con 21 miliardi di dollari di fatturato) sono un ottimo testimonial per il nostro Paese: sono sbarcati in Italia nel 1989, hanno investito massicciamente per ritagliarsi un ruolo di peso in Europa, ma senza sfondare. La svolta forse, tre anni fa, con l’acquisizione di Indesit, player forte in Italia, Regno Unito e Russia. Il Piano industriale del dopo deal prevedeva per il 2019 ricavi per 7 miliardi di dollari, un Mol intorno ai 550 milioni e una produzione in Italia in salita da 5,6 milioni di pezzi a 6,2 milioni.
Il 2016 però si è chiuso con un calo dei pezzi da 25,1 milioni a 24,6, dei ricavi da 5,6 miliardi di dollari a 5,1; l’utile operativo si è sgonfiato da 188 milioni a 158. Inoltre nel primo trimestre 2017 la produzione è scivolata ancora del 7,1%, il fattu- rato del 12% e l’utile operativo si è colorato di rosso per 17 milioni. La contrazione produttiva ha impattato anche sulle quote di mercato.
Che succede? «Il processo d’integrazione delle due società - spiega Berrozpe Galindo - è in ritardo di 12 mesi. È un processo gigantesco che investe tutte le piattaforme e migliaia di prodotti. Tuttavia già dal bimestre marzo-aprile abbiamo notato miglioramenti. Tanto che in una presentazione agli investitori, a New York, abbiamo annunciato che il 2017 si chiuderà con un Ebit del 3-4% del fatturato».
LA PRESENZA La società gestisce in Italia sei siti industriali con 6mila addetti e i centri di ricerca e sviluppo di Cassinetta di Biandronno e Fabriano