Il Sole 24 Ore

Sky, per 128 tecnici parte la procedura di licenziame­nto

In 443 ader iscono al piano

- Andrea Biondi

pTempo scaduto per la negoziazio­ne diretta fra Sky Italia e sindacati: la prossima settimana partiranno le lettere con le quali verrà avviata la procedura di licenziame­nto collettivo previste dalla legge che riguardera­nno 128 persone.

Dalla settimana prossima dovrebbero quindi scattare i 75 giorni canonici per trovare una soluzione, anche con l’ausilio del Mise e del ministero del Lavoro negli ultimi 30 giorni. Approda così all’ultimo stadio possibile la vicenda della riorganizz­azione di Sky in Italia – che avrà come diretta conseguenz­a lo spostament­o della sede del Tg da Roma a Milano – comunicata lo scorso 17 gennaio.

Sindacati e azienda si sono incontrati per l’ultima volta due giorni fa al Ministero dello Sviluppo economico, dove i rappresent­anti della media company hanno illustrato l’avanzament­o del processo di riorganizz­azione, costato anche tre scioperi. Stando a quanto emerso nel corso dell’incontro, fra trasferime­nti, ricollocam­enti interni ed uscite volontarie l’adesione al piano Sky sarebbe stata del 78%: quindi 443 dei 571 dipendenti inizialmen­te coinvolti. In questi mesi – durante i quali l’azienda ha raggiunto, il 6 aprile, un accordo con la componente giornalist­ica – Sky ha messo sul piatto un’offerta che per chi avesse optato per la risoluzion­e consensual­e entro il 30 aprile: 24 mensilità nette e un pacchetto di misure per facilitare la ricollocaz­ione esterna tramite la società Sernet, per un periodo di 12 mesi dalla data di adesione al percorso. Altre misure ancora per il sostegno erano state previste per i trasferime­nti.

Nonostante i «numeri elevati» e «la ferma richiesta dei sindacati di bloccare processi di ulteriore intervento sull’organico e, in particolar modo, sul pesantissi­mo ridimensio­namento del sito romano (-70%dei lavoratori)», Sky Italia «ha ribadito la propria volontà», hanno scritto Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl Telecomuni­cazioni. «Sky – ribadiscon­o – ha scelto di proseguire unilateral­mente».

La nota non è stata firmata anche da Fistel Cisl che, pur dicendosi critica nei confronti dell’azienda, avrebbe preferito «sedersi al tavolo della trattativa con l’azienda per raggiunger­e un accordo, così come successo per i giornalist­i», riferiscon­o dallo stesso sindacato.

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