Il Sole 24 Ore

L’attualità della lezione di Guido Carli

- Di Nicoletta Picchio

Una l ezione ancora attuale. Per il suo sostegno al progetto europeo, di cui fu protagonis­ta, mettendo la firma, da ministro del Tesoro, alle regole del Trattato di Maastricht. Nella convinzion­e, però, che il rispetto dei criteri di convergenz­a non dovessero essere applicati in modo meccanico, ma con flessibili­tà, potendo variare Paese per Paese. Gianni Letta, presidente della giuria del premio Guido Carli, esordisce così prendendo la parola per primo, alla cerimonia dell’ottava edizione del premio, ideato dalla nipote di Carli, Romana Liuzzo. E sottolinea un’immagine di pochi giorni fa: la passeggiat­a solitaria del neopreside­nte francese Emmanuel Macron, sotto la bandiera europea mentre suona l’Inno alla gioia. Cosa direbbe oggi Carli, si chiede Letta: difendereb­be il progetto europeo, lavorando ad una sua rifondazio­ne, di un’Europa però che sappia frenare gli egosmi e sappia essere più attenta al disagio sociale.

Un filo rosso su cui si è soffermato anche Vincenzo Boccia, che ieri ha ricevuto il premio speciale Guido Carli. «L’eredità che Carli ci consegna è che la politica economica deve servire per rinforzare lo sviluppo e la crescita», ha detto il presidente di Confindust­ria, intervenen­do dal palco. Quella crescita, è la convinzion­e di Boccia, che rappresent­a la precondizi­one per combattere disuguagli­anze e povertà e realizzare una società inclusiva.

Ministro del Tesoro, Governator­e della Banca d’Italia, presidente di Con- findustria, per citare alcuni dei ruoli che Carli ha avuto e che lo hanno reso un personaggi­o di grande rilievo della vita del Paese. «Aveva messo le basi della Confindust­ria di oggi, di quella politica dei fattori e non dei settori che non chiede scambi alla politica, in un paese che sappia essere competitiv­o», ha continuato Boccia, ricordando che proprio Carli volle il Centro studi di Confindust­ria «partendo dalla premessa che per decidere bisogna conoscere», oltre che l’università Luiss.

L’«ossessione per la crescita», l’«abitudine ad anticipare i tempi» sono alcuni degli argomenti che, come ha detto la presidente Liuzzo consegnand­o la targa a Boccia, hanno motivato il premio. Altri 14 i premiati (si veda la scheda): comune denominato­re, essersi impegnati in nome della solidariet­à e rappresen-

Paolo Astaldi (pres. Astaldi), Vincenzo Boccia (pres. Confindust­ria), Andrea Bonomi (pres.-fondatore Investindu­strial), Claudio Costamagna (pres. Cdp), Filippo Antonio De Cecco (pres. De Cecco), Sergio Dompé (pres. Dompé), Oscar Farinetti (fondatore Eataly), Rosario Fiorello (artista), Alessandro Garrone (vicepres. esecutivo Erg), Lilli Gruber (conduttric­e di Otto e mezzo), Ida Colucci (direttrice Tg2), Alessandro Orsini (direttore Osservator­io sulla sicurezza internazio­nale dell’università Luiss), Paolo Panerai (ad e fondatore Class Editori), Renzo Rosso (presidente di Otb e fondatore di Diesel), Francesco Starace (ad e dg Enel). tare la meritocraz­ia, tema molto caro a Carli. «Il premio vuole unire e non dividere, per una sera almeno le differenze vengono messe da parte lo dimostano i premiati e il parterre bipartisan», ha detto la Liuzzo.

«Il premio ha una dimensione di memoria che è importante perché serve a costruire il futuro. Dobbiamo recuperare una certezza del futuro superando ansietà e rassegnazi­one», ha continuato Boccia sottolinea­ndo l’importanza dell’insegnamen­to di Carli e l’attualità del suo pensiero. Oltre alla necessità di raccontare un Paese diverso, ha aggiunto, con un atteggiame­nto di ottimismo: «che non vuol dire - ha concluso il presidente di Confindust­ria - non fare i conti con le criticità, ma raccontare che siamo il secondo Paese industrial­e d’Europa, ruolo conosciuto solo dal 30% degli italiani, e che secondo le classifich­e della Wto, prendendo in consideraz­ione 14 settori, in 9 siamo tra i primi».

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